Documenti, 15/2000, 01/08/2000, pag. 465
Alla società dei trapianti. La scienza a servizio dell'uomo
La commercializzazione degli organi, il problema dell'accertamento della morte, quello delle «liste d'attesa», la possibilità di trapiantare organi prelevati da animali: sono i «punti critici» che la medicina dei trapianti presenta oggi alla riflessione antropologica ed etica, secondo l'intervento che Giovanni Paolo II ha tenuto lo scorso 29 agosto al XVIII Congresso internazionale della Società dei trapianti, in corso a Roma.
Il discorso, che sottolinea con forza il grande valore etico della donazione di organi, è interamente orientato dal principio secondo cui non tutto ciò che è tecnicamente possibile è per ciò stesso moralmente ammissibile. Non poteva mancare, in questo contesto, un riferimento al dibattito in corso sulla produzione di cellule staminali embrionali umane allo scopo di ottenere organi da trapiantare: «tali procedure, in quanto implicano la manipolazione e distruzione di embrioni umani, non sono moralmente accettabili», e d'altronde «la scienza lascia intravedere altre vie di intervento terapeutico» (n. 8). Cf. la contemporanea e corrispondente dichiarazione della Pontificia accademia delle scienze, in questo numero a p. 467.
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