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Attualità
Attualità, 22/2016, 15/12/2016, pag. 675

Papa Francesco, La smemoratezza di Dio

Conversazione con Stefania Falasca

Marcello Semeraro*

Le loro parole sono molto simili, l’ispirazione è la stessa. Mi riferisco a papa Giovanni per il Concilio e a papa Francesco per il Giubileo straordinario della misericordia. Si tratta, in fin dei conti, d’amore verso Dio e di liberazione interiore per collocarsi totalmente nelle sue mani; si tratta di lasciar «fare a Dio». E questa è docilità piena. Così Francesco è giunto al Giubileo. Penso che sia questa la parte più significativa, perché la più intima e personale, dell’intervista rilasciata da Francesco ad Avvenire, che qui si propone.

 

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Attualità, 2018-2

Francesco - Riforma della curia: in atto

Il segretario del C9 fa il punto sul percorso compiuto e i prossimi traguardi

Marcello Semeraro

Un comunicato reso pubblico il 21 novembre scorso notificava che Francesco aveva costituito all’interno della Segreteria di stato una Terza sezione denominata «Sezione per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede». Lo scopo precipuo della nuova sezione è «dimostrare l’attenzione e la vicinanza del santo padre e dei superiori della Segreteria di stato al personale di ruolo diplomatico» e ciò soprattutto mediante una regolare visita alle sedi delle rappresentanze pontificie. Questo provvedimento del papa costituisce il suo più recente intervento nel processo di riforma della curia romana.

Documenti, 2017-15

Discernimento e Chiesa sinodale

Mons. Marcello Semeraro

Riflette sul n. 11 della Gaudium et spes, dove la costituzione pastorale del Vaticano II parla dell’azione di discernimento con cui il popolo di Dio riconosce negli avvenimenti la presenza di Dio e l’azione dello Spirito, la prolusione di mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio di nove cardinali istituito dal papa per consigliarlo sul governo della Chiesa, al Convegno pastorale diocesano su «Discernimento cuore dell’accompagnare» (Castel Gandolfo, 19 giugno). Tema sostanziale nel magistero di papa Francesco, che anche a partire dalla propria formazione gesuitica lo ritiene un momento indispensabile perché la fede diventi «attiva, creativa ed efficace», il discernimento spirituale è un processo necessario perché il credente e la Chiesa nelle sue diverse manifestazioni evitino i rischi dello spiritualismo e del fondamentalismo, ed entrino nella dinamica della sinodalità, «uno dei frutti più promettenti dell’ecclesiologia conciliare e che oggi, grazie all’impulso di Francesco, conosce una felice stagione di rilancio». E «lo spazio reale per operare/verificare in una Chiesa diocesana e nelle sue parrocchie il passaggio nel concreto del principio sinodalità sono gli organismi di partecipazione».

Documenti, 2017-7

Le «eresie» pastorali secondo Evangelii gaudium

Mons. Marcello Semeraro

Quando parla della Chiesa di oggi, papa Francesco la descrive spesso come esposta a «tentazioni». Ovvero, secondo un’antica tradizione spirituale, quel «tempo difficile» nel quale la verità si prova e la fedeltà si rinnova. Cogliendo nell’intreccio tra immagini, simboli, figure e nozioni che caratterizza il discorso ecclesiologico di Jorge Mario Bergoglio la ricchezza dei riferimenti teologici e spirituali, mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio di nove cardinali istituito dal papa per consigliarlo sul governo della Chiesa, si sofferma in questa relazione – tenuta il 30 settembre 2016 a Palermo al Convegno ecclesiale diocesano – su come il papa intenda le tentazioni dello «gnosticismo» e del «pelagianesimo»Spesso, specie nei testi successivi all’elezione al pontificato e in particolare nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, le troviamo abbinate «in una sorta di polarità». Vi è infatti un risultato comune a entrambi gli atteggiamenti, che il papa, con de Lubac, definisce – sin dal discorso pronunciato alle Congregazioni generali nel periodo della sede vacante – «mondanità spirituale: quel vivere per darsi gloria gli uni con gli altri». Cosicché, conclude il teologo Semeraro indagando il magistero di Francesco e i suoi riferimenti nel cristianesimo antico e moderno, «l’unica realtà in grado di liberarci dalla seduzione di aderire alle verità astratte (gnostiche)... e dell’autoreferenzialità vanitosa che isola e rende sterili è la carne di Cristo», che nel linguaggio di Francesco indica «non soltanto l’eucaristia, ma anche (e molte volte) il povero».