A
Attualità
Attualità, 4/2015, 15/04/2015, pag. 284

Frammenti su Dio

Parole della filosofia, eccedenza della fede

Piero Stefani
Temo che «non ci sbarazzeremo di Dio poiché crediamo ancora nella grammatica», così scriveva Nietzsche. Scrivere su Dio significa in ogni caso non liberarsi di lui e non solo perché ciò comporta il rispetto della grammatica e dell’ordine, ma anche perché Dio è l’oggetto a cui si sta pensando. Eppure scrivere su Dio non equivale affatto ad affermarne l’esistenza; anzi, è proprio l’atto di renderlo oggetto a introdurci in una contraddizione impossibile da superare: se Dio potesse essere catturato dentro la grammatica non sarebbe più Dio. Il massimo a cui si può giungere è sapere quel che Dio non è e credere in quel che Dio è.

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.

Leggi anche

Attualità, 2024-20

Il suicidio di Israele e la questione Gaza

A partire dai volumi di Anna Foa e Gad Lerner

Piero Stefani

In una ormai remota intervista rilasciata nel 1986 al Journal of Palestine Studies il grande intellettuale israeliano Yeshayahu Leibowitz (1903-1994) prendeva posizione rispetto alla ripetuta prospettiva secondo la quale la vita nella diaspora ebraica sarebbe sempre esposta ai pericoli. 

Attualità, 2024-20

Il cuore di Dio

Dalla tradizione biblica a Dilexit nos

Piero Stefani
Fin dagli albori della filosofia sui modi di concepire Dio, o gli dèi, grava l’accusa di antropomorfismo. Già Senofane affermava che i mortali immaginano che le divinità abbiano vesti e fattezze simili alle loro, cosicché se buoi, cavalli e leoni avessero mani farebbero i corpi degli dèi simili ai propri; allo stesso modo gli etiopi li rappresentano neri e i...
Attualità, 2024-20

G. Busi, Giovanni

Il discepolo che Gesù amava

Piero Stefani

Dopo Lorenzo de’ Medici (2016), Michelangelo (2017), Marco Polo (2018), Cristoforo Colombo (2020), Giulio II (2021), Gesù, il re ribelle (2023), tocca ora a Giovanni. A prima vista, anche tenendo conto dell’editore (Mondadori), si sarebbe tentati di pensare che l’autore sia un giornalista culturale con la passione per le biografie. Si tratta invece di uno studioso di fama internazionale, docente ordinario alla Freie Universität di Berlino, noto, in primis, per le sue competenze nel campo della mistica ebraica e della cabbala rinascimentale cristiana.