Indici 2018
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.
«In continuità con l’enciclica Dilexit nos, papa Francesco stava preparando, negli ultimi mesi della sua vita, un’esortazione apostolica sulla cura della Chiesa per i poveri e con i poveri, intitolata Dilexi te… Avendo ricevuto come in eredità questo progetto, sono felice di farlo mio – aggiungendo alcune riflessioni – e di proporlo ancora all’inizio del mio pontificato» (n. 2). Così Leone XIV, nelle prime pagine, dà conto della nascita della prima esortazione apostolica del suo pontificato, intitolata Dilexi te sull’amore verso i poveri e pubblicata il 4 ottobre. Al centro del documento vi è «il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri»: «Non siamo nell’orizzonte della beneficenza, ma della rivelazione: il contatto con chi non ha potere e grandezza è un modo fondamentale di incontro con il Signore della storia» (n. 5). Dimenticare i poveri, come può accadere ai cristiani «contagiati… da ideologie mondane o da orientamenti politici ed economici», significherebbe «uscire dalla corrente viva della Chiesa che sgorga dal Vangelo e feconda ogni momento storico» (n. 15). Per questo, dopo l’illustrazione dell’«opzione preferenziale da parte di Dio per i poveri» nella Scrittura, quasi due terzi dell’esortazione sono dedicati alla «bimillenaria storia di attenzione ecclesiale verso i poveri e con i poveri» (n. 103), dall’epoca patristica fino alla dottrina sociale e al magistero degli ultimi decenni. I poveri sono anche oggi una sfida ineludibile per la Chiesa, poiché «non sono una categoria sociologica, ma la stessa carne di Cristo» (n. 110).
«Questo camminare insieme testimonia la vitalità dei movimenti popolari come costruttori di solidarietà nella diversità. La Chiesa deve essere con voi: una Chiesa povera per i poveri, una Chiesa che si protende, una Chiesa che corre dei rischi, una Chiesa coraggiosa, profetica e gioiosa!». Dal 21 al 24 ottobre 2025 Roma ha ospitato il 5° Incontro mondiale dei movimenti popolari, summit internazionale che riunisce delegazioni provenienti da tutto il mondo per riflettere e agire sui grandi temi della terra, della casa e del lavoro, considerati da papa Francesco «diritti sacri» propri della dignità umana.
Il cuore dell’evento è stata l’udienza privata del 23 ottobre, in cui papa Leone ha incoraggiato tutti i presenti a continuare le loro «giuste lotte» per la terra, la casa e il lavoro, assicurando la vicinanza della Chiesa.
Nell’occasione il papa ha espresso in termini chiari una valutazione negativa sulle politiche di alcuni Stati, in merito agli immigrati: «Con l’abuso dei migranti vulnerabili, non assistiamo al legittimo esercizio della sovranità nazionale, ma piuttosto a gravi crimini commessi o tollerati dallo Stato. Si stanno adottando misure sempre più disumane – persino politicamente celebrate – per trattare questi “indesiderabili” come se fossero spazzatura e non esseri umani. Il cristianesimo, invece, si riferisce al Dio amore, che ci rende fratelli tutti e ci chiede di vivere da fratelli e sorelle».
«Nel 60° anniversario della Gravissimum educationis, la Chiesa celebra una feconda storia educativa, ma si trova anche di fronte all’imperativo di aggiornare le sue proposte alla luce dei segni dei tempi». La lettera apostolica di papa Leone XIV Disegnare nuove mappe di speranza è stata pubblicata il 28 ottobre in occasione del 60° anniversario della dichiarazione Gravissimum educationis del concilio Vaticano II, che ha riaffermato il diritto di ciascuno all’educazione e indicato la famiglia come prima scuola di umanità. «Sessant’anni dopo... la storia ci interpella con urgenza nuova. I mutamenti rapidi e profondi espongono bambini, adolescenti e giovani a fragilità inedite. Non basta conservare: occorre rilanciare. Chiedo a tutte le realtà educative di inaugurare una stagione che parli al cuore delle nuove generazioni, ricomponendo conoscenza e senso, competenza e responsabilità, fede e vita».
Tra le sfide individuate c’è quella dell’intelligenza artificiale: «Il punto decisivo non è la tecnologia, ma l’uso che ne facciamo. L’intelligenza artificiale e gli ambienti digitali vanno orientati alla tutela della dignità, della giustizia e del lavoro; vanno governati con criteri di etica pubblica e partecipazione; vanno accompagnati da una riflessione teologica e filosofica all’altezza. Le università cattoliche hanno un compito decisivo: offrire “diaconia della cultura”, meno cattedre e più tavole dove sedersi insieme, senza gerarchie inutili, per toccare le ferite della storia e cercare, nello Spirito, sapienze che nascano dalla vita dei popoli».
Attualità
Documenti
Moralia
il Regno delle Donne
Newsletter
{{resultMessage}}
{{warningMessage}}
{{resultMessage}}