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Documenti, 11/2016

Ieri il genocidio, l'unità domani

Viaggio apostolico in Armenia

Francesco

Il cuore del recente viaggio di papa Francesco in Armenia (24-26.6.2016) è racchiuso nell’incontro con la Chiesa apostolica armena, e rappresenta una nuova tappa di un percorso ecumenico che, attraverso il dialogo sincero e fraterno, potrà in futuro condurre alla piena comunione tra le due Chiese: «Condividiamo con grande gioia i tanti passi di un cammino comune già molto avanzato – ha detto il santo padre all’incontro ecumenico – e guardiamo davvero con fiducia al giorno in cui, con l’aiuto di Dio, saremo uniti presso l’altare del sacrificio di Cristo, nella pienezza della comunione eucaristica». La visita in Armenia è stata anche un’occasione per ribadire la vicinanza e l’amicizia del papa nei confronti del popolo armeno, che «illuminato dalla luce del Vangelo, anche nei momenti più tragici della sua storia, ha sempre trovato nella croce e nella risurrezione di Cristo la forza per risollevarsi e riprendere il cammino con dignità», e per denunciare i conflitti e le divisioni che ancora affliggono molte parti del mondo, in particolare il Medio Oriente. Pubblichiamo di seguito i discorsi pronunciati dal pontefice durante la visita alla cattedrale apostolica di Etchmiadzin, all’incontro con le autorità e all’incontro ecumenico, nonché il testo della Dichiarazione comune firmata da papa Francesco e il catholicos Karekin II.

Germania: dal genocidio alla riconciliazione

Bundestag tedesco

Il 1° giugno il Bundestag (Parlamento) tedesco ha approvato una mozione, presentata dai gruppi parlamentari CDU/CSU, SPD e Bündnis 90/I Verdi e intitolata Ricordare e commemorare il genocidio armeno e delle altre minoranze cristiane negli anni 1915 e 1916, che definisce «genocidio» il massacro degli armeni avvenuto in Turchia nel corso del 1915 da parte dell’Impero ottomano. Il testo è passato a grande maggioranza e ha provocato problemi diplomatici con la Turchia. Lo proponiamo in una nostra traduzione dal tedesco (dip21.bundestag.de).

Agenda Documenti

Agenda documenti1° maggio 2016. Francesco sulla Siria al Regina caeli. È «con profondo dolore» che papa Francesco segue i drammatici avvenimenti della Siria, «riguardanti la spirale di violenza che continua ad aggravare la già disperata situazione umanitaria del paese». Lo afferma lo stesso Francesco al termine del Regina caeli domenica 1° maggio. In particolare il papa fa riferimento alla città di...

La pastorale nell'ambito del penale

Documento base dell'ispettorato generale dei cappellani delle carceri italiane

Ispettorato generale dei cappellani delle carceri italiane

«La Chiesa di fronte al problema del male e nei confronti delle persone coinvolte ha espresso al suo interno e proposto sempre all’umanità dei cammini di liberazione fondati sull’amore misericordioso di Dio Padre. Percorsi vissuti in carcere attraverso operatori della pastorale che formano lì la comunità cristiana: persone inviate dai vescovi e dalle stesse comunità cristiane, persone detenute che condividono responsabilità di servizio ecclesiale e operatori dell’istituzione che hanno a cuore il cammino di fede». L’Ispettorato generale dei cappellani delle carceri italiane ha convocato, con una lettera inviata il 2 maggio a tutti coloro che, a vario titolo, operano nell’ambito del penale, il I Convegno nazionale degli operatori pastorali del mondo del penale, che si svolgerà il 6-7 novembre 2016 a Sacrofano (RM). L’invito è rivolto a sacerdoti, religiosi/e, educatori e volontari interessati ai cammini ecclesiali all’interno delle «comunità cristiane in carcere». Pubblichiamo il Documento base di pastorale nell’ambito del penale, redatto con l’apporto degli operatori pastorali nelle carceri italiane, e che costituirà la base per la discussione durante il convegno: «Attraverso questo strumento proviamo con semplicità a suggerire discernimenti e, nei riquadri del testo, indicazioni di azioni, percorsi e progetti pastorali».

Costruire l'unità

Il Santo e grande Concilio panortodosso di Creta

Concilio della Chiesa ortodossa; Bartolomeo I

«Il significato e il peso di questo Concilio sta in primo luogo nel fatto stesso di essere stato realizzato, per grazia di Dio, dopo tanti secoli durante i quali era stato impossibile. Solo questo basterebbe a farlo diventare uno dei grandi eventi della storia della Chiesa» (Bartolomeo I). Il Concilio panortodosso che si è tenuto presso l’Accademia ortodossa di Kolympari a Creta dal 19 al 26 giugno – dopo 55 anni di preparazione – ha visto riuniti i vertici di 10 delle 14 Chiese ortodosse autocefale, con la rimarcabile assenza delle delegazioni dei Patriarcati di Antiochia, Mosca, Bulgaria e Georgia (cf. cartina a p. 365).

L’assise ha approvato 6 documenti, modificando i testi elaborati durante la lunga fase preparatoria e inerenti questioni canoniche e pastorali interne, così come i rapporti con i cristiani di altre confessioni e la missione nel mondo contemporaneo; e due messaggi finali.

Per documentare l’evento pubblichiamo:

– il discorso inaugurale del patriarca ecumenico Bartolomeo I (20.6.2016);

– il Messaggio del Santo e grande Concilio della Chiesa ortodossa ai fedeli ortodossi e a tutte le persone di buona volontà (26.6.2016);

– l’Enciclica del Santo e grande Concilio della Chiesa ortodossa (26.6.2016).

Sfida Riforma

Margot Kässmann sul Giubileo della Riforma (2017)

Margot Kässmann

In vista dell’anniversario della Riforma luterana – 5 secoli dopo l’affissione delle 95 tesi di Martin Lutero sul portone della cattedrale di Wittenberg – per iniziativa del Pontificio ateneo S. Anselmo e della Chiesa evangelica tedesca (EKD), cattolici e luterani si sono incontrati a Roma per riprendere i temi di allora in un convegno dal titolo «Segni di perdono – Cammini di conversione – Prassi di penitenza. Una Riforma che interpella tutti» (Roma, 4-5.5.2016; cf. Regno-att. 8,2016,208ss). A tenere la prolusione il vescovo Margot Kässmann, ambasciatrice per il Giubileo luterano della EKD, che ha presentato una rilettura dell’evento realizzato da Lutero secondo 10 categorie su cui fare il bilancio. «È opportuno festeggiare un Giubileo della Riforma? Non dobbiamo renderci conto anche degli aspetti negativi della Riforma, come ad esempio le guerre di religione che ne seguirono o anche l’antigiudaismo di Lutero? Inoltre, una Chiesa alle prese con la diminuzione del numero dei suoi membri e le discussioni sul risparmio e sulle strutture ha motivo di festeggiare?». La tesi è che sì, ci sono i motivi per festeggiare la Riforma nel 2017. E solo una retrospettiva onesta, che secondo la migliore tradizione protestante si confronti in modo critico e creativo con la propria eredità, può evidenziare le luci e le ombre per fare un bilancio di che cosa è oggi il patrimonio della Riforma.

Un Patto di condivisione a Torino

Città di Torino, Centri islamici

«Riteniamo necessario e importante sottolineare come la costruzione di una cittadinanza condivisa sia elemento fondante per abbattere i muri della diffidenza, della paura e dello scontro». Con il titolo Torino è la nostra città. Un patto di condivisione è stato firmato lo scorso 9 febbraio un accordo tra la Città di Torino e i centri islamici, su proposta di questi ultimi, per promuovere i valori della convivenza, il rispetto reciproco e la conoscenza comune. Le proposte contenute nel Patto sono: formalizzare la costituzione di un Coordinamento con i centri islamici cittadini, redigere una bacheca con comunicazioni sulla vita della città in tutte le moschee torinesi, e una giornata di «Moschee aperte – spazio per tutti», in cui i fedeli musulmani possano raccontarsi al territorio e fare entrare la città dentro i propri luoghi di preghiera. L’iniziativa di Torino è stata seguita da altre città italiane. «Anche di fronte alla drammaticità della situazione internazionale e dei gravissimi fatti che in tutte le parti del mondo, compresa l’Europa, mietono vittime innocenti, all’angoscia e alla preoccupazione di tutti noi intendiamo reagire per rivendicare con orgoglio il percorso già fatto, per consolidarlo e rinnovarlo rendendo esplicite le reciproche volontà di una costruzione di una cittadinanza attiva e di partecipazione alla vita della città».