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Documenti, 3/2024, 01/02/2024, pag. 70

Se la pace è perduta

Discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede

Francesco

È ampio e articolato, come da consuetudine, il discorso che papa Francesco ha rivolto l’8 gennaio agli ambasciatori dei paesi accreditati presso la Santa Sede, che attualmente sono 184. A un primo giro d’orizzonte di tipo geografico segue un’analisi degli effetti della guerra, specie quelli sulla popolazione civile, e delle sue cause: l’enorme disponibilità di armi, la crisi climatica e quella delle migrazioni.

Nella seconda parte del suo testo il papa indica poi le tappe di una possibile «via della pace»: il rispetto della vita, in particolare quella del nascituro, «che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio», e dei diritti umani, tra i quali la libertà di religione; il dialogo, anche rilanciando le organizzazioni internazionali; un uso etico delle nuove tecnologie. Ma in un discorso tutto centrato sulla pace e la guerra sono da sottolineare soprattutto i passaggi relativi al conflitto in Medio Oriente e a quello in Ucraina, nei quali si fa chiarezza e si toglie ogni fraintendimento e ogni eventuale equivoco emerso nella comunicazione di questi mesi (cf. Regno-att. 2,2024,3).

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