Al centro le Chiese locali
La recente istruzione su La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa (Regno-doc. 15,2020,488ss) mostra una differenza di tono e di contenuti tra la I parte, relativa ai cambiamenti da effettuare nell’impostazione della vita parrocchiale, e la II, dove si ripropongono le norme del Codice di diritto canonico da rispettare nel procedere ai cambiamenti. Quasi un «deciso e robusto “Sì, ma…” nei confronti di sperimentazioni e cambiamenti già in corso nella prassi concreta», scrive Severino Dianich nel primo dei saggi qui proposti, evidenziando alcuni dei percorsi dell’auspicata conversione pastorale della parrocchia che travalicano l’attuale Codice: disegnare diversamente la figura del parroco; acquisire l’urgenza di evangelizzare i «dubbiosi» e i «non credenti»; rivedere, senza svalutarlo, il criterio d’appartenenza alla Chiesa basato sul territorio; sviluppare con decisione le pratiche sinodali.
Nell’altro saggio che proponiamo Alphonse Borras, soffermandosi in particolare sulla questione del raggruppamento delle parrocchie, sulla figura dei laici impegnati e sul rifluire dei diaconi verso la pastorale parrocchiale, individua il limite maggiore dell’istruzione nell’«aver voluto esplicitare le disposizioni del Codice di diritto canonico “dall’alto”, senza tenere conto della vitalità canonica delle legislazioni diocesane». Spetta infatti ai vescovi diocesani accompagnare la vitalità che un canonista auspica per il diritto canonico. Esso deve essere «“pastorale”, cioè a servizio del popolo di Dio».
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