D
Documenti

Documenti, 3/2017

Ascoltiamo il pianto dei nostri bambini

Lettera ai vescovi nella festa dei Santi innocenti

Francesco

«Ascoltiamo il pianto e il lamento di questi bambini; ascoltiamo anche il pianto e il lamento della nostra madre Chiesa, che piange non solo davanti al dolore procurato nei suoi figli più piccoli, ma anche perché conosce il peccato di alcuni dei suoi membri: la sofferenza, la storia e il dolore dei minori che furono abusati sessualmente da sacerdoti. Peccato che ci fa vergognare. Persone che avevano la responsabilità della cura di questi bambini hanno distrutto la loro dignità. Deploriamo questo profondamente e chiediamo perdono». È stata pubblicata il 28 dicembre la lettera di Francesco ai vescovi in occasione della festa dei Santi innocenti, in cui il papa solleva il tema della sofferenza di milioni di bambini nel mondo, e chiede perdono per il peccato di alcuni membri della Chiesa nei confronti dei minori. «Troviamo il coraggio necessario per promuovere tutti i mezzi necessari e proteggere in tutto la vita dei nostri bambini perché tali crimini non si ripetano più. Facciamo nostra chiaramente e lealmente la consegna “tolleranza zero” in questo ambito».

Giovani, fede e discernimento vocazionale

Documento preparatorio della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi

XV Assemblea generale del Sinodo dei vescovi

«Attraverso un nuovo percorso sinodale sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, la Chiesa ha deciso d’interrogarsi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la buona notizia». È stato pubblicato il 13 gennaio il Documento preparatorio della XV Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, che avrà come tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» e si svolgerà nell’ottobre 2018. Il Documento propone una riflessione suddivisa in tre parti: per prima cosa fornisce una lettura delle condizioni sociali e culturali in cui sono oggi immersi i giovani; si analizza poi il processo di discernimento, ripercorrendone gli snodi principali, per mettere in luce la ricchezza di questo strumento nel percorso di ricerca della propria vocazione; e infine vengono tematizzati gli aspetti principali della pastorale giovanile vocazionale. Il Documento, che termina con un questionario, è indirizzato ai vescovi e superiori generali di tutto il mondo, e costituirà la base per l’Instrumentum laboris, che sarà il punto di riferimento della discussione dei padri sinodali.

Giovani: un’Assemblea e un Sinodo

Comunicato finale del Consiglio permanente della CEI

Consiglio permanente della CEI

L’aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto, la crescente povertà nelle famiglie italiane – con una richiesta pressante allo stato per «politiche familiari che possano trovare attuazione senza ulteriori dilazioni di tempo e di misure che aiutino la ripresa dell’occupazione: sono condizioni di futuro» –; e sul versante ecclesiale la pastorale giovanile, che sarà il tema principale dell’Assemblea generale di maggio, anche in vista del Sinodo indetto da papa Francesco per il 2018, e la formazione dei preti, su cui uscirà presto un sussidio a conclusione del lavoro compiuto dai vescovi nell’ultimo biennio sul rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente. Sono stati questi i contenuti principali del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, riunitosi a Roma dal 23 al 25 gennaio. Il Consiglio episcopale permanente, che è composto dal presidente della CEI card. Angelo Bagnasco, dal segretario mons. Nunzio Galantino, dai tre vicepresidenti e dai 27 presidenti delle conferenze episcopali regionali e delle commissioni episcopali, si riunirà nuovamente in marzo.

L’atto di fede

Lettera del vescovo di Rieti dopo il terremoto

Mons. Domenico Pompili

«Chi ha perso gli affetti più cari non sa più cosa desiderare... chi ha perduto tutto si chiede cosa fare... Non siamo più gli stessi». Nel novero delle parole di senso pronunciate in questi mesi dai pastori delle Chiese ferite dal terremoto, questa lettera pastorale che mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti, ha rivolto alla sua diocesi – una delle più colpite – all’inizio dell’Avvento si distingue per la totale empatia. E per come insiste a dire che, alle domande addolorate, sarebbe insensato rispondere «ce lo siamo meritati». A partire dall’esempio di Giobbe, è piuttosto richiesto il «passaggio difficile» di «una visione sapienziale del male», che rifiuta un’idea retributiva e lascia spazio al dolore, prima di approdare al «credere senza garanzia». Un «atto di fede» possibile, prosegue mons. Pompili sempre parlando in prima persona plurale, perché il terremoto ha sfondato, come in un noto quadro di Magritte, la porta chiusa delle nostre sicurezze materiali, consentendoci di comprendere che si può vivere «senza muri, ma non senza fede». E che «è dal legame che si può ripartire (…), dal salvarsi a vicenda».

«Un momento buio nella nostra storia»

Reazioni agli ordini esecutivi su rifugiati e immigrati negli Stati Uniti

Vescovi e organizzazioni religiose degli Stati Uniti

«Questo fine settimana si è rivelato un momento buio nella storia degli Stati Uniti… È ora di mettere da parte le paure e unirsi per recuperare chi siamo e che cosa rappresentiamo per un mondo che ha disperatamente bisogno di speranza e solidarietà» (card. Cupich). «Siamo in forte disaccordo con l’ordine esecutivo che blocca l’ammissione dei rifugiati» (mons. Vásquez). Una «tranquilla gentilezza è quello che ha reso grande l’America, e che continuerà a renderla grande» (card. Tobin). «Diciamo a tutti i nostri fratelli e sorelle musulmani e a tutte le persone di fede, siamo al vostro fianco e vi accogliamo» (vescovi Rozanski, Lori e Cantú). Sono alcune delle reazioni, che qui documentiamo, da parte di vescovi cattolici e luterani, statunitensi e messicani, e di organizzazioni religiose e non, agli ordini esecutivi emanati dal neo eletto presidente Donald Trump, entrato in carica il 20 gennaio. Si tratta degli ordini esecutivi del 25 gennaio sulla costruzione di un muro lungo il confine con il Messico e per tagliare i fondi alle «città santuario», e di quello del 27 gennaio Proteggere la nazione dall’ingresso dei terroristi musulmani negli Stati Uniti.

La vita dei neri conta?

Il vescovo di Belleville, Illinois (USA) sul razzismo

Mons. Edward K. Braxton

«La mia speranza è che i cattolici che leggeranno questa lettera pastorale la trovino una risorsa utile per dialogare tra di loro e con persone di diversa provenienza razziale e con diversi punti di vista su un argomento attuale, al quale in precedenza potrebbero non avere prestato molta attenzione». Davanti alla drammaticità delle divisioni razziali e delle discriminazioni denunciate negli ultimi anni – anche in forma violenta – dal movimento Black lives matter, può sembrare un obiettivo minimale quello di mons. Edward K. Braxton, vescovo di Belleville nell’Illinois. Non lo è se si considera, come il vescovo afro-americano fa nella sua lettera pastorale La Chiesa cattolica e il movimento Black lives matter. Di nuovo sulle divisioni razziali negli Stati Uniti (26.2.2016), che storicamente «la Chiesa cattolica non si è impegnata attivamente in un dialogo con le comunità afro-americane al livello di idee, di movimenti maggiori e dell’emergere di una coscienza nera». Se dunque il movimento Black lives matter può essere passibile di critiche sotto molti aspetti, qui evidenziati, è tuttavia urgente che i cattolici negli Stati Uniti s’impegnino a «pregare, ascoltare, imparare, pensare e agire in modo tale che tutti ovunque sappiano che crediamo veramente che la vita dei neri conta, esattamente perché ogni vita conta!».

I vescovi sudafricani: superare il razzismo

Conferenza dei vescovi cattolici del Sudafrica

Di fronte all’esplodere delle diseguaglianze razziali in Sudafrica, dove i bianchi sono il 9% su una popolazione di 50 milioni di persone, la Conferenza dei vescovi cattolici del Sudafrica ha pubblicato il 7 marzo 2016 una lettera pastorale firmata dal presidente, l’arcivescovo Stephen Brislin di Città del Capo, in cui s’invoca un dialogo sul razzismo nel paese, per correggere le diseguaglianze create da leggi e pratiche discriminatorie (www.sacbc.org.za; nostra traduzione dall’inglese).

La famiglia cattolica in Asia

Federazione delle conferenze episcopali d’Asia (FABC) – XI Assemblea plenaria

Federazione delle conferenze episcopali d’Asia (FABC)

«La famiglia cattolica in Asia: Chiesa domestica dei poveri in missione di misericordia», recitava nella sua formulazione completa il tema della XI Assemblea plenaria della Federazione delle conferenze episcopali d’Asia (FABC). Il Documento finale che l’assise, svoltasi a Colombo, in Sri Lanka, dal 28 novembre al 4 dicembre 2016, ha approvato e consegnato alle Chiese del continente ne sviluppa i concetti-chiave in direzioni molteplici, tenendo conto tanto della condizione di minoranza delle famiglie cattoliche nella maggior parte dei paesi asiatici, quanto dei difficili contesti etnico-culturali, economici e sociali nei quali esse si trovano a vivere (I parte). Dopo una riflessione alla luce della fede (II parte), si trovano, dettagliatamente articolate, le risposte alle sfide pastorali (III parte), che vanno dall’estremismo religioso alle migrazioni interne, e dal colonialismo ideologico al cambiamento climatico. Le raccomandazioni finali (IV parte) si rivolgono infine alla vita interna delle Chiese: come orientare in senso integrale e non settoriale un «ministero della famiglia».