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Documenti, 15/2022, 01/09/2022, pag. 468

Sinodalità: la sintesi italiana

Conferenza episcopale italiana

Le chiavi interpretative, i «dieci nuclei attorno a cui sono state organizzate le riflessioni emerse dalle sintesi diocesane» – sviluppate da 50.000 gruppi sinodali, per un totale di 219 testi pervenuti alla CEI – riescono a fornire un quadro critico esaustivo del panorama ecclesiale italiano e, a partire da questo, anche una direzione per il prossimo anno pastorale (cf. anche in questo numero a p. 476). Nella Sintesi nazionale della fase diocesana, pubblicata il 18 agosto, si dice dunque del fatto che la Chiesa soffra di un «debito di ascolto» nei confronti dei giovani, delle «vittime di abusi sessuali e di coscienza»… O che l’«accoglienza» debba partire innanzitutto da «differenze» rispetto alle quali il corpo ecclesiale spesso si mostra impermeabile: generazionali, nate da storie ferite, di genere, d’orientamento sessuale, culturali, sociali o legate alla disabilità. Acuta l’idea di puntare alle «relazioni» più che all’elenco di singole categorie di soggetti ecclesiali, perché «l’incontro con le persone non va vissuto come un corollario, ma come il centro dell’azione pastorale». E così anche per gli altri nuclei – «celebrare», «comunicazione», «condividere», «dialogo», «casa», «passaggi di vita», «metodo» –: una sintesi molto consapevole dei limiti, ma anche in grado – se le sfide verranno raccolte – di proporre possibili vie d’uscita.

 

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Leggi anche

Documenti, 2025-19

Rapporto sulla tutela: la CEI risponde

Conferenza episcopale italiana

Il 16 ottobre la Conferenza episcopale italiana ha pubblicato sul proprio sito una nota intitolata Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili: l’impegno delle Chiese in Italia, reagendo alle osservazioni contenute nel II Rapporto annuale sulle politiche e procedure della Chiesa. Periodo di riferimento 2024, pubblicato dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori (cf. qui a p. 599; www.chiesacattolica.it).

 

Documenti, 2025-17

Riconciliazione e servizio alla pace

Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (Gorizia, 22-24 settembre 2025)

«Dobbiamo, come Chiesa italiana e come Chiese europee, portare il nostro sostegno al Continente, per un suo consolidamento come realtà di democrazia, pace e libertà, per la difesa della persona umana in un mondo che appare tanto in movimento. Abbiamo dunque bisogno, oggi più che mai, di esempi concreti come quello di Gorizia per dimostrare che la pace non è un’utopia per ingenui, ma è la vocazione dell’Italia, dell’Europa e di ogni società umana degna di questo nome». Così si è espresso il card. Matteo Maria Zuppi il 22 settembre, aprendo a Gorizia i lavori del Consiglio episcopale permanente in sessione autunnale. L’Introduzione del cardinale presidente si è concentrata prevalentemente sul ruolo delle Chiese in Italia e in Europa per la promozione della pace, con un convinto riconoscimento dell’indispensabile compito del Continente per la democrazia e la difesa dei diritti umani. «L’Europa unita ha reso possibile molte cose... proprio perché si è fondata sulla cooperazione, nella coscienza di avere un destino comune di pace tra i paesi dell’Europa... e del mondo. Questi frutti mostrano come l’Europa esista e sia una via verso il futuro, forse più di quanto i cittadini avvertano a causa della distanza delle istituzioni comunitarie. Non solo l’Italia, ma l’Europa può diventare maestra di pace».

Il Consiglio permanente ha poi approvato il Documento finale del Cammino sinodale italiano, rielaborato dopo la bocciatura della seconda Assemblea sinodale in aprile, e definito il percorso prossimo per il sinodo italiano.

Documenti, 2025-11

Un appello per la pace

Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana – Comunicato finale (Roma, 27 maggio 2025)

C’è molta attualità nel Comunicato finale della sessione straordinaria del Consiglio permanente della CEI del 27 maggio scorso: si parla di papa Leone XIV, al quale i vescovi esprimono «obbedienza filiale» nella «memoria di quanto ricevuto» da papa Francesco. Si parla di pace «disarmata e disarmante», come l’ha definita Leone XIV sulla scia del predecessore, riferita all’Ucraina e alla Striscia di Gaza in particolare. Si parla poi dei referendum dei primi di giugno, lasciando intendere che i vescovi porrebbero un «sì» al quesito sulla cittadinanza ai migranti, anche se sarebbe meglio «una riforma complessiva della legge». Si parla di carceri e del loro affollamento; si parla d’«infinita dignità della persona dal concepimento alla morte naturale», facendo indiretto riferimento da un lato alla sentenza della Corte costituzionale relativa a un minore e alle sue due «madri», dall’altro alla legge toscana sul fine vita. Ma al centro del Consiglio straordinario c’era il prosieguo del Cammino sinodale italiano dopo l’Assemblea del marzo scorso, definita «vivace e creativa». I vescovi hanno steso un «cronoprogramma che prevede un’intensa attività di stesura del testo da presentare alla votazione all’Assemblea sinodale» di ottobre, passando da tutti gli organismi della CEI e dal Comitato sinodale.