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Riletture

Riletture

Troppa felicità

Mariapia Veladiano

È ancora l’impensata eccezionalità dei giorni presenti a guidare le libere associazioni che portano a rileggere. S’impone il ricordo di un’epidemia felice a Copenaghen. Solo queste parole, felicità, epidemia e Copenaghen. La felicità fa da traino e la memoria prende il filo per il capo giusto. È Alice Munro, Troppa felicità (Einaudi, Milano 2011).

 

Piccoli maestri (d’umanità)

"I piccoli maestri" di Luigi Meneghello

Mariapia Veladiano
Si può non saperlo proprio fare, di essere eroi. Si può non avere nemmeno il coraggio, prima, si può appartenere alla classe sociale che ha dovuto conquistare con affanno il diritto di esistere o a quella che da generazioni nasce accomodata nei suoi privilegi. Si può essere iperconsapevoli, analizzare i dati, i fatti, la storia e le conseguenze, oppure semplicemente si può...

Alla fine è la parola

Un'opera della poetessa Hilde Domin

Mariapia Veladiano
Questi sono giorni impensati e reclusi e, per contrasto con il confine dei muri che ci contengono, vengono in mente tutte le libertà e tutti i sogni che non avevamo il tempo di sognare quando le nostre notti erano brevissime fra il lavoro fuori, il lavoro di casa, un viaggio e ancora il lavoro il giorno dopo e poi ancora, e dentro tutte le stanze, dove siamo circoscritti come è giusto,...

100 Rodari da ricordare

Mariapia Veladiano
C’era una volta Gianni Rodari. C’era e c’è. Quest’anno si ricordano i cento anni dalla nascita e ri-leggerlo è una gioia. E si può anche in-seguirlo lungo su e giù per l’Italia quanto è lunga e anche sporgendosi dai confini. Sul portale www.100giannirodari.com l’editrice EL (che comprende i marchi Edizioni EL, Einaudi Ragazzi ed...

Vedere l’amore

"Prenditi cura di lei", di Kyung-Sook Shin

Mariapia Veladiano
Si può scoprire d’amare in modo smisurato una persona solo dopo che questa non c’è più. Oppure si può scoprire l’amore smisurato di questa persona per noi solo dopo che questa non c’è più. Oppure tutte e due le cose. È sempre tremendo non riconoscere l’amore. È struggente. Ma c’è anche chi ama di un amore...

Una vita come le altre

Mariapia Veladiano
Non esiste un punto di vista fuori di sé dal quale scrivere, anche quando non si scrive di sé. La letteratura è questa operazione d’attraversare la vita di tutti con le emozioni della propria vita e restituirle ai personaggi dei romanzi nella forma di una universalità che noi lettori possiamo riconoscere. Perciò è difficilissimo che l’autobiografia...

La ricerca e l’attesa del pastore

Mariapia Veladiano
Riletto la prima domenica d’Avvento, quando i racconti del Natale si richiamano l’un l’altro e si va a ritrovare le immagini belle che hanno costruito la memoria dell’attesa. Il ricordo di questo romanzo portava con sé la neve, tantissima neve. E un pastore con un evangelico smisurato amore per le pecore che non sono rientrate all’ovile prima dell’inverno. Se...

Diario di un avvistatore

Mariapia Veladiano
Al telefono. Una signora chiede del dottore. Il dottore è Alberto Schön, psicoanalista finissimo. La signora vuole un appuntamento, anche sabato o domenica. Anche di notte. Lo psicoanalista chiede di che cosa si tratti. La signora risponde: «Non è per me, è per il mio bambino». In senso stretto Alberto Schön non tratta bambini, anche se si occupa del perenne...

Romanzo di un uomo semplice

Il Giobbe di Joseph Roth

Mariapia Veladiano

Ha la pazienza di Giobbe, si dice. Non si dice è un Giobbe, come ad esempio si dice è un Ercole, è un Giuda. Giobbe ha avuto pazienza, l’ha fatta sua ma non è diventato la rappresentazione della pazienza. Infatti la perde in un preciso momento, sia nella versione dell’Antico Testamento, sia nella versione di Joseph Roth (Giobbe. Romanzo di un uomo semplice, Adelphi, Milano 1978).

 

Dipingendo sento la vita

Le lettere di Vincent Van Gogh al fratello Theo

Mariapia Veladiano

È un regalo poter sfiorare e poi ancora tornare indietro e fermarsi e immaginare e sentire la storia di uno spirito immenso, capace di partire dal proprio dolore e arrivare a quello del mondo e poi ricomprenderlo nella sua arte con una chiarezza pittorica, con il colore, infine con la sapienza del colore, come lui stesso scrive più volte.