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Documenti, 7/2021

«Vengo come pellegrino di pace»

Viaggio apostolico in Iraq, 5-8 marzo 2021

Francesco

Dopo «i disastri delle guerre, il flagello del terrorismo e conflitti settari spesso basati su un fondamentalismo che non può accettare la pacifica coesistenza di vari gruppi etnici e religiosi, di idee e culture diverse», il viaggio di papa Francesco in Iraq dal 5 all’8 marzo aveva la duplice intenzione di rincuorare la Chiesa irachena (di rito orientale) e incoraggiarla nella sua «testimonianza di fede, speranza e carità in mezzo alla società irachena», e di avviare un cammino di fraternità con l’islam sciita, guidato dall’ayatollah Sayyd Ali Al-Husayni Al-Sistani, che Francesco ha incontrato il 6 marzo a Najaf.

Francesco, che si è presentato come «penitente che chiede perdono al Cielo e ai fratelli per tante distruzioni e crudeltà e… come pellegrino di pace, in nome di Cristo, Principe della pace», ha sviluppato nei suoi incontri i temi della fraternità e della convivenza dei popoli contenuti nel Documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune (2019) e nell’enciclica Fratelli tutti (2020).

Preghiera dei figli di Abramo

Al termine dell’incontro interreligioso tra il papa e altri leader religiosi tenutosi il 6 marzo nella Piana di Ur, dove Abramo ricevette la chiamata a lasciare la propria patria, è stata intonata un’orazione ispirata alla figura del Patriarca, padre comune nella fede per cristiani, ebrei e musulmani (www.vatican.va). Non erano presenti rappresentanti della religione ebraica.

Disponibile per tutti

Candor lucis aeternae

Lettera apostolica nel VII centenario della morte di Dante Alighieri

Francesco

«In questo particolare momento storico, segnato da molte ombre, da situazioni che degradano l’umanità, da una mancanza di fiducia e di prospettive per il futuro, la figura di Dante, profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità, può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino». Il 25 marzo, nella solennità dell’Annunciazione e quindi con il pensiero al mistero dell’incarnazione – che «è il vero centro ispiratore e il nucleo essenziale di tutto il poema» – papa Francesco ha voluto unirsi «al numeroso coro di quanti vogliono onorare la memoria (di Dante) nel VII centenario della morte» con la lettera apostolica Candor Lucis aeternae nel VII Centenario della morte di Dante Alighieri. L’importanza della figura del grande letterato fiorentino per la fede dei nostri giorni è rinvenuta nel suo essere «profeta di speranza e testimone della sete di infinito insita nel cuore dell’uomo», che «può aiutarci ad avanzare con serenità e coraggio nel pellegrinaggio della vita e della fede che tutti siamo chiamati a compiere, finché il nostro cuore non avrà trovato la vera pace e la vera gioia, finché non arriveremo alla meta ultima di tutta l’umanità, “l’amor che move il sole e l’altre stelle”».

Non si benedicono le unioni omosessuali

Congregazione per la dottrina della fede

La Chiesa non dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso. Lo afferma il Responsum della Congregazione per la dottrina della fede a un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso, pubblicato il 15 marzo insieme a una Nota esplicativa e a un Articolo di commento. Infatti «non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso», perché tali unioni non sono ordinate «in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore». Purtuttavia sono presenti in tali unioni «elementi positivi, che in sé sono… da apprezzare e valorizzare».

Il brevissimo documento della Congregazione per la dottrina della fede, che ha suscitato un acceso dibattito nell’opinione pubblica ecclesiale, intende chiarire la posizione della Santa Sede rispetto a «progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso» che si stanno diffondendo «in alcuni ambiti ecclesiali», per esempio nei paesi di lingua tedesca.

 

Voci dalle cattedrali

TERRA DEI FUOCHI Appello dei vescovi: subito le bonifiche All’inizio di febbraio un rapporto pubblicato dall’Istituto superiore di sanità insieme alla procura di Napoli Nord ha stabilito un nesso causale fra il disastro ambientale nelle province di Napoli e Caserta e la diffusione in quel territorio di tumori e malformazioni. Secondo la ricerca più di un cittadino su tre...

Vaccino per tutti

Commissione vaticana COVID-19 in collaborazione con la Pontificia accademia per la vita

«Il rifiuto del vaccino può costituire un rischio per gli altri». È quanto si legge nella Nota intitolata Vaccino per tutti. 20 punti per un mondo più giusto e sano, emanata dalla Commissione vaticana COVID-19 il 29 dicembre 2020, in collaborazione con la Pontificia accademia per la vita.

Seguendo le parole di papa Francesco – che nel suo discorso ai volontari del Banco farmaceutico (19 settembre 2020) e nel messaggio Urbi et orbi del Natale passato (25 dicembre) sottolineava l’ingiustizia di non assicurare la cura per tutti – il documento analizza il «ciclo di vita» del vaccino, dalla ricerca alla somministrazione, auspicando un sistema di collaborazione fra stati, enti internazionali e case farmaceutiche, che eviti categoricamente la «marginalità farmaceutica» dei paesi più indigenti.

Affermata la necessità di una distribuzione equa, supportata da un elenco di azioni necessarie, viene affrontato il tema della responsabilità morale di sottoporsi al vaccino, in vista anche di proteggere gli altri, ponendo particolare attenzione alla questione dell’utilizzo di linee cellulari fetali nella fase di sperimentazione. La Congregazione per la dottrina della fede ritiene moralmente accettabile l’impiego di questi vaccini, non essendovi criteri validi per considerarli illeciti e valutando il rifiuto pericoloso per la salute pubblica (cf. Regno-doc. 1,2021,63).

Un equo accesso ai vaccini

Caritas internationalis, Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale

Esortando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad affrontare la distribuzione iniqua dei vaccini anti COVID-19 come un «problema di sicurezza globale», la Caritas internationalis – organizzazione umanitaria che confedera le 165 Caritas nazionali e che fa capo alla Santa Sede, ed è attualmente presieduta dal card. Luis Antonio Tagle – e il Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale hanno chiesto ai leader mondiali di mettere da parte le agende nazionali e di assicurare una rapida distribuzione dei vaccini ai paesi più poveri del Sud globale. La dichiarazione, pubblicata il 5 febbraio e intitolata Azioni urgenti per un equo accesso ai vaccini anti COVID-19. Nessuno deve essere escluso, afferma che «affrontare la questione dei vaccini dalla prospettiva di una strategia nazionale ristretta potrebbe portare a un fallimento morale nel soddisfare i bisogni dei più vulnerabili in tutto il mondo».

I due organismi vaticani chiedono il coinvolgimento del Consiglio di sicurezza per elaborare un piano globale con un approccio multilaterale; la remissione del debito dei paesi più poveri; la promozione della produzione locale di vaccini in diversi poli tecnici nel Sud globale; un coinvolgimento delle Chiese e organizzazioni religiose nella preparazione delle comunità locali alla vaccinazione. Cf. anche riquadro qui a fianco.

Caritas Europa e COMECE: equità nei vaccini

Caritas Europa, Commissione degli episcopati dell’Unione Europea

l 23 febbraio si sono espressi sulla «giustizia nell’ambito dei vaccini» anche Caritas Europa e la Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE), con una dichiarazione congiunta dal titolo L’Unione Europea e le sfide dei vaccini COVID-19. I principi fondamentali dell’UE richiedono equità nell’accesso ai vaccini (www.comece.org; nostra traduzione dall’inglese).

Riformare l'OMC

Ngozi Okonjo-Iweala, nuova direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC)

Rivolgendosi al Consiglio generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) subito dopo la sua entrata in carica (1° marzo), la nuova direttrice generale Ngozi Okonjo-Iweala, nigeriana, ha invitato i membri ad «agire diversamente» per completare le riforme necessarie a salvaguardare la rilevanza dell’OMC, perché «il mondo sta lasciando indietro l’OMC. Governanti e legislatori vogliono cambiamento. Molti ministri del commercio mi hanno detto che, se le cose non cambiano, non parteciperanno più alle conferenze ministeriali perché è tempo perso». Uno dei primi obiettivi necessari è un accordo globale per incrementare la produzione e la distribuzione dei vaccini contro il COVID-19, tema caldo nella politica globale attuale (cf. in questo numero a p. 215 e 220). La nuova direttrice ha sottolineato che le alte aspettative nei confronti del suo mandato possono essere soddisfatte solo se i membri si dimostreranno favorevoli al compromesso e al raggiungimento di accordi.

Intervenendo poi, l’8 marzo, a un’iniziativa dell’OMC su «Le donne come leader: verso un futuro equo nel mondo del COVID-19», in occasione della Giornata internazionale delle donne 2021, ha affermato con forza che «le donne rischiano di essere lasciate indietro nel processo di ripresa, se non verranno messe in atto misure adeguate che contrastino l’impatto sproporzionato che la pandemia sta avendo su di loro».

Vaccini anti-COVID: aspetti etici

Comitato nazionale per la bioetica

Il 1° dicembre 2020 è stato pubblicato sul sito istituzionale del Comitato nazionale per la bioetica (CNB) il documento I vaccini e COVID-19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione, approvato nel corso della plenaria del 27 novembre 2020.

Il Comitato, presieduto dal prof. Lorenzo D’Avack, intendeva fornire una riflessione etica sui temi di ricerca, produzione, distribuzione, informazione e costo, in un momento in cui la sperimentazione non aveva ancora portato all’approvazione di un vaccino. Appurato che lo stato di emergenza non deve indurre a tagliare i necessari tempi della ricerca, il documento evidenzia l’importanza di considerare il vaccino come un bene comune, la cui distribuzione non deve rispondere unicamente alle logiche di mercato, nella «consapevolezza che nessun paese sarà completamente protetto se il mondo non sarà protetto».

Le raccomandazioni del CNB auspicano la cooperazione di stati e case farmaceutiche, nell’ottica di una distribuzione etica ed equa del vaccino, con una particolare attenzione alle persone più vulnerabili e ai paesi più indigenti, grazie al meccanismo Covax. Non viene esclusa neanche l’obbligatorietà per certe categorie professionali. A oggi i vaccini approvati e la campagna vaccinale avviata in Europa e nel mondo hanno soddisfatto questi auspici?

Disponibile per tutti

Forse anche il Sinodo

CEI – Consiglio episcopale permanente, sessione primaverile (22-24 marzo 2021)

Al centro della riflessione dei vescovi italiani, riuniti in Consiglio permanente (22-24.3.2021), è stata la questione Sinodo, che, come recita il Comunicato finale, «più che un contenuto» deve essere inteso «come uno stile capace di trasformare il volto della Chiesa che è in Italia». Avendo come obiettivo «la conversione missionaria della pastorale e delle comunità», ciò che per ora è necessario è più che altro un «metodo sinodale che aiuti a mettere a fuoco il mutamento in corso», valorizzando «le peculiarità pastorali» di ogni realtà ecclesiale (si è parlato anche dei seminari come luoghi di «formazione dei sacerdoti in chiave sinodale») e considerando la «stasi» e la «fatica diffusa» in esse, indotte dallo stravolgimento portato dalla pandemia. Tempi e modi sono comunque demandati all’Assemblea generale, prevista per il prossimo maggio (24-27). Durante la discussione si è anche parlato della pandemia; degli istituti superiori di teologia e di scienze religiose; dell’incontro «Mediterraneo frontiera di pace» (febbraio 2020) che potrebbe essere «la prima tappa di un progetto» che continua; del testo, in fase di stesura, che individua i «criteri per il discernimento e la preparazione dei candidati e delle candidate ai ministeri del lettorato e dell’accolitato»; di altri adempimenti statutari, come la proposta di ripartizione dei fondi dell’8 per mille e alcune nomine.

 

Consolidare la democrazia

Conferenza episcopale nazionale del Congo (CENCO)

Dopo essersi riunito dal 22 al 25 febbraio 2021 a Kinshasa, il Consiglio permanente della Conferenza episcopale nazionale del Congo (CENCO) il 1° marzo ha pubblicato un messaggio, intitolato «Laceratevi il cuore e non le vesti» (Gl 2,13). Il popolo attende ancora. In vista della formazione di un nuovo governo, i vescovi congolesi ricordano che «il benessere del popolo congolese dipenderà necessariamente dal consolidamento della democrazia», raccomandando a questo fine che il nuovo governo dia la priorità alla riforma del sistema elettorale.

I leader della Chiesa cattolica evidenziano tra i principali problemi del paese l’inadeguatezza del sistema scolastico, la situazione di insicurezza di alcune aree del paese – ricordando l’uccisione dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio – e la corruzione diffusa. Le raccomandazioni indirizzate al popolo, ai governanti e alla comunità internazionale sono al riguardo puntuali e concrete.

Agenda Documenti

21 gennaio 2021. Documento di Kampala per i 50 anni dello SCEAM. Perché conoscano Cristo e abbiano la vita in abbondanza è il titolo del «Documento di Kampala», che il Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (SCEAM) ha diffuso il 21 gennaio per commemorare il 50° anniversario della sua istituzione. Il testo invita la Chiesa africana a rinnovare «un...

L'unica via è la pace

Sul colpo di stato militare in Myanmar

Card. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon

In seguito al colpo di stato militare del 1° febbraio nel suo paese, il card. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, ha esortato il popolo di Myanmar, a maggioranza buddhista, alla non violenza, e la comunità internazionale a non imporre sanzioni economiche che «rischiano di far crollare l’economia, gettando milioni di persone nella povertà». «Impegnare gli attori nella riconciliazione – sostiene – è l’unica strada». Il cardinale, presidente della Conferenza episcopale di Myanmar e della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (FABC), nel suo Messaggio al popolo di Myanmar e alle nostre comunità internazionali del 3 febbraio afferma che il popolo birmano «crede nel trasferimento pacifico del potere» ed «è stanco di promesse vane» di maggiore democrazia. Rivolgendosi ai militari ha osservato che per riconquistare la fiducia della gente un buon primo passo sarebbe quello di rilasciare i leader dell’opposizione e gli attivisti detenuti, tra cui il premio Nobel Aung San Suu Kyi e il presidente Win Myint. Il governo militare in Myanmar è durato dal 1962 al 2011 prima di riprendere nuovamente con l’ultimo colpo di stato. I militari hanno detto che il gen. Min Aung Hlaing sarà al comando del paese per un anno perché il governo non ha reagito alle denunce di frode dei militari nelle elezioni dello scorso novembre.

 

CEC e Chiese dell’Asia: ripristinare la democrazia

Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), Conferenza cristiana dell'Asia

Il 4 marzo anche il Consiglio ecumenico delle Chiese e la Conferenza cristiana dell’Asia hanno pubblicato una Dichiarazione sulla situazione attuale in Myanmar, in cui condannano il golpe militare del 1° febbraio e chiedono il ritorno alla vita democratica (www.oikoumene.org; nostra traduzione dall’inglese).

Europa futura

David Sassoli, António Costa, Ursula von der Leyen

Il 9 maggio, quando ricorreranno i 70 anni della Dichiarazione Schuman che nel 1959 aprì la strada al processo d’integrazione europea, prenderà l’avvio la Conferenza per il futuro dell’Europa, iniziativa che dovrebbe portare a un grande dibattito pubblico «dal basso» «sul futuro che vogliamo costruire insieme allo scopo di rafforzare la solidarietà europea» e a un rilancio del progetto europeo.

Il primo spunto ne era stato, nel marzo 2019 (a ridosso delle elezioni europee), una lettera di Emmanuel Macron ai cittadini d’Europa, intitolata Per un Rinascimento europeo, in cui il presidente francese teorizzava una Conferenza per l’Europa «al fine di proporre tutti i cambiamenti necessari al nostro progetto politico, senza tabù, neanche quello della revisione dei trattati» (cf. riquadro qui a fianco). Ma è stata la pandemia da coronavirus il fattore decisivo che ha convinto le istituzioni europee ad avviare una profonda e allargata riflessione sul futuro comunitario.

Il 10 marzo il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il primo ministro portoghese António Costa a nome della presidenza del Consiglio dell’Unione Europea e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno firmato la Dichiarazione comune sulla Conferenza sul futuro dell’Europa intitolata  Dialogo con i cittadini per la democrazia. Costruire un’Europa più resiliente.

Per un Rinascimento europeo

Emmanuel Macron

Nel marzo 2019 con una lettera ai cittadini d’Europa intitolata Per un Rinascimento europeo il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron aveva proposto una conferenza per l’Europa (www.elysee.fr).