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Documenti, 11/2010

A Fatima dieci anni dopo. Viaggio apostolico in Portogallo

Benedetto XVI
Nel decimo anniversario della beatificazione dei veggenti Giacinto e Maria, che fu anche l’occasione scelta dalla Santa Sede per rendere pubblico il terzo «segreto», Benedetto XVI ha fatto del pellegrinaggio a Fatima, «questa “casa” che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni» (secondo le parole dell’omelia), il centro della sua visita in Portogallo, dall’11 al 14 maggio 2010. Quindicesimo viaggio apostolico all’estero dall’inizio del pontificato, nono in Europa, costellato di 18 momenti pubblici nelle tre tappe di Lisbona, Fatima e Porto, i suoi temi principali sono stati l’attualizzazione del messaggio di Fatima (anche in riferimento alla crisi che la Chiesa sta attraversando a causa delle violenze sessuali perpetrate da sacerdoti nei confronti di minori: cf. riquadro a p. 322) e i criteri della missione ecclesiale nel mondo contemporaneo, che deve essere centrata sulla fedeltà alla verità, nel «rispetto dialogante» per «altre “verità”» o per «la verità degli altri», come ha detto il papa incontrando i rappresentanti del mondo della cultura. Cf. ampiamente Regno-att. 10,2010,291ss.

A Fatima dieci anni dopo. Una missione di verità, incontro con il mondo della cultura

Benedetto XVI
Nel decimo anniversario della beatificazione dei veggenti Giacinto e Maria, che fu anche l’occasione scelta dalla Santa Sede per rendere pubblico il terzo «segreto», Benedetto XVI ha fatto del pellegrinaggio a Fatima, «questa “casa” che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni» (secondo le parole dell’omelia), il centro della sua visita in Portogallo, dall’11 al 14 maggio 2010. Quindicesimo viaggio apostolico all’estero dall’inizio del pontificato, nono in Europa, costellato di 18 momenti pubblici nelle tre tappe di Lisbona, Fatima e Porto, i suoi temi principali sono stati l’attualizzazione del messaggio di Fatima (anche in riferimento alla crisi che la Chiesa sta attraversando a causa delle violenze sessuali perpetrate da sacerdoti nei confronti di minori: cf. riquadro a p. 322) e i criteri della missione ecclesiale nel mondo contemporaneo, che deve essere centrata sulla fedeltà alla verità, nel «rispetto dialogante» per «altre “verità”» o per «la verità degli altri», come ha detto il papa incontrando i rappresentanti del mondo della cultura. Cf. ampiamente Regno-att. 10,2010,291ss.

Il peccato che esiste nella Chiesa

Benedetto XVI
La consuetudine di Benedetto XVI di rispondere ad alcune domande dei giornalisti durante il volo da Roma verso la destinazione di ciascun viaggio apostolico è stata rispettata anche l’11 maggio scorso, mentre l’aereo si avvicinava a Lisbona. Riportiamo qui la risposta del papa all’ultima delle tre domande rivoltegli dal direttore della Sala stampa della Santa Sede, p. Lombardi, che verteva sul rapporto tra il terzo «segreto» di Fatima e le sofferenze che la Chiesa sta vivendo a causa delle violenze sessuali perpetrate da alcuni sacerdoti ai danni di minori (www.vatican.va).

A Fatima dieci anni dopo. Sono venuto a Fatima…, omelia sulla spianata del santuario

Benedetto XVI
Nel decimo anniversario della beatificazione dei veggenti Giacinto e Maria, che fu anche l’occasione scelta dalla Santa Sede per rendere pubblico il terzo «segreto», Benedetto XVI ha fatto del pellegrinaggio a Fatima, «questa “casa” che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni» (secondo le parole dell’omelia), il centro della sua visita in Portogallo, dall’11 al 14 maggio 2010. Quindicesimo viaggio apostolico all’estero dall’inizio del pontificato, nono in Europa, costellato di 18 momenti pubblici nelle tre tappe di Lisbona, Fatima e Porto, i suoi temi principali sono stati l’attualizzazione del messaggio di Fatima (anche in riferimento alla crisi che la Chiesa sta attraversando a causa delle violenze sessuali perpetrate da sacerdoti nei confronti di minori: cf. riquadro a p. 322) e i criteri della missione ecclesiale nel mondo contemporaneo, che deve essere centrata sulla fedeltà alla verità, nel «rispetto dialogante» per «altre “verità”» o per «la verità degli altri», come ha detto il papa incontrando i rappresentanti del mondo della cultura. Cf. ampiamente Regno-att. 10,2010,291ss.

Un progetto per i legionari. Comunicato della Sala stampa vaticana

Sala stampa vaticana
L’asciutto Comunicato a firma della Sala stampa vaticana che conclude ufficialmente la visita apostolica alla Congregazione dei legionari sintetizza i punti fermi dai quali partirà l’agenda del futuro delegato pontificio (cf. Regno-att. 10,2010,295). Innanzitutto il fatto oggi incon tro ver tibile che il fondatore p. Maciel ha condotto «una vita priva di scrupoli e di autentico sentimento religioso». Poi la necessità di «ridefinire il carisma… ri vedere l’esercizio dell’autorità», d’in traprendere «un cammino di purificazione» e di «profonda revisione» a motivo delle «serie conseguenze» che il comportamento del fondatore ha causato «nella vita e nella struttura della Legione». Da parte loro i legionari attualmente al vertice della congregazione hanno diramato al loro interno una circolare (cf. riquadro a p. 326) che se da un lato esprime «obbedienza filiale al santo padre», dall’altro si preoccupa d’intendere in maniera estensiva l’affermazione che «la maggioranza non sapeva niente», finendo per comprendere anche coloro «che attualmente sono nel governo della Legione».

I legionari: nessuno sapeva

Congregazione dei legionari di Cristo
Dopo il Comunicato della Santa Sede, il 5 maggio è apparsa una circolare interna (di cui riproduciamo i punti salienti) a commento del testo a firma e a difesa dell’attuale leadership della Congregazione dei legionari.

Il futuro della Chiesa in Irlanda. Mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino e primate d'Irlanda

D. Martin
«Perché sono scoraggiato?». Per «il continuo stillicidio di rivelazioni sulle violenze sessuali sui minori e il modo disastroso in cui sono state gestite. Ci sono ancora forze potenti che preferirebbero che la verità non emergesse». Con notevole franchezza l’arcivescovo di Dublino ha fatto il punto sul futuro della Chiesa di cui è primate in occasione di una conferenza tenuta in diocesi ai cavalieri di Colombano il 10 maggio scorso. Franchezza che gli è costata un successivo comunicato, dove ha chiarito che non alludeva a persone ma a un sentimento diffuso. Per mons. Martin manca infatti «una reale percezione della crisi di fede che c’è in Irlanda», che si manifesta in mol ti campi, ma che trova un punto d’origine da un lato nel «tentativo di minimizzare la gravità» del fenomeno delle violenze compiute da personale ecclesiastico e dall’altro nel fatto che tutti coloro che oggi sono pronti a criticare hanno taciuto quando cresceva nei seminari un’«angusta cultura del clericalismo». C’è solo una via: imparare dal «vuoto spirituale» delle vittime e a partire dalla fragilità far nuovamente posto a Dio e «a una Chiesa molto diversa».

Vescovi belgi: chiediamo perdono

I vescovi e gli amministratori diocesani del Belgio
Il 23 aprile sono state prontamente accettate da Benedetto XVI le dimissioni del vescovo di Bruges, mons. Roger Vangheluwe, che contestualmente si è dichiarato colpevole di violenze sessuali su un giovane prima e dopo la nomina episcopale. Dell’eco di questo avvenimento hanno parlato i vescovi della Conferenza episcopale belga durante la visita ad limina, svoltasi l’8 maggio, sia con il pontefice sia con i capi dicastero della curia romana. Al loro ritorno in patria hanno inviato una lettera pastorale, dove, oltre a una formale richiesta di perdono, invitano a ripensare «la modalità dell’esercizio dell’autorità» nella Chiesa.

Dichiarazione dei vescovi svizzeri

I vescovi svizzeri
A seguito di una crescente ondata di rivelazioni di violenze sessuali compiute da personale ecclesiastico in Svizzera, i vescovi cattolici hanno reso nota una dichiarazione il 31 marzo scorso, intitolata Abusi sessuali nella pastorale, nella quale chiedono perdono per «aver sottovalutato l’ampiezza del fenomeno» (www.kath.ch). Al tema hanno poi dedicato l’Assemblea ordinaria di fine maggio che ha approvato alcune rilevanti variazioni alle direttive in vigore dal 2002.

Tra crisi e piani pastorali. LXI Assemblea generale della CEI. Comunicato finale

Conferenza episcopale italiana
«Anche un solo caso è troppo»: l’espressione emblematica che il card. Bagnasco ha ripreso dalla sua prolusione al Consiglio permanente della CEI di marzo (Regno-doc. 7,2010,208) per aprire il 24 maggio la LXI Assemblea generale – citata anche dal segretario generale mons. Crociata durante la conferenza stampa del 25 –, sottolinea la perfetta consonanza della CEI con la posizione della Santa Sede in merito ai casi di violenze sessuali compiute da personale ecclesiastico ai danni diminori. Il tema, pur non avendo esaurito i lavori dell’assise episcopale, è stato tuttavia presente sia direttamente, quando Bagnasco ha invitato a non temere la verità anche se «dolorosa e odiosa»; sia indirettamente, nella presentazione del tema degli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, che sarà l’educazione, o nel ribadire la necessità di una migliore formazione e discernimento nei seminari. L’Assemblea ha anche rinnovato i vertici delle commissioni episcopali e di altri or gani statutari, oltre a occuparsi della preparazione dell’ormai imminente XLVI Settimana sociale dei cattolici italiani (cf. qui a p. 337).

Un'agenda di speranza. Documento preparatorio per la XLVI Settimana sociale dei cattolici italiani

Comitato scientifico e organizzatore - Settimane sociali dei cattolici italiani
«Alcune buone ragioni perché proceda l’opera di discernimento necessaria alla declinazione, oggi, in Italia, della nozione di bene comune»: le propone il documento preparatorio, reso noto il 10 maggio, del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani per la XLVI Settimana sociale, che si terrà a Reggio Calabria il prossimo ottobre (14-17), dal titolo Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del paese. Vengono sollevati diversi temi (la crisi nazionale, il lavoro, gli immigrati, l’emergenza educativa, i giovani, le istituzioni politiche; cf. Regno-att. 10,2010,302) e alcune domande molto concrete su cui riflettere, che fotografano l’Ita lia di oggi e le responsabilità a cui tutti siamo chiamati – in particolare i cattolici. «Un contributo che, nella prospettiva dell’insegnamento so cia le della Chiesa, provi a definire i contorni e gli interrogativi – base di un’agenda realistica per la ripresa del paese». Con uno spirito ben preciso: «Lavorando e invitando a lavorare tutti insieme in questa direzione, sappiamo di servire la speranza… cristiana».

Regno Documenti 11 2010. La rivista completa

Redazione
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