A
Attualità
Attualità, 22/2005, 15/12/2005, pag. 739

Roma ha parlato, la discussione è aperta

E.-W. Böckenförde
Quale autorità detengono le encicliche? Lo storico e costituzionalista Ernst-Wolfgang Böckenförde affronta il tema dal punto di vista del diritto canonico e della storia della Chiesa

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.

Leggi anche

Attualità, 2007-18

Libertà religiosa e diritto: lo stato secolarizzato e i suoi valori

E.-W. Böckenförde
«Lo stato liberale secolarizzato vive di presupposti normativi che non può garantire». La celebre tesi del costituzionalista tedesco Ernst-Wolfgang Böckenförde, coniata 40 anni fa, ha offerto un elemento importante per lo sviluppo del discorso filosofico circa i rapporti tra lo stato secolare, le confessioni e le religioni. Oggi, in presenza di un contesto pluralistico all’interno del quale sono in crescita anche religioni, come l’islam, che non riconoscono il presupposto della separazione tra l’ordine politico e quello religioso, è necessario porsi un’ulteriore domanda: uno stato condizionato da forme culturali così composite potrà garantire in termini adeguati la libertà di religione, la neutralità religiosa e la condizione di parità di tutte le religioni, senza che di riflesso lo zoccolo culturale su cui esso stesso si fonda ne venga progressivamente sgretolato, svuotato o privato della sua specifica capacità di coesione? L’ipotesi avanzata da Böckenförde presenta una significativa convergenza con la concezione proceduralista di Jürgen Habermas: «Al posto di vaghi richiami ai valori sarà la lealtà nei confronti della legge a costituire il fondamento della convivenza civile».
Attualità, 2004-20

Teologia e politica: responsabilità della Chiesa nel mondo d'oggi

E.-W. Böckenförde
La distinzione tra stato e Chiesa e il rispetto dei reciproci ambiti d’autonomia, riemersa anche di recente nella forma di un confronto-scontro tra chi vede in atto una nuova e capovolta «inquisizione» e chi invece difende la laicità della politica come garanzia della libertà di religione, va correttamente impostata all’interno del più ampio rapporto tra religione e società. Al centro di questo nodo è il concetto di stato. Nel Novecento la crisi storico-concettuale della definizione di sovranità statale ne ha portato con sé anche una crisi storico-politica, con un conseguente svigorimento della legittimazione democratica che ha un innegabile riflesso anche sulle relazioni tra continenti. Dall’analisi teologica (card. Lehmann) e da quella filosofico-giuridica (E.W. Böckenförde) qui proposte emerge per le Chiese e le comunità religiose una doppia responsabilità: da un lato sono esse che devono ridare allo stato il suo fondamento valoriale, facendo tesoro e memoria delle esperienze vissute dai singoli e dalle comunità del continente; e dall’altro esse sono chiamate a ripensare il proprio paradigma istituzionale: un annuncio e una dottrina basata su un rapporto di identificazione e consenso interiore non possono essere sostenuti dalla sola ammonizione e dall’obbligo giuridico. Verità e libertà non si escludono reciprocamente nello spazio ecclesiale. Scommettere su una fede contagiosa.