Documenti, 11/2012, 01/06/2012, pag. 371
Abbiamo tanta strada da fare. Lettera del presidente della Fraternità di Comunione e liberazione
Se CL «è continuamente identificato con l’attrattiva del potere… qualche pretesto dobbiamo aver dato». Tanto è franca nei contenuti, quanto è diretta nella forma – una lettera a uno dei più diffusi quotidiani italiani, La Repubblica – la parola che il presidente della Fraternità di Comunione e liberazione (CL), don J. Carrón, ha ritenuto di pronunciare in pubblico lo scorso 1° maggio. Alla sua origine, le inchieste giu diziarie sulla sanità nella Regione Lombardia che stanno coinvolgendo, direttamente o indirettamente, politici e amministratori notoriamente legati al movimento fondato da don Giussani, tra cui lo stesso presidente della Regione Roberto Formigoni. Ed è proprio la preoccupazione di salvaguardare la memoria e il carisma di don Luigi Giussani – ciò che Claudia Vites, moglie di uno degli arrestati, aveva definito in una precedente lettera al Corriere della sera il 19 aprile «un sussulto di gelosia per la propria identità, per quello che Giussani pensava al momento della fondazione» –, a emergere con forza da questa lettera, anche in considerazione del fatto che il 22 febbraio scorso CL e la curia di Milano avevano annunciato l’avvio dell’iter della causa di beatificazione.
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