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Documenti, 3/2004, 01/02/2004, pag. 66

Costruire la pace, rispettare le religioni

Giovanni Paolo II al corpo diplomatico

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Leggi anche

Documenti, 2005-3

Quattro sfide per l'umanità

Giovanni Paolo II al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede
«La Chiesa cattolica, per la sua natura universale, è sempre direttamente coinvolta e partecipe alle grandi cause per le quali l’uomo di oggi soffre e spera. Essa non si sente straniera alcun popolo, perché ovunque c’è un cristiano suo membro, tutto il corpo della Chiesa ne è coinvolto; ben più, ovunque c’è un uomo, lì v’è per noi un vincolo di fratellanza». Nel discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (10.1.2005), che annualmente fa una rassegna delle questioni internazionali aperte e le propone con una propria rilettura prospettica all’attenzione dei rappresentanti della diplomazia mondiale, il papa ha quest’anno ripreso il tema della giornata mondiale della pace Le quattro sfide poste davanti all’umanità, che Giovanni Paolo II ha indicato sono: la vita, il pane, la pace, la libertà. L’ordine stesso con cui sono state enumerate non ne esprime l’importanza gerarchica, ma prospetta uno sviluppo storico-morale.
Documenti, 2003-3

Tre imperativi per cambiare

Giovanni Paolo II al corpo diplomatico
Tre imperativi a favore della vita, del diritto e della solidarietà, e tre imperativi contro la morte, l'egoismo e la guerra, rappresentano la consegna di Giovanni Paolo II ai responsabili politici chiamati a servire il bene comune, perché possano contrastare il «sentimento di paura che dimora sovente nel cuore dei nostri contemporanei». Posta in apertura del tradizionale discorso ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ricevuti in udienza il 13 gennaio, l'esortazione si determina concretamente nella successiva analisi di alcune urgenti e circostanziate questioni, quali, in negativo, il conflitto in Medio Oriente, gli altri conflitti dimenticati e la possibile guerra in Iraq, e in positivo, il procedere del processo di unificazione europea e i progressi compiuti verso la pace in alcune aree cruciali dell'Africa: a riprova, conclude il papa, che «ormai l’indipendenza degli stati non può più essere concepita, se non nell’interdipendenza». A proposito dell'ampio passaggio dedicato all'Unione Europea e all'attesa che nel «futuro Trattato costituzionale... figuri un riferimento alle Chiese e alle istituzioni religiose», cf. ampiamente Regno-att. 2,2003,12.
Documenti, 2001-3

Salviamo l'uomo

Giovanni Paolo II al corpo diplomatico
"Il soffio dell’anno santo appena terminato e i diversi "giubilei" che hanno radunato e motivato uomini e donne di tutte le razze, di tutte le età e di tutte le condizioni, hanno mostrato, se ve ne era bisogno, che la coscienza morale è ancora ben viva e che Dio abita il cuore dell’uomo". La grazia del giubileo – suggerisce Giovanni Paolo II ai diplomatici accreditati presso la Santa Sede, nel tradizionale incontro di presentazione degli auguri per il nuovo anno (13.1.2001) – rafforza la fiducia nell’efficacia degli sforzi diplomatici in favore dell’intesa e della cooperazione tra i popoli. Tra gli ambiti che rimangono problematici e richiedono applicazione instancabile compare, oltre ai più consueti scenari geo-politici quali l’Africa – con i conflitti dell’Algeria, del Sudan e dei Grandi laghi – e l’America del Sud, la questione più radicale intorno al rispetto della natura e della vita umana, il germe più profondo che accomuna e affratella gli uomini: "Sì, in questo inizio di millennio, salviamo l'uomo! Salviamolo tutti insieme! Spetta ai responsabili delle società proteggere la specie umana, facendo sì che la scienza sia al servizio della persona, che l'uomo non sia un oggetto da sezionare, da comperarsi o vendersi, che le leggi non siano mai condizionate dal mercantilismo o dalle rivendicazioni egoiste di gruppi minoritari". L’Osservatore romano 14.1.2001, 7-8.