Documenti, 3/2003, 01/02/2003, pag. 65
Tre imperativi per cambiare
Tre imperativi a favore della vita, del diritto e della solidarietà, e tre imperativi contro la morte, l'egoismo e la guerra, rappresentano la consegna di Giovanni Paolo II ai responsabili politici chiamati a servire il bene comune, perché possano contrastare il «sentimento di paura che dimora sovente nel cuore dei nostri contemporanei».
Posta in apertura del tradizionale discorso ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ricevuti in udienza il 13 gennaio, l'esortazione si determina concretamente nella successiva analisi di alcune urgenti e circostanziate questioni, quali, in negativo, il conflitto in Medio Oriente, gli altri conflitti dimenticati e la possibile guerra in Iraq, e in positivo, il procedere del processo di unificazione europea e i progressi compiuti verso la pace in alcune aree cruciali dell'Africa: a riprova, conclude il papa, che «ormai l’indipendenza degli stati non può più essere concepita, se non nell’interdipendenza».
A proposito dell'ampio passaggio dedicato all'Unione Europea e all'attesa che nel «futuro Trattato costituzionale... figuri un riferimento alle Chiese e alle istituzioni religiose», cf. ampiamente Regno-att. 2,2003,12.
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