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Attualità
Attualità, 6/1982, 15/03/1982, pag. 110

Wojtyla in Africa

L.A.

Leggi anche

Documenti, 2025-19

Il caso Italia

II Rapporto della Pontificia commissione per la tutela dei minori

Il II Rapporto annuale della Pontificia commissione per la tutela dei minori sulle politiche e procedure della Chiesa, pubblicato il 16 ottobre, ha come periodo di riferimento il 2024 e prende in esame le conferenze episcopali che nel corso del 2024 sono andate in visita ad limina presso la Santa Sede e quindi hanno anche incontrato la Commissione, che recentemente è stata rinnovata nei suoi vertici. È questo il caso dell’Italia, che nella valutazione della Pontificia commissione presenta alcune criticità: «La Commissione rileva una notevole resistenza culturale in Italia nell’affrontare gli abusi. I tabù culturali possono rendere difficile per le vittime/sopravvissuti-e e per le loro famiglie parlare delle proprie esperienze e denunciarle alle autorità». La motivazione è articolata in una serie dettagliata di osservazioni e raccomandazioni, sia generali sia specifiche per regioni. Il Rapporto osserva che nonostante «alcune Chiese locali siano riuscite a creare soluzioni pionieristiche e persino a instaurare proficue collaborazioni con la società civile, permangono forti disparità tra le diverse regioni». Inoltre la CEI «non dispone di un ufficio centralizzato di ricezione delle segnalazioni/denunce e di analisi, in modo tempestivo e comparativo, della corretta gestione dei casi nelle diverse regioni, al fine di promuovere lo sviluppo uniforme ed efficace di servizi inerenti alle denunce». Lo stesso 16 ottobre la CEI ha risposto con una nota (cf. in questo numero a p. 611). Pubblichiamo la sezione del Rapporto relativa alla Conferenza episcopale italiana (pp. 47-70).

Documenti, 2025-19

Rapporto sulla tutela: la CEI risponde

Conferenza episcopale italiana

Il 16 ottobre la Conferenza episcopale italiana ha pubblicato sul proprio sito una nota intitolata Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili: l’impegno delle Chiese in Italia, reagendo alle osservazioni contenute nel II Rapporto annuale sulle politiche e procedure della Chiesa. Periodo di riferimento 2024, pubblicato dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori (cf. qui a p. 599; www.chiesacattolica.it).

 

Documenti, 2025-19

Dove vedo la speranza

Il primo saluto dell'arcivescova di Canterbury

Sarah Mullally

«Lavare i piedi ha plasmato la mia vocazione cristiana come infermiera, poi come prete e infine come vescova. Nell’apparente caos che ci circonda, in mezzo a una così profonda incertezza globale, la possibilità di guarigione risiede negli atti di gentilezza e amore».

Il 3 ottobre l’Ufficio del primo ministro del Regno Unito ha annunciato la nomina del 106° arcivescovo di Canterbury da parte della Commissione per le nomine della Corona dopo l’approvazione della candidatura da parte di re Carlo III: sarà Sarah Mullally, vescova di Londra dal 2018. Per la prima volta nella storia su quella cattedra siederà, dal 2026, una donna. Lo stesso giorno dell’annuncio, la vescova ha tenuto un discorso di saluto nella cattedrale di Canterbury, che qui riportiamo.

La vescova Mullally, che ha 63 anni, succede a Justin Welby, che si era dimesso nel novembre 2024 dopo la pubblicazione del rapporto Makin sulla gestione da parte della Chiesa degli abusi perpetrati da John Smyth. Prima di diventare prete Sarah Mullally aveva lavorato come infermiera a Londra, diventando poi la più giovane responsabile nazionale dei servizi infermieristici.