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Documenti, 5/2008, 01/03/2008, pag. 129

Venerdì santo e Messale del 1962. Nota della Segreteria di stato

Segreteria di stato vaticana
Lo scorso 4 febbraio la Segreteria di stato ha diffuso una nota contenente le nuove disposizioni per la liturgia del Venerdì santo, a seguito del motu proprio Summorum pontificum di Benedetto XVI del 7 luglio 2007 (Regno-doc. 15,2007,457ss). La nota presenta una diversa formulazione della preghiera Oremus et pro iudaeis, che dovrà essere utilizzata «a partire dal corrente anno in tutte le celebrazioni» del Venerdì santo con il Messale del 1962 (cf. Regnoatt. 4,2008,89ss). Di seguito presentiamo un commento di mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, comparso su L’Osservatore romano il 15 febbraio. L’analisi della preghiera che egli propone ruota intorno a due tipi di riflessione. La prima riguarda il testo: «La trentina di parole latine sostanziali dell’Oremus è totalmente frutto di una “tessitura” di espressioni neotestamentarie. Si tratta, quindi, di un linguaggio che appartiene alla s. Scrittura, stella di riferimento della fede e dell’orazione cristiana». La seconda è sui contenuti: «La Chiesa prega per avere accanto a sé nell’unica comunità dei credenti in Cristo anche l’Israele fedele. È ciò che attendeva come grande speranza escatologica… s. Paolo».

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Documenti, 2023-21

Evitare iniziative parallele

Sul Cammino sinodale tedesco

Francesco; Segreteria di stato vaticana

I cammini sinodali delle Chiese locali e quello della Chiesa universale devono procedere nel medesimo solco e con una medesima tempistica, per «evitare l’impressione che siano in atto iniziative parallele, indifferenti allo sforzo di “camminare insieme”». Questo è il nucleo della nota che la Segreteria di stato ha firmato il 23 ottobre scorso e inviato alla segretaria della Conferenza episcopale tedesca, Beate Gilles. Rese note solo in novembre, a poca distanza da una lettera (privata) di papa Francesco a quattro ex esponenti del Cammino sinodale tedesco, le raccomandazioni che il card. Parolin rivolge all’episcopato tedesco su due questioni dottrinali, l’ordinazione presbiterale delle donne e l’omosessualità, riflettono la forte «preoccupazione» di Francesco nei confronti di questa esperienza sinodale locale.

Forse anche per questo la Relazione di sintesi dell’Assemblea sinodale di ottobre (cf. n. 20; in questo numero a p. 672) non la cita, come invece fa con altre, come quella australiana. Quest’ultima è consistita in un Concilio plenario (il V), concluso nel luglio 2022, un percorso scelto apposta perché fosse seguito (e approvato) da Roma. Ma ora tutti coloro che vi hanno preso parte sono da più di un anno in attesa che la Santa Sede dia la recognitio ai 5 volumi dei decreti (cf. riquadro a p. 676), che in forme diverse hanno trattato dei temi presi in considerazione anche in Germania.

 

Documenti, 2021-13

DDL Zan: la nota vaticana

Senato della Repubblica; Segreteria di stato vaticana - Sezione per i rapporti con gli stati

«La Segreteria di stato rileva che alcuni contenuti dell’iniziativa legislativa – particolarmente nella parte in cui si stabilisce la criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere” – avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa cattolica e ai suoi fedeli dal vigente regime concordatario. Diverse espressioni della sacra Scrittura, della Tradizione ecclesiale e del magistero autentico dei papi e dei vescovi considerano, a molteplici effetti, la differenza sessuale, secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa Rivelazione divina». Sono le osservazioni che la Segreteria di stato vaticana – Sezione per i rapporti con gli stati (diretta dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher) ha inviato all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede con una Nota verbale datata 17 giugno, che è stata resa pubblica dal Corriere della sera il 22 giugno.

Il disegno di legge noto come «Zan» dal nome del relatore, il deputato del Partito democratico Alessandro Zan, reca Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. È stato approvato dalla Camera dei deputati il 4 novembre 2020, e attualmente è all’esame della Commissione giustizia del Senato.