A
Attualità

Attualità, 22/2014

Politica in Italia - Quirinale: continuare a essere una nazione

G. Brunelli
Con il preannuncio delle sue dimissioni come imminenti, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha posto il tema della nomina del nuovo capo dello stato entro gennaio 2015. Prassi inevitabilmente inconsueta, come lo fu il secondo mandato, venti mesi fa. Si tratta di un evento politico e istituzionale di primaria grandezza. Come sempre. Ma ora la situazione italiana presenta tali novità e incognite da caricare l’evento di significati sistemici.

Scandali a Roma: tra noncuranza e indignazione

Appunti per un'autocritica cattolica

D. Rosati
La sensazione è quella del già vissuto. L’esplosione di uno scandalo a Roma può essere una sorpresa solo per chi non ha memoria. Con due varianti: o perché l’ha perduta o perché l’ha cancellata. Possono mutare le modalità e, naturalmente, i protagonisti, ma c’è una continuità di fondo che si fa evidenza storica per chi abbia la pazienza di prelevare dal passato, anche a caso, qualche campione significativo. Si va dalla remota sentenza di Giugurta, il re di Numidia, che descrive l'antica Urbs repubblicana come pronta a vendersi se avesse trovato un compratore, all'incredibile avventura post-papalina di quella Banca Romana che stampava due volte la stessa cartamoneta e teneva a libro paga i rappresentanti del popolo. Si passa da un Medioevo popolato di avventurieri senza scrupoli e simoniaci senza ritegno per giungere alle penultime poco memorabili gesta «palazzinare» e relativi manutengoli capitolini e/o ministeriali.

Chiesa in Italia - Comunicazione: i media siamo noi

Le nuove prospettive a dieci anni dal Direttorio sulle comunicazioni sociali

D. Pompili
In un suo testo meno noto, La luce e il mezzo, McLuhan scrive che «il ruolo dell’umanista cattolico consiste nel coltivare una riverenza non ordinaria verso il passato e la tradizione mentre esplora ogni sviluppo a lui contemporaneo cercando le cose dell’uomo, che il passato non ha ancora rivelato». Questa citazione mi pare estremamente appropriata per festeggiare e rilanciare il Direttorio sulle comunicazioni sociali Comunicazione e missione, a dieci anni dalla sua pubblicazione. Un testo dove le comunicazioni sociali sono un crocevia di cambiamento e dove si auspica per i cattolici un passaggio «da spettatori a protagonisti della nuova cultura mediale» (c. I). In realtà, molte trasformazioni sono avvenute dal 2004 e nuovi modi di essere protagonisti sono oggi possibili e diffusi. Per certi versi, dunque, il Direttorio parla di un contesto ormai in parte superato, per la velocità dei mutamenti tecnologici e culturali di questi dieci anni. Ma, per altri versi, è ancora estremamente attuale e molte delle indicazioni metodologiche in esso contenute, proprio alla luce del nuovo contesto, possono essere ulteriormente riprese e sviluppate. È forse venuto il momento di un’integrazione che aggiorni questo strumento, per renderlo operativamente ancora più utile oggi. Come contributo alla riflessione vorrei proprio soffermarmi brevemente sulle singole parole che compongono il titolo del Direttorio: «comunicazione», «missione», e, last but not least, la congiunzione «e».

Italia - Religiosi: donne e uomini «del di più»

Indetto da papa Francesco, comincia l'Anno della vita consacrata

M.M. Morfino
Annunciato da Francesco nel novembre 2013, preparato dall’intenso lavoro della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica e infine indetto con una lettera apostolica datata 21.11.2014 (Regno-doc. 21,2014,683), l’Anno della vita consacrata – che, scrive il papa, «non riguarda soltanto le persone consacrate, ma la Chiesa intera» – si è aperto il 30 novembre scorso e si concluderà il 2 febbraio 2016. Ne accompagniamo l’avvio con questo intenso messaggio che mons. Mauro Maria Morfino, salesiano, vescovo di Alghero-Bosa, ha scritto «per i monaci, le monache, le religiose, i religiosi, le società di vita apostolica, gli istituti secolari, l’Ordo virginum» della Sardegna in qualità di delegato della Conferenza episcopale sarda per il clero e la vita consacrata.

Papa Francesco - Riforma ecclesiale: dopo il Sinodo, la curia

Inviati i Lineamenta per il 2015, stigmatizzate le piaghe della Chiesa

G. Brunelli
Abbiamo qualificato la celebrazione del Sinodo sulla famiglia, nelle sue modalità, nelle decisioni di trasparenza e nell’esercizio della collegialità effettiva avviato, come la prima grande riforma di papa Francesco. Dopo la pubblicazione (9 dicembre) delle 46 domande poste a tutte le Chiese, quel giudizio trova conferma. I Lineamenta della XIV Assemblea generale ordinaria (4-25.10.2015), con la quale si concluderà il processo sinodale, sono composti, come indicato dal papa nel Discorso conclusivo della III Assemblea straordinaria (18.10.2014), dalla stessa Relazione finale e dalla nuova serie di domande. Il cui scopo è facilitare la recezione del documento sinodale e l’approfondimento dei temi in esso trattati. Le risposte, che dovranno essere inviate alla Segreteria del Sinodo entro il 15 aprile, saranno alla base della preparazione dell’Instrumentum laboris della prossima assemblea.

Dialogo interreligioso: religioni e conflitti

M. Bernardoni
Un appuntamento che ha inteso essere sia un approfondimento di studio sul tema del conflitto interreligioso sia una testimonianza di pace, «ma soprattutto un seme di speranza per superare un momento storico molto difficile. Un momento storico nel quale appunto le religioni, anziché una forza di pace, sono diventate un motivo di divisione, di conflitto e di guerra». Si è aperto con queste parole di Paolo Trianni, organizzatore dell’evento per conto dell’Accademia di Scienze umane e sociali (ASUS) di Roma, il convegno nazionale «Religioni e conflitti. Conoscere la divisione per progettare l’incontro in un mondo in guerra nel nome di Dio» (3-5.12.2014).

Francesco ad Ankara e Istanbul: tra carisma e istituzione

La Turchia sorpresa, i cattolici incalzati, gli ortodossi complici interessati

C. Monge
I risultati, appena pubblicati, di un’inchiesta condotta dal Pew Research Center e che verte sul grado di popolarità nel mondo di papa Francesco, parlano di un 60% di consensi, contro solo un 11% di insoddisfatti e un 28% di senza opinione. Il consenso europeo sembra curiosamente ancora più convinto di quello latinoamericano (contesto di provenienza del pontefice), un 84% contro un 72% e, manco a dirlo, il Medio Oriente risulta come il fanalino di coda: qui i consensi e i dissensi sono equamente divisi, 25% a testa, per un deciso primato dei senza opinione, assestati al 41%. È un dato, quest’ultimo, che corrisponde bene alla percezione della Turchia, dove un buon 54% di persone non si esprime e dove, comunque, il consenso al santo padre si assesta su un 34% di tutto rispetto, se si considera che i cristiani in genere non raggiungono lo 0,1% della popolazione totale del paese.

Il papa e gli ortodossi: non si può aspettare

Da Mosca, una riflessione sulla visita del vescovo di Roma a Costantinopoli

Ioann (G. Guaita)
Nelle parole rivolte da papa Francesco al patriarca Bartolomeo il 30 novembre scorso (ricorrenza liturgica di Sant’Andrea), alla fine della divina liturgia nella cattedrale patriarcale di San Giorgio al Fanar, sede del Patriarcato di Costantinopoli, il pontefice ha spiegato lo scopo della sua visita: «Incontrarci, guardare il volto l’uno dell’altro, scambiare l’abbraccio di pace, pregare l’uno per l’altro sono dimensioni essenziali di quel cammino verso il ristabilimento della piena comunione alla quale tendiamo. Tutto ciò precede e accompagna costantemente quell’altra dimensione essenziale di tale cammino che è il dialogo teologico. Un autentico dialogo è sempre un incontro tra persone con un nome, un volto, una storia, e non soltanto un confronto di idee. Questo vale soprattutto per noi cristiani, perché per noi la verità è la persona di Gesù Cristo» (Regno-doc. 21,2014,669). Con tali parole il pontefice, in modo estremamente semplice e chiaro, ha collegato il dialogo teologico tra cattolici e ortodossi, che negli ultimi tempi sembra trovarsi in una situazione di stallo, con la componente carismatica, personale e spirituale della ricerca dell’unità tra la tradizione cristiana d’Oriente e quella d’Occidente.

Casaroli: il mediatore

Ostpolitik, gli obiettivi pastorali dell'opera della sua vita

P. Parolin
Nel settembre del 2008, predicando nella cattedrale metropolitana di Buenos Aires, l’arcivescovo Jorge Mario Bergoglio ricordava Agostino Casaroli. Lo definiva «quel grande cardinale che ha avuto la Chiesa», citava come sua strada abituale «il martirio della pazienza» e affermava che la sua «grande diplomazia che ha dato tanti frutti alla Chiesa» si era alimentata con la carità. Ad esempio di questa carità portava il suo affetto per i ragazzi del carcere minorile romano: «C’è una cosa, un aneddoto della vita del card. Casaroli che mi ha sorpreso. Ogni sabato pomeriggio il cardinale scompariva, “sta riposando” si diceva. Un giovane prete andava a un istituto correzionale per minori, un riformatorio. Era un cappellano molto buono che andava in autobus con la sua valigetta, e si fermava lì confessando i ragazzi, giocava con loro. Lo chiamavano don Agostino, nessuno sapeva molto di più». Il futuro papa Francesco vedeva in Casaroli il paradigma del «mediatore».

Diplomazia - Cuba e gli USA: todos americanos

I «buoni offici» vaticani e il fattore Francesco

G. Brunelli
Il comunicato con il quale la Segreteria di stato vaticana saluta la decisione dei governi degli Stati Uniti d’America e di Cuba di stabilire relazioni diplomatiche è piuttosto scarno, ma essenziale. Da esso trapela il lavoro di mediazione intenso, diretto che papa Francesco e la diplomazia della Santa Sede hanno svolto per arrivare a questo risultato: «Nel corso degli ultimi mesi, il santo padre Francesco ha scritto al presidente della Repubblica di Cuba, il sig. Raúl Castro, e al presidente degli Stati Uniti, il sig. Barack H. Obama, per invitarli a risolvere questioni umanitarie d’interesse comune, tra le quali la situazione di alcuni detenuti, al fine di avviare una nuova fase nei rapporti tra le due parti. La Santa Sede, accogliendo in Vaticano, nello scorso mese di ottobre, le delegazioni dei due paesi, ha inteso offrire i suoi buoni offici per favorire un dialogo costruttivo su temi delicati, dal quale sono scaturite soluzioni soddisfacenti per entrambe le parti» (17 dicembre 2014).

Stati Uniti - Teologi cattolici: giustizia razziale

La polizia è violenta, i neri ne sono vittime

M. Faggioli
Sono trascorsi 50 anni dal Civil Rights Act del 1964 che rimosse il sostegno della legge alla discriminazione dei cittadini americani sulla base della razza, colore, religione, sesso od origine nazionale. Ma il razzismo è ben lungi dall’essere stato eliminato dalla società americana. Negli ultimi mesi e anni i media (e i social media prima di tutto) hanno portato alla luce una lunga serie di uccisioni di giovani afroamericani da parte di bianchi – vigilantes privati e poliziotti in servizio: un arco iniziato con l’uccisione di Trayvon Martin da parte di un privato cittadino in Florida nel febbraio 2012 e culminato con i casi di Michael Brown in Missouri e di Eric Garner a New York, entrambi uccisi da poliziotti nell’estate del 2014.

America Latina - Pew Research: è suonata una sveglia

Il passaggio dai cattolici agli evangelici analizzato dal prof. Guzman Carriquiry

D. Metelli
Secondo i risultati di una ricerca realizzata dall’agenzia statunitense Pew Research Center in 18 paesi del continente, il fenomeno dell’abbandono del cattolicesimo da parte di vasti settori della popolazione latinoame-ricana è massiccio, di portata epocale. L’84% degli adulti interpellati dichiara di aver ricevuto un’educazione cattolica dai propri genitori; ma solo il 69%, oggi come oggi, continua a professarsi cattolico. L’esodo prende la via delle confessioni protestanti di ultima generazione, tra cui spicca il movimento pentecostale. Il 19% della popolazione latinoamericana si dichiara evangelica, ma solo il 9% è nata nell’alveo della fede protestante. Il 68% dei protestanti del Paraguay, il 66% in Perù e il 54% in Brasile proviene dalla Chiesa cattolica. Il fenomeno della «protestantizzazione cattolica» è comune in tutto il subcontinente, con percentuali che vanno dal 74% della Colombia al 15% di Panama. In Brasile, un quinto degli evangelici attuali era cattolico e si distribuisce oggi tra le centinaia di denominazioni evangeliche che pullulano in lungo e in largo all’interno delle frontiere della grande nazione sudamericana di lingua portoghese. Quali sono le ragioni? Gli ex cattolici hanno risposto che le congregazioni evangeliche garantiscono un senso più forte di appartenenza e di relazione personale con Gesù Cristo.

Africa - Kenya: cadute le accuse

D. Maggiore
Free at last, finalmente libero. Così, riecheggiando addirittura una celebre citazione di Martin Luther King, il quotidiano kenyano Daily Nation titolava il giorno dopo la notizia che il presidente della Repubblica, Uhuru Kenyatta, non era più sotto processo davanti alla Corte penale internazionale (CPI) per le violenze post-elettorali del 2007-2008. Ma l’accusa di essere stato uno degli istigatori degli scontri che provocarono almeno 1.000 morti e 600.000 sfollati, ha avvertito il 5 dicembre scorso la procuratrice Fatou Bensouda, non è cancellata, ma solo «sospesa». «Kenyatta – ha specificato Bensouda – non è stato assolto e il caso potrà essere riaperto o istruito in forma diversa» in futuro.

Centrafrica - Guerra civile: un paese lacerato

D. Maggiore
Due anni di guerra hanno lacerato un paese. A dicembre 2012, in Repubblica Centrafricana, iniziava l’avanzata della coalizione ribelle nota come Seleka (che significa appunto «alleanza» in lingua sango) e nel marzo successivo il presidente François Bozizé era costretto alla fuga. Da quel momento il paese ha visto succedersi altri due capi di stato: prima Michel Djotodia, dimostratosi incapace di controllare la stessa Seleka di cui era sembrato il leader, poi Catherine Samba-Panza, nominata con il benestare della comunità internazionale. A non cambiare è stato invece lo scenario di conflitto: ai miliziani Seleka, rapidamente spezzettatisi in gruppi e bande, si sono contrapposti i cosiddetti gruppi anti-balaka, altrettanto eterogenei, presentatisi come milizie di autodifesa, ma protagonisti di abusi e violenze identici a quelli di cui accusavano i rivali. Ancora oggi, testimonia da Bangassou, nel Sud-est del paese, il vescovo Juan José Aguirre Muñoz, «l’Ovest è in mano quasi del tutto agli anti-balaka, mentre il Centro e il Nord sono controllati dai Seleka, e questo rende la pace molto difficile».

Riflesso della Sapienza

La teologia cosmica di Denis Edwards

S. Morandini
Purtroppo il teologo australiano Denis Edwards non è molto conosciuto al pubblico italiano: nella nostra lingua è stato pubblicato soltanto il suo L’ecologia al cuore della fede. Il cambiamento del cuore che conduce a un nuovo modo di vivere la terra (Messaggero, Padova 2008), testo di buona qualità, ma dal profilo abbastanza divulgativo. Nel mondo anglofono, però, egli è ben noto come sistematico di spessore, coinvolto in diversi progetti di ricerca internazionali e particolarmente attento alla teologia della creazione; all’interno della sua corposa riflessione trovano spazio opere come Creation, Humanity, Community: Building a New Theology (1992); Made from Stardust: Exploring the Place of Human Beings Within Creation (1992); Jesus the Wisdom of God: an Ecological Theology (1995); The God of Evolution: A Trinitarian Theology (1999); Breath of Life: A Theology of the Creator Spirit (2004); Jesus and the Cosmos (2004); How God Acts. Creatio, Redemption and Special Divine Action (2010). Il testo cui ci riferiamo, Partaking of God, è opera matura che si presenta – secondo quanto espresso nell’Introduzione – come approfondimento e ripensamento di testi precedenti, già dedicati a una riflessione in chiave ecologica ed evolutiva (segnatamente Jesus the Wisdom of God e The God of Evolution).

Libri del mese - Schede - Dicembre 2014

M.E. Gandolfi
Per la redazione delle Schede di questo numero hanno collaborato: Giancarlo Azzano, Caterina Bombarda, Maria Elisabetta Gandolfi, Francesco Mai, Valeria Roncarati, Domenico Segna.

L. Girardi, A. Grillo, D.E. Viganò, Sacrosanctum concilium, Inter mirifica

Commentario ai documenti del Vaticano II

S. Noceti, R. Repole
Le parole con cui i padri conciliari concludono il loro insegnamento sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Gaudium et spes, n. 91) rappresentano una preziosa suggestione che orienta alla successiva fase di recezione postconciliare consegnandone alcuni criteri fondamentali, che oltrepassano chiaramente la sola costituzione pastorale. Come dopo ogni concilio, infatti, anche dopo il Vaticano II si è aperto il processo di recezione. Lungi dall’essere una mera applicazione della lettera dei documenti, esso è un processo d’accoglienza viva, da parte delle Chiese, di quanto l’evento conciliare e i suoi testi, hanno maturato e consegnato.

F. Garelli, Famiglie; I. Ingrao, Amore e sesso ai tempi di papa Francesco; A. Spadaro, La famglia è il futuro

M.E. Gandolfi
L'occasione del Sinodo era ghiotta. La discussione, i documenti, il rapporto con i media… Tutto andava nella direzione di rendere disponibili su carta questi materiali per favorire una riflessione su tempi più distesi e preparare quella in vista del 2015.

Chiavi di lettura: Nati per leggere

S. Numico
Le ultime cifre diffuse proprio in questi giorni da Save the children Italia, con il 5° Atlante dell’infanzia, parlano di 1 milione 434.000 under 18 (13,8% del totale dei minori) in povertà assoluta, cioè senza il necessario per vivere una vita quotidiana dignitosa; 2 milioni 400 mila minori in povertà relativa, cioè in famiglie con un reddito molto basso e quindi costrette a tagliare dove possibile.

L'Osservatore delle donne

M. Veladiano
Il primo numero è un fuoco d’artificio: la santa è Giovanna d’Arco, l’articolo di attualità parla di schiave del sesso e suore, il pezzo di cultura è su Artemisia Gentileschi (c’era la mostra a Parigi). Son quasi tre anni da che L’Osservatore romano pubblica l’inserto «Donne Chiesa mondo». Così il titolo, tre parole scritte senza maiuscole e senza virgole. Quel che conta è la sequenza senza soluzione di continuità. Si parte dalle donne, donne importanti e no, importanti in modo canonico e no, si racconta il loro vivere la Chiesa e il mondo.

Focolari sull'ecumenismo;Oslo-Carta per la libertà religiosa e di credo;Luterani tedeschi-Nuovo presidente;Chiesa d'Inghilterra-Arrivano le donne vescovo;50°Unitatis redintegratio;Bose-Storicizzare l'ecumenismo;Dichiarazione congiunta Francesco Bartolomeo

D. Sala
NovembreItalia – Convegno dei Focolari sull’ecumenismo. Al 33° Convegno di vescovi amici del movimento dei Focolari, che si svolge a Castelgandolfo dal 3 al 7 novembre, partecipano 39 vescovi da 29 nazioni e da 8 diverse Chiese cristiane – tra cui quelle luterane, metodiste e anglicana –, per riflettere sul tema centrale «L’eucaristia, mistero di comunione». Il vescovo luterano tedesco Christian Krause,...

Non devastare il creato; Burke - Mamberti - Gallagher - Sarah; «Perseguitati perché cristiani»; Immigrati e periferia romana; Anno sinodale; Napolitano; Parlamento europeo e Consiglio d'Europa; Turchia; Bartolomeo; Anno della vita consacrata

L. Accattoli
NOVEMBRE Non devastare il creato. «Noi siamo capaci di devastare meglio degli angeli [dell’Apocalisse] e questo lo stiamo facendo: devastare il creato, devastare la vita, devastare le culture, devastare i valori, devastare la speranza. E quanto bisogno abbiamo della forza del Signore per fermare questa pazza carriera di distruzione»: così Francesco il 1° novembre durante la celebrazione al cimitero...

Papa Francesco e i pontificati precedenti: un nuovo ordine simbolico nella Chiesa

K. Appel
I segni e le parole messi in atto da papa Francesco dall'inizio del pontificato stanno modificando profondamente l’ordine simbolico, cioè il mondo affettivo, culturale, linguistico, intellettuale e narrativo su cui si fonda la Chiesa cattolica, con possibili effetti di riassestamento anche per il cristianesimo nel suo complesso e per l’umanità intera. La portata di questo cambiamento può essere meglio percepita se questo avvio di pontificato viene esaminato sullo sfondo dei pontificati postconciliari, evidenziando in uno sguardo sintetico il cammino percorso dalla Chiesa cattolica in questo mezzo secolo e le peculiarità che già si profilano nel ministero di Francesco come caratterizzanti e fondative, sia a livello di riorientamento simbolico (Kurt Appel), sia a livello di linee teologiche (Walter Kasper). Proiettando al tempo stesso questa nuova declinazione dell’identità cristiana sulle grandi sfide che essa ha di fronte: una rinnovata capacità di celebrare la gioia del Vangelo, un nuovo approccio alla Scrittura, un nuovo rapporto con le altre culture e un nuovo ruolo delle donne nella Chiesa.

Una cesura storica: le linee teologiche del pontificato di Francesco

W. Kasper
Il 2013 è stato un anno ricco di sorprese: rinuncia dell’ultimo papa tedesco ed elezione del primo papa non europeo proveniente dall'altra parte del mondo. Già questo da solo basterebbe a parlare di una cesura storica. Naturalmente dopo soltanto un anno di pontificato di papa Francesco non si può ancora stilare un bilancio e fare previsioni per il futuro. Papa Francesco è stato una sorpresa e rimarrà una sorpresa. Non entra in nessun schema, né in quello progressista-liberale, né in quello conservatore-tradizionale. Non è un uomo di ideologie, ma un uomo della gioia del Vangelo. Come tale, è un portatore di speranza, addirittura un dono del cielo, per la stragrande maggioranza dei cattolici a livello mondiale, come pure per molti altri cristiani e non cristiani. Non a caso la rivista Times lo ha scelto come «uomo dell’anno». Papa Francesco ha aperto una nuova fase della storia del papato.

La fede di Gesù ebreo. Per chi legge i Vangeli

P. Stefani
Nell’ambito del dialogo cristiano-ebraico (formulazione più adeguata di «dialogo ebraico-cristiano») esistono alcuni detti di riferimento. A essi è affidato un compito eminentemente retorico. Sotto questo aspetto svolgono una funzione positiva. La loro portata viene però molto ridimensionata se si inizia a esaminare con più attenzione le formulazioni. In questo novero vanno citate espressioni come «fratelli maggiori», «radici ebraiche del cristianesimo», «chi incontra Gesù incontra l’ebraismo», «Gesù è ebreo e lo è per sempre». Fa parte di questa ristretta compagnia anche il motto, ormai pluridecennale, dovuto allo studioso ebreo Schalom Ben Chorin. Riferendosi alle relazioni tra ebrei e cristiani, egli ha scritto: «La fede di Gesù ci unisce, la fede in Gesù ci divide».

Colla, Rodano, Mazzolari e Barsotti

Così li ho ritrovati a Vicenza a fine novembre

L. Accattoli
Quattro cristiani mi sono venuti al cuore tutti insieme, a me noti ma anche nuovi: Colla, Rodano, Mazzolari, Barsotti. È avvenuto il 27 novembre a Vicenza: qui dico come fu e con quale mio sconquasso. Sono stato alla scuola di Franco Rodano (1920-1983) negli anni 1970-1971. Nel 1973-1974 ho avuto tra le mani le carte di don Primo Mazzolari (1890-1959), aiutando p. Bergamaschi a mettere insieme il Diario 1905-1929 (EDB, Bologna 1974) del parroco di Bozzolo. A partire dalla fine degli anni ’80, ho frequentato Rienzo Colla (1921-2009) che nel 1996 pubblicò, per le edizioni La Locusta di Vicenza, un mio libretto intitolato Cento preghiere italiane di fine millennio. Di Barsotti sono da sempre lettore. Avevo dunque un’amicizia di decenni con i quattro, eppure è stato un vivo sole ascoltare loro parole nuove nella giornata vicentina (Rienzo Colla editore per conto di Dio, organizzata dalla Biblioteca Bertoliana e dalla Caritas quali esecutrici testamentarie dell’editore) e in particolare una lettera di Colla a Mazzolari su Rodano, colpito da «interdetto» per l’adesione al PCI dopo lo scioglimento della Sinistra Cristiana (1945).