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Documenti, 9/2008

Verità e giustizia: Viaggio apostolico negli USA e visita alle Nazioni Unite

Benedetto XVI
Il riconoscimento progressivo della natura trascendente dell’uomo e la «responsabilità di proteggere» i più deboli in ogni situazione vanno riconosciuti nella loro interconnessione anche con l’azione internazionale. È questo il centro del discorso pronunciato da Benedetto XVI di fronte all’Assemblea generale dell’ONU, il 18 aprile 2008, nel 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La visita all’ONU era il momento più atteso dell’8° viaggio apostolico del papa fuori d’Italia, che ha avuto come meta gli Stati Uniti (15-21.4.2008; cf. Regnoatt. 8,2008,221ss). Ma il viaggio si è caratterizzato anche per altri aspetti: tra questi, l’incontro con i vescovi degli Stati Uniti, pastori di «una delle più vaste» e «più influenti» comunità cattoliche del mondo, segnata tuttavia negli ultimi anni dalla «grande sofferenza» delle violenze sessuali dei sacerdoti nei confronti dei minori (cf. riquadro a p. 265); gli incontri con i rappresentanti di altre religioni, e in particolare con gli ebrei, cui il papa ha consegnato un messaggio per la festa di Pesah; l’incontro con il presidente George W. Bush e la preghiera pronunciata a Ground Zero, là dove sorgevano le Torri gemelle abbattute dagli attentati terroristici del 2001 (cf. riquadri alle pp. 261 e 274).

Verità e giustizia: Con grande gioia. Intervista durante il volo

Benedetto XVI
Il riconoscimento progressivo della natura trascendente dell’uomo e la «responsabilità di proteggere» i più deboli in ogni situazione vanno riconosciuti nella loro interconnessione anche con l’azione internazionale. È questo il centro del discorso pronunciato da Benedetto XVI di fronte all’Assemblea generale dell’ONU, il 18 aprile 2008, nel 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La visita all’ONU era il momento più atteso dell’8° viaggio apostolico del papa fuori d’Italia, che ha avuto come meta gli Stati Uniti (15-21.4.2008; cf. Regnoatt. 8,2008,221ss). Ma il viaggio si è caratterizzato anche per altri aspetti: tra questi, l’incontro con i vescovi degli Stati Uniti, pastori di «una delle più vaste» e «più influenti» comunità cattoliche del mondo, segnata tuttavia negli ultimi anni dalla «grande sofferenza» delle violenze sessuali dei sacerdoti nei confronti dei minori (cf. riquadro a p. 265); gli incontri con i rappresentanti di altre religioni, e in particolare con gli ebrei, cui il papa ha consegnato un messaggio per la festa di Pesah; l’incontro con il presidente George W. Bush e la preghiera pronunciata a Ground Zero, là dove sorgevano le Torri gemelle abbattute dagli attentati terroristici del 2001 (cf. riquadri alle pp. 261 e 274).

Verità e giustizia: Esercitare il ministero. Incontro con i vescovi

Benedetto XVI
Il riconoscimento progressivo della natura trascendente dell’uomo e la «responsabilità di proteggere» i più deboli in ogni situazione vanno riconosciuti nella loro interconnessione anche con l’azione internazionale. È questo il centro del discorso pronunciato da Benedetto XVI di fronte all’Assemblea generale dell’ONU, il 18 aprile 2008, nel 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La visita all’ONU era il momento più atteso dell’8° viaggio apostolico del papa fuori d’Italia, che ha avuto come meta gli Stati Uniti (15-21.4.2008; cf. Regnoatt. 8,2008,221ss). Ma il viaggio si è caratterizzato anche per altri aspetti: tra questi, l’incontro con i vescovi degli Stati Uniti, pastori di «una delle più vaste» e «più influenti» comunità cattoliche del mondo, segnata tuttavia negli ultimi anni dalla «grande sofferenza» delle violenze sessuali dei sacerdoti nei confronti dei minori (cf. riquadro a p. 265); gli incontri con i rappresentanti di altre religioni, e in particolare con gli ebrei, cui il papa ha consegnato un messaggio per la festa di Pesah; l’incontro con il presidente George W. Bush e la preghiera pronunciata a Ground Zero, là dove sorgevano le Torri gemelle abbattute dagli attentati terroristici del 2001 (cf. riquadri alle pp. 261 e 274).

Dichiarazione comune tra Santa Sede e Stati Uniti d'America

Al termine dell’incontro privato tra il santo padre Benedetto XVI e il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, la Santa Sede e l’Ufficio del presidente hanno rilasciato una dichiarazione congiunta. (Nostra traduzione dall’inglese; cf. L’Osservatore romano 18.4.2008).

Omelie del tempo di purificazione

Benedetto XVI
Tra le attenzioni che hanno caratterizzato la visita di Benedetto XVI negli Stati Uniti è stata unanimemente sottolineata dagli osservatori quella rivolta alla vicenda delle violenze sessuali dei sacerdoti nei confronti dei minori (cf. Regno-att. 8,2008,222), che conobbe la sua massima rilevanza pubblica nel 2002. Il momento saliente di tale attenzione è stato l’incontro tra Benedetto XVI e «un piccolo gruppo di persone vittime di abusi sessuali da parte di esponenti del clero».

Verità e giustizia: Libertà e verità. Incontro con i rappresentanti di altre religioni

Benedetto XVI
Il riconoscimento progressivo della natura trascendente dell’uomo e la «responsabilità di proteggere» i più deboli in ogni situazione vanno riconosciuti nella loro interconnessione anche con l’azione internazionale. È questo il centro del discorso pronunciato da Benedetto XVI di fronte all’Assemblea generale dell’ONU, il 18 aprile 2008, nel 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La visita all’ONU era il momento più atteso dell’8° viaggio apostolico del papa fuori d’Italia, che ha avuto come meta gli Stati Uniti (15-21.4.2008; cf. Regnoatt. 8,2008,221ss). Ma il viaggio si è caratterizzato anche per altri aspetti: tra questi, l’incontro con i vescovi degli Stati Uniti, pastori di «una delle più vaste» e «più influenti» comunità cattoliche del mondo, segnata tuttavia negli ultimi anni dalla «grande sofferenza» delle violenze sessuali dei sacerdoti nei confronti dei minori (cf. riquadro a p. 265); gli incontri con i rappresentanti di altre religioni, e in particolare con gli ebrei, cui il papa ha consegnato un messaggio per la festa di Pesah; l’incontro con il presidente George W. Bush e la preghiera pronunciata a Ground Zero, là dove sorgevano le Torri gemelle abbattute dagli attentati terroristici del 2001 (cf. riquadri alle pp. 261 e 274).

Verità e giustizia: La festa di Pesah. Messaggio alla comunità ebraica

Benedetto XVI
Il riconoscimento progressivo della natura trascendente dell’uomo e la «responsabilità di proteggere» i più deboli in ogni situazione vanno riconosciuti nella loro interconnessione anche con l’azione internazionale. È questo il centro del discorso pronunciato da Benedetto XVI di fronte all’Assemblea generale dell’ONU, il 18 aprile 2008, nel 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La visita all’ONU era il momento più atteso dell’8° viaggio apostolico del papa fuori d’Italia, che ha avuto come meta gli Stati Uniti (15-21.4.2008; cf. Regnoatt. 8,2008,221ss). Ma il viaggio si è caratterizzato anche per altri aspetti: tra questi, l’incontro con i vescovi degli Stati Uniti, pastori di «una delle più vaste» e «più influenti» comunità cattoliche del mondo, segnata tuttavia negli ultimi anni dalla «grande sofferenza» delle violenze sessuali dei sacerdoti nei confronti dei minori (cf. riquadro a p. 265); gli incontri con i rappresentanti di altre religioni, e in particolare con gli ebrei, cui il papa ha consegnato un messaggio per la festa di Pesah; l’incontro con il presidente George W. Bush e la preghiera pronunciata a Ground Zero, là dove sorgevano le Torri gemelle abbattute dagli attentati terroristici del 2001 (cf. riquadri alle pp. 261 e 274).

Verità e giustizia: Diritti umani e giustizia. Discorso alle Nazioni Unite

Benedetto XVI
Il riconoscimento progressivo della natura trascendente dell’uomo e la «responsabilità di proteggere» i più deboli in ogni situazione vanno riconosciuti nella loro interconnessione anche con l’azione internazionale. È questo il centro del discorso pronunciato da Benedetto XVI di fronte all’Assemblea generale dell’ONU, il 18 aprile 2008, nel 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La visita all’ONU era il momento più atteso dell’8° viaggio apostolico del papa fuori d’Italia, che ha avuto come meta gli Stati Uniti (15-21.4.2008; cf. Regnoatt. 8,2008,221ss). Ma il viaggio si è caratterizzato anche per altri aspetti: tra questi, l’incontro con i vescovi degli Stati Uniti, pastori di «una delle più vaste» e «più influenti» comunità cattoliche del mondo, segnata tuttavia negli ultimi anni dalla «grande sofferenza» delle violenze sessuali dei sacerdoti nei confronti dei minori (cf. riquadro a p. 265); gli incontri con i rappresentanti di altre religioni, e in particolare con gli ebrei, cui il papa ha consegnato un messaggio per la festa di Pesah; l’incontro con il presidente George W. Bush e la preghiera pronunciata a Ground Zero, là dove sorgevano le Torri gemelle abbattute dagli attentati terroristici del 2001 (cf. riquadri alle pp. 261 e 274).

Preghiera a Ground Zero

Benedetto XVI
Il 20 aprile, a conclusione della visita di Benedetto XVI a New York, parole di profonda commozione sono salite da Ground Zero, il cratere che, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, ha preso il posto delle Twin Towers.

Cittadini degni del Vangelo: XIII Assemblea nazionale e 140° di fondazione dell'Azione cattolica

L. Alici, mons. L. Betori, A. card. Bagnasco
Dal 1° al 4 maggio 1.400 delegati dell’Azione cattolica italiana si sono riuniti a Roma per la 13a Assemblea nazionale, il cui tema era «Cittadini degni del Vangelo. Ministri della sapienza cristiana per un mondo più umano». La relazione (qui a fianco) del presidente uscente Luigi Alici – «Nel chiaroscuro della storia. Dalla grazia della fede la responsabilità della testimonianza» – è un bilancio del triennio e un’eredità per il prossimo presidente, visto che egli si è detto indisponibile per il consueto secondo mandato. Riferimenti filosofici, letterari e scritturistici, con rapide incursioni linguistiche nell’oggi, fanno da apripista al nucleo del testo diretto all’associazione: è la qualità del rapporto con i pastori – con la citazione di Paolo VI «venite vicino… andate lontano» – che darà la misura del futuro. Tra il 2005 e il 2008, in particolare, l’Azione cattolica ha partecipato a un processo «di scomposizione e ricomposizione del laicato cattolico in Italia che può preludere a una straordinaria primavera dello spirito o a un autunno di ordinaria burocrazia». Dall’altra parte, le omelie di mons. Betori, di mons. Sigalini, del card. Bagnasco in S. Pietro, cui segue il discorso del papa (qui alle pp. 287ss), ribadiscono con sfumature diverse la centralità del senso ecclesiale della storica associazione.

Cittadini degni del Vangelo: Storia, fede, testimonianza. Relazione del presidente Luigi Alici

L. Alici
Dal 1° al 4 maggio 1.400 delegati dell’Azione cattolica italiana si sono riuniti a Roma per la 13a Assemblea nazionale, il cui tema era «Cittadini degni del Vangelo. Ministri della sapienza cristiana per un mondo più umano». La relazione (qui a fianco) del presidente uscente Luigi Alici – «Nel chiaroscuro della storia. Dalla grazia della fede la responsabilità della testimonianza» – è un bilancio del triennio e un’eredità per il prossimo presidente, visto che egli si è detto indisponibile per il consueto secondo mandato. Riferimenti filosofici, letterari e scritturistici, con rapide incursioni linguistiche nell’oggi, fanno da apripista al nucleo del testo diretto all’associazione: è la qualità del rapporto con i pastori – con la citazione di Paolo VI «venite vicino… andate lontano» – che darà la misura del futuro. Tra il 2005 e il 2008, in particolare, l’Azione cattolica ha partecipato a un processo «di scomposizione e ricomposizione del laicato cattolico in Italia che può preludere a una straordinaria primavera dello spirito o a un autunno di ordinaria burocrazia». Dall’altra parte, le omelie di mons. Betori, di mons. Sigalini, del card. Bagnasco in S. Pietro, cui segue il discorso del papa (qui alle pp. 287ss), ribadiscono con sfumature diverse la centralità del senso ecclesiale della storica associazione.

Cittadini degni del Vangelo: Senza sconti o parcellizzazioni. Omelia di mons. Betori

mons. Betori
Dal 1° al 4 maggio 1.400 delegati dell’Azione cattolica italiana si sono riuniti a Roma per la 13a Assemblea nazionale, il cui tema era «Cittadini degni del Vangelo. Ministri della sapienza cristiana per un mondo più umano». La relazione (qui a fianco) del presidente uscente Luigi Alici – «Nel chiaroscuro della storia. Dalla grazia della fede la responsabilità della testimonianza» – è un bilancio del triennio e un’eredità per il prossimo presidente, visto che egli si è detto indisponibile per il consueto secondo mandato. Riferimenti filosofici, letterari e scritturistici, con rapide incursioni linguistiche nell’oggi, fanno da apripista al nucleo del testo diretto all’associazione: è la qualità del rapporto con i pastori – con la citazione di Paolo VI «venite vicino… andate lontano» – che darà la misura del futuro. Tra il 2005 e il 2008, in particolare, l’Azione cattolica ha partecipato a un processo «di scomposizione e ricomposizione del laicato cattolico in Italia che può preludere a una straordinaria primavera dello spirito o a un autunno di ordinaria burocrazia». Dall’altra parte, le omelie di mons. Betori, di mons. Sigalini, del card. Bagnasco in S. Pietro, cui segue il discorso del papa (qui alle pp. 287ss), ribadiscono con sfumature diverse la centralità del senso ecclesiale della storica associazione.

La vera strada della vita

mons. D. Sigalini
Nella ricorrenza liturgica dedicata ai ss. Filippo e Giacomo (3 maggio), l’assistente generale dell’Azione cattolica, mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, ha presieduto la messa celebrata al termine della XIII Assemblea nazionale dell’associazione. Congedando i convegnisti subito prima che s’incontrassero col papa, propone un’omelia che ripercorre le sfide dell’Azione cattolica a partire dal passo del Vangelo di Giovanni «Io sono la via, la verità e la vita» (stampa [10.5.2008] da supporto magnetico in nostro possesso).\

Cittadini degni del Vangelo: Semplice e profondo senso ecclesiale. Omelia del card. Bagnasco

A. card. Bagnasco
Dal 1° al 4 maggio 1.400 delegati dell’Azione cattolica italiana si sono riuniti a Roma per la 13a Assemblea nazionale, il cui tema era «Cittadini degni del Vangelo. Ministri della sapienza cristiana per un mondo più umano». La relazione (qui a fianco) del presidente uscente Luigi Alici – «Nel chiaroscuro della storia. Dalla grazia della fede la responsabilità della testimonianza» – è un bilancio del triennio e un’eredità per il prossimo presidente, visto che egli si è detto indisponibile per il consueto secondo mandato. Riferimenti filosofici, letterari e scritturistici, con rapide incursioni linguistiche nell’oggi, fanno da apripista al nucleo del testo diretto all’associazione: è la qualità del rapporto con i pastori – con la citazione di Paolo VI «venite vicino… andate lontano» – che darà la misura del futuro. Tra il 2005 e il 2008, in particolare, l’Azione cattolica ha partecipato a un processo «di scomposizione e ricomposizione del laicato cattolico in Italia che può preludere a una straordinaria primavera dello spirito o a un autunno di ordinaria burocrazia». Dall’altra parte, le omelie di mons. Betori, di mons. Sigalini, del card. Bagnasco in S. Pietro, cui segue il discorso del papa (qui alle pp. 287ss), ribadiscono con sfumature diverse la centralità del senso ecclesiale della storica associazione.

Cittadini degni del Vangelo: Uno speciale e diretto legame. Discorso del papa dopo il Regina coeli

Benedetto XVI
Dal 1° al 4 maggio 1.400 delegati dell’Azione cattolica italiana si sono riuniti a Roma per la 13a Assemblea nazionale, il cui tema era «Cittadini degni del Vangelo. Ministri della sapienza cristiana per un mondo più umano». La relazione (qui a fianco) del presidente uscente Luigi Alici – «Nel chiaroscuro della storia. Dalla grazia della fede la responsabilità della testimonianza» – è un bilancio del triennio e un’eredità per il prossimo presidente, visto che egli si è detto indisponibile per il consueto secondo mandato. Riferimenti filosofici, letterari e scritturistici, con rapide incursioni linguistiche nell’oggi, fanno da apripista al nucleo del testo diretto all’associazione: è la qualità del rapporto con i pastori – con la citazione di Paolo VI «venite vicino… andate lontano» – che darà la misura del futuro. Tra il 2005 e il 2008, in particolare, l’Azione cattolica ha partecipato a un processo «di scomposizione e ricomposizione del laicato cattolico in Italia che può preludere a una straordinaria primavera dello spirito o a un autunno di ordinaria burocrazia». Dall’altra parte, le omelie di mons. Betori, di mons. Sigalini, del card. Bagnasco in S. Pietro, cui segue il discorso del papa (qui alle pp. 287ss), ribadiscono con sfumature diverse la centralità del senso ecclesiale della storica associazione.

La via dell'amore. Dalla lettera pastorale di mons. Vincenzo Paglia

mons. V. Paglia
«La via dell’amore è segnata dal cambiamento del cuore di ciascuno di noi… L’amore evangelico richiede un lungo lavoro sul proprio cuore… La parabola del buon samaritano è tra le pagine evangeliche che con più chiarezza ci indica la via dell’amore, quella che Gesù stesso ha percorso per primo. Lui è il primo e vero buon samaritano che ci mostra di che natura è l’amore cristiano». È così che mons. Paglia, vescovo di Terni – Narni – Amelia, introduce il tema della sua terza lettera pastorale (2007-2008): La via dell’amore, dedicata al terzo dei pilastri che definiscono la Chiesa: la carità (i primi due, oggetto delle precedenti lettere pastorali, erano l’eucaristia e la parola di Dio). Il testo che presentiamo, pubblicato sotto forma di opuscolo dalle Edizioni San Paolo, ne riproduce la struttura portante nella forma di un breve saggio. La prima parte propone una riflessione sulla parabola del buon samaritano, mentre la seconda è dedicata al Vangelo dell’amore, in particolare alla spiegazione delle sette opere di misericordia, che rappresentano oggi una grande sfida umana e spirituale, toccando le dinamiche della convivenza civile.

Verso una risposta comune: Aram I, Alessio II e il CEC rispondono a Una parola comune tra noi e voi

Aram I, Alessio II e il CEC
Il carteggio Una parola comune avviato dai 138 studiosi islamici (Regno- doc. 19,2007,588; Regno-att. 20, 2007,680) ha interpellato anzitutto Benedetto XVI e la Santa Sede (cf. Regno-att. 4,2008,88), ma era diretto ai capi di tutte le Chiese cristiane: e, infatti, senza fare distinzioni quanto al grado di ufficialità, il sito dei promotori dell’iniziativa riportava, alla data del 30 aprile, 56 risposte. Abbiamo scelto due lettere: quella di Aram I, catholicos armenodi Cilicia, presidente del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (6 febbraio), e quella di Alessio II, patriarca ortodosso di Mosca (14 aprile; cf. Regno-att. 8,2008,240). Pubblichiamo inoltre il documento Imparare ad esplorare l’amore insieme, diffuso dal Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) il 20 marzo. Non si tratta propriamente di una «risposta » (e infatti non viene registrata come tale dal sito A common word), bensì di un commento che «intende aiutare le Chiese nella lettura e nella risposta alla lettera», e insieme invita «Chiese e partner ecumenici... a condividere le loro riflessioni con il CEC come un contributo a una comune comprensione di questa iniziativa e a una comune risposta » (Preambolo).

Verso una risposta comune: Vivere insieme e possibile. Aram I, catholicos di Cilicia

Aram I
Il carteggio Una parola comune avviato dai 138 studiosi islamici (Regno- doc. 19,2007,588; Regno-att. 20, 2007,680) ha interpellato anzitutto Benedetto XVI e la Santa Sede (cf. Regno-att. 4,2008,88), ma era diretto ai capi di tutte le Chiese cristiane: e, infatti, senza fare distinzioni quanto al grado di ufficialità, il sito dei promotori dell’iniziativa riportava, alla data del 30 aprile, 56 risposte. Abbiamo scelto due lettere: quella di Aram I, catholicos armenodi Cilicia, presidente del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (6 febbraio), e quella di Alessio II, patriarca ortodosso di Mosca (14 aprile; cf. Regno-att. 8,2008,240). Pubblichiamo inoltre il documento Imparare ad esplorare l’amore insieme, diffuso dal Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) il 20 marzo. Non si tratta propriamente di una «risposta » (e infatti non viene registrata come tale dal sito A common word), bensì di un commento che «intende aiutare le Chiese nella lettura e nella risposta alla lettera», e insieme invita «Chiese e partner ecumenici... a condividere le loro riflessioni con il CEC come un contributo a una comune comprensione di questa iniziativa e a una comune risposta » (Preambolo).

Verso una risposta comune: Il dialogo teologico è utile. Alessio II patriarca della Chiesa ortodossa

Alessio II
Il carteggio Una parola comune avviato dai 138 studiosi islamici (Regno- doc. 19,2007,588; Regno-att. 20, 2007,680) ha interpellato anzitutto Benedetto XVI e la Santa Sede (cf. Regno-att. 4,2008,88), ma era diretto ai capi di tutte le Chiese cristiane: e, infatti, senza fare distinzioni quanto al grado di ufficialità, il sito dei promotori dell’iniziativa riportava, alla data del 30 aprile, 56 risposte. Abbiamo scelto due lettere: quella di Aram I, catholicos armenodi Cilicia, presidente del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (6 febbraio), e quella di Alessio II, patriarca ortodosso di Mosca (14 aprile; cf. Regno-att. 8,2008,240). Pubblichiamo inoltre il documento Imparare ad esplorare l’amore insieme, diffuso dal Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) il 20 marzo. Non si tratta propriamente di una «risposta » (e infatti non viene registrata come tale dal sito A common word), bensì di un commento che «intende aiutare le Chiese nella lettura e nella risposta alla lettera», e insieme invita «Chiese e partner ecumenici... a condividere le loro riflessioni con il CEC come un contributo a una comune comprensione di questa iniziativa e a una comune risposta » (Preambolo).

Verso una risposta comune: Imparare a esplorare l'amore insieme. Suggerimenti del CEC alle Chiese

Consiglio ecumenico delle Chiese
Il carteggio Una parola comune avviato dai 138 studiosi islamici (Regno- doc. 19,2007,588; Regno-att. 20, 2007,680) ha interpellato anzitutto Benedetto XVI e la Santa Sede (cf. Regno-att. 4,2008,88), ma era diretto ai capi di tutte le Chiese cristiane: e, infatti, senza fare distinzioni quanto al grado di ufficialità, il sito dei promotori dell’iniziativa riportava, alla data del 30 aprile, 56 risposte. Abbiamo scelto due lettere: quella di Aram I, catholicos armenodi Cilicia, presidente del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (6 febbraio), e quella di Alessio II, patriarca ortodosso di Mosca (14 aprile; cf. Regno-att. 8,2008,240). Pubblichiamo inoltre il documento Imparare ad esplorare l’amore insieme, diffuso dal Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) il 20 marzo. Non si tratta propriamente di una «risposta » (e infatti non viene registrata come tale dal sito A common word), bensì di un commento che «intende aiutare le Chiese nella lettura e nella risposta alla lettera», e insieme invita «Chiese e partner ecumenici... a condividere le loro riflessioni con il CEC come un contributo a una comune comprensione di questa iniziativa e a una comune risposta » (Preambolo).