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Documenti, 1/2012, 01/01/2011, pag. 52

Vivere ogni giorno con dignità. I vescovi cattolici USA sul suicidio medicalmente assistito

I vescovi degli Stati Uniti
«Il suicidio è una tragedia terribile, qualcosa che una società compassionevole deve impegnarsi a prevenire», affermano i vescovi cattolici USA nella dichiarazione Vivere ogni giorno con dignità sul suicidio medicalmente assistito, approvata lo scorso 16 giugno nel corso dell’Assemblea generale primaverile della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) tenutasi a Bellevue (Washington). L’approvazione di una legge che permette il suicidio assistito nello stato di Washington nel 2008, dopo i precedenti dell’Oregon e del Montana, ha indotto l’episcopato a una riflessione che sfocia nel netto rifiuto di tale pratica: il modo di ragionare che la legittima «rischia di andare a sommarsi alla sofferenza delle persone gravemente ammalate. La loro sofferenza più grave spesso non è rappresentata dal dolore fisico, che può essere alleviato tramite cure mediche appropriate, ma dal sentimento di isolamento e di disperazione. Rendersi conto che altri – o la società nel suo complesso – possono considerare la loro morte come una soluzione accettabile e persino desiderabile ai loro problemi può solo amplificare questo tipo di sofferenza».

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Documenti, 2021-11

Sulla comunione ai politici pro aborto

Card. Luis F. Ladaria, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ai vescovi degli Stati Uniti

Dopo l’elezione del cattolico liberal Joe Biden alla Casa Bianca nel novembre 2020, una delle prime iniziative da parte di un gruppo di vescovi della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) è stata quella di trattare il problema della partecipazione alla comunione eucaristica da parte del presidente e della «confusione» che il ruolo di Biden avrebbe creato nei cattolici circa il vero insegnamento della Chiesa (cf. Regno-att. 6,2021,183), e formulare una linea di condotta (policy) nazionale sull’ammissione alla comunione di politici cattolici a favore delle leggi che permettono aborto, eutanasia o altri mali morali. Con una lettera datata 7 maggio al presidente della USCCB José Gomez, il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il card. Luis F. Ladaria, chiede ai vescovi di dare la priorità alla conservazione dell’unità tra loro nel discutere i temi riguardanti la vita. E nota che «sarebbe fuorviante» se una dichiarazione sull’indegnità di alcuni cattolici a ricevere la comunione «dovesse dare l’impressione che solo l’aborto e l’eutanasia costituiscono l’unico tema grave dell’insegnamento morale e sociale cattolico che domanda il massimo livello di responsabilità da parte dei cattolici».

Documenti, 2006-13

La traduzione inglese del Rito della messa

Il card. F. Arinze e il presidente dell'ICEL ai vescovi degli Stati Uniti
Dopo l’approvazione da parte dei vescovi dell’Australia, dell’Inghilterra e Galles e della Scozia e una lettera da parte del card. Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, anche i vescovi degli Stati Uniti hanno infine approvato, nel corso dell’Assemblea tenutasi il 15 giugno a Los Angeles, la traduzione inglese curata dall’International commission for English in the liturgy (ICEL) del Messale romano nella sua terza edizione, limitatamente al Rito della messa, con qualche ulteriore richiesta di cambiamento che dovrà essere esaminata dal dicastero vaticano. Alle obiezioni principali circa l’ottemperanza della nuova traduzione al criterio conciliare di una «piena, consapevole e attiva partecipazione» dei fedeli (Sacrosanctum concilium, n. 23) il segretario dell’ICEL, mons. Arthur Roche, ha dato risposta nel discorso di presentazione del lavoro ai vescovi, offrendo una traduzione che cerca di arricchire i testi liturgici di tutte le possibili risonanze bibliche e patristiche. Sull’intera vicenda cf. anche i riquadri a p. 457 e 458.