La grandezza di questa saga risiede nella varietà, nella tragicità e nella poesia; il tutto si legge come le variazioni di Beethoven o Bach; in questa grandezza si trova una profondità insolita, persino abissale, per molti romanzi di fantascienza, che pone più domande di quante siano alla fine le risposte.
La recezione dei libri di Wilhelm Schapp non è stata facile, anche perché egli fece ricerca filosofica al di fuori di un’istituzione universitaria.
La teologia deve anche affrontare onestamente – in modo confessionale, performativo, autentico – gli abissi, il represso e ciò che fa paura, fosse anche Dio. E la teologia non deve essere di casa da nessuna parte, cioè non deve sentirsi troppo a suo agio in nessun luogo. È pellegrina nel tempo.
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