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È tempo di turismo sostenibile

Moralia | Una collaborazione dell'Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM) con Il Regno.

Due scene reali.

«A che ora chiude Venezia?», chiede, serio e convinto, un turista straniero sul far della sera a un residente.

L’autostrada seminata di tabelloni che indicano in quanti minuti si raggiungerà le prossime città: Parma 20’, Reggio Emilia 35’, Modena 45’...

Che strano: davvero qualcosa sta cambiando nel nostro approccio col mondo, se trattiamo le città come un mega Luna Park con orari di apertura e chiusura o se valutiamo le distanze con i minuti più che con i chilometri... Gli esempi si potrebbero anche moltiplicare: si pensi ai viaggi esotici in mari bellissimi ma in villaggi turistici che non fanno incontrare la popolazione locale, o alla tragedia, mai purtroppo fuori moda, del turismo sessuale, oppure all’occupazione di massa di località montane come le Dolomiti, spostando il problema dell’inquinamento da Milano a Madonna di Campiglio o Cortina...

 «Abitiamo la terra come viaggiatori»

La 12a giornata Nazionale per la Custodia del Creato (1 settembre 2017) ha al centro il tema del viaggio. A partire dallo stupore di Giacobbe, che in Gen 28,16 rimane meravigliato della presenza di Dio sulla terra che sta calpestando: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo» - ammette candidamente. Felice scoperta, quella di chi, in viaggio, scopre la presenza di Dio su una terra che non gli appartiene, ma di cui rende lode. Si sa, il viaggio è metafora dell’esistenza.

Dimmi come viaggi e ti dirò chi sei! Mai come in questo tempo esistono infinite modalità di viaggiare: basterebbe ascoltare i racconti vacanzieri dei vicini di casa o dei colleghi di lavoro. Ciascuno ama descrivere la meta, cosa ha visto, ma spesso anche il modo per raggiungerla. Chi ha sperimentato una qualche fatica ricorda con più dovizie di particolari il percorso del viaggio. Roma in aereo non è come Roma in treno e men che meno come Roma a piedi sulla via Francigena. A tal punto che in quest’ultimo caso scomodiamo la parola pellegrinaggio per dire che nel viaggio c’è il senso della meta: la tomba degli apostoli Pietro e Paolo, certo, ma anche la storia particolare di Fidenza, Parma, Lucca, Siena o Viterbo...

Nel messaggio della Chiesa italiana per l’attuale giornata, si afferma che «abitiamo la terra come viaggiatori». La mobilità appartiene alla dignità umana: è esperienza di vita. Chi non può muoversi, infatti, è motivato o da una disabilità o dall’intervento di qualche grave causa esterna: il carcere, l’ospedale, la necessità di accudire qualcuno, le ristrettezze economiche.

 «Tutto è carezza di Dio»

L’uomo viaggia. Lo fa per conoscere luoghi e culture, per attraversare ambienti e per incontrare persone. Il turismo sostenibile risponde a queste esigenze. Non occupa spazi né invade esistenze. Si muove in punta di piedi. Sa contemplare la bellezza, la riconosce, se ne stupisce e soprattutto sa incontrare l’umanità. Ciò vale per chi ospita e per chi arriva. Se non «sostiene» i volti, il turismo è anonimo e vuoto. Insostenibile, appunto. I luoghi non sono mai attrazioni turistiche, ma culture e tradizioni. Le persone non sono mai solamente ospiti o ospitanti ma umanità che si incontra e interagisce. Tutto ciò papa Francesco lo esprime in modo poetico in Laudato si’ 84: «Tutto è carezza di Dio». La fede aiuta a guardare alla terra come dono, non solo come fonte di ricchezza. Per questo l’autentico viaggiare è pellegrinaggio, ossia scoperta dell’amore di Dio attraverso un luogo e le persone che lo abitano.

Perché ciò avvenga c’è bisogno della cultura della cura. Ciascuno è chiamato a prendersi cura del quartiere o del paese dove vive. Prima attenzione. Chi viaggia, però, non può dimenticare di custodire ciò che trova e lasciarlo un po’ migliore di com’era prima del suo arrivo. Il celebre motto scout mantiene tutta la sua forza. Ecco la seconda urgente attenzione.

Da ultimo oggi la mobilità e il viaggio rimandano alla drammatica condizione dei migranti. Il tema andrebbe sottratto alla velocità di un tweet del politicante di turno (insostenibile) per affidarlo alla lentezza sostenibile di una meditazione. Rispettosa dei tempi dell’umano.

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