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Documenti, 11/2012

Tra lavoro e festa. VII Incontro mondiale delle famiglie, Milano, 30.5-3.6.2012

Benedetto XVI
«Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. (…) Privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere»: nel pieno dei Vatileaks, la fuoriuscita dei documenti riservati vaticani, il papa ha preso parte a tre dei cinque giorni del VII Incontro mondiale delle famiglie ospitato a Milano, concludendo con queste parole l’omelia alla messa di domenica 3 giugno, celebrata nel parco di Bresso. Preceduto dal Congresso teologicopastorale (30.5-1.6) – di cui pubblichiamo la relazione del card. G. Ravasi – l’incontro è stato nelle parole del pontefice una «festa di Dio, [una] comunione della famiglia di Dio che noi siamo», una «grande esperienza ecclesiale», esprimendo egli visibilmente – anche nelle risposte date a braccio durante la «Festa delle testimonianze» del sabato sera – la propria soddisfazione per una manifestazione sincera di Chiesa come luogo dove le famiglie si sentono a casa, senza dimenticare aspetti problematici come quello del ruolo dei divorziati risposati nelle comunità ecclesiali.

Tra lavoro e festa. Dare casa alla salvezza. Il card. G. Ravasi al Congresso teologico-pastorale

G. card. Ravasi
«Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. (…) Privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere»: nel pieno dei Vatileaks, la fuoriuscita dei documenti riservati vaticani, il papa ha preso parte a tre dei cinque giorni del VII Incontro mondiale delle famiglie ospitato a Milano, concludendo con queste parole l’omelia alla messa di domenica 3 giugno, celebrata nel parco di Bresso. Preceduto dal Congresso teologicopastorale (30.5-1.6) – di cui pubblichiamo la relazione del card. G. Ravasi – l’incontro è stato nelle parole del pontefice una «festa di Dio, [una] comunione della famiglia di Dio che noi siamo», una «grande esperienza ecclesiale», esprimendo egli visibilmente – anche nelle risposte date a braccio durante la «Festa delle testimonianze» del sabato sera – la propria soddisfazione per una manifestazione sincera di Chiesa come luogo dove le famiglie si sentono a casa, senza dimenticare aspetti problematici come quello del ruolo dei divorziati risposati nelle comunità ecclesiali.

Tra lavoro e festa. Sul fondamento della legge naturale. Benedetto XVI incontra le autorità milanesi

Benedetto XVI
«Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. (…) Privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere»: nel pieno dei Vatileaks, la fuoriuscita dei documenti riservati vaticani, il papa ha preso parte a tre dei cinque giorni del VII Incontro mondiale delle famiglie ospitato a Milano, concludendo con queste parole l’omelia alla messa di domenica 3 giugno, celebrata nel parco di Bresso. Preceduto dal Congresso teologicopastorale (30.5-1.6) – di cui pubblichiamo la relazione del card. G. Ravasi – l’incontro è stato nelle parole del pontefice una «festa di Dio, [una] comunione della famiglia di Dio che noi siamo», una «grande esperienza ecclesiale», esprimendo egli visibilmente – anche nelle risposte date a braccio durante la «Festa delle testimonianze» del sabato sera – la propria soddisfazione per una manifestazione sincera di Chiesa come luogo dove le famiglie si sentono a casa, senza dimenticare aspetti problematici come quello del ruolo dei divorziati risposati nelle comunità ecclesiali.

Tra lavoro e festa. Le domande delle famiglie, le risposte del papa. Festa delle testimonianze

Benedetto XVI
«Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. (…) Privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere»: nel pieno dei Vatileaks, la fuoriuscita dei documenti riservati vaticani, il papa ha preso parte a tre dei cinque giorni del VII Incontro mondiale delle famiglie ospitato a Milano, concludendo con queste parole l’omelia alla messa di domenica 3 giugno, celebrata nel parco di Bresso. Preceduto dal Congresso teologicopastorale (30.5-1.6) – di cui pubblichiamo la relazione del card. G. Ravasi – l’incontro è stato nelle parole del pontefice una «festa di Dio, [una] comunione della famiglia di Dio che noi siamo», una «grande esperienza ecclesiale», esprimendo egli visibilmente – anche nelle risposte date a braccio durante la «Festa delle testimonianze» del sabato sera – la propria soddisfazione per una manifestazione sincera di Chiesa come luogo dove le famiglie si sentono a casa, senza dimenticare aspetti problematici come quello del ruolo dei divorziati risposati nelle comunità ecclesiali.

Tra lavoro e festa. Costruire la famiglia è costruire la Chiesa. Omelia alla messa a Bresso (MI)

Benedetto XVI
«Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. (…) Privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere»: nel pieno dei Vatileaks, la fuoriuscita dei documenti riservati vaticani, il papa ha preso parte a tre dei cinque giorni del VII Incontro mondiale delle famiglie ospitato a Milano, concludendo con queste parole l’omelia alla messa di domenica 3 giugno, celebrata nel parco di Bresso. Preceduto dal Congresso teologicopastorale (30.5-1.6) – di cui pubblichiamo la relazione del card. G. Ravasi – l’incontro è stato nelle parole del pontefice una «festa di Dio, [una] comunione della famiglia di Dio che noi siamo», una «grande esperienza ecclesiale», esprimendo egli visibilmente – anche nelle risposte date a braccio durante la «Festa delle testimonianze» del sabato sera – la propria soddisfazione per una manifestazione sincera di Chiesa come luogo dove le famiglie si sentono a casa, senza dimenticare aspetti problematici come quello del ruolo dei divorziati risposati nelle comunità ecclesiali.

Contro le attività illegali in campo finanziario / 2. Pontificia commissione per lo SCV

G. card. Bertello, G. Sciacca, Pontif. Commis. Stato della Città del Vaticano
Perno dell’azione intrapresa dalla Santa Sede e dallo Stato della Città del Vaticano (SCV) per allinearsi agli standard richiesti in ambito internazionale in materia di contrasto delle attività finanziarie illegali, la Legge del 30 dicembre 2010, n. CXXVII (Regno-doc. 3,2011,78ss; Regno-att. 4,2011,73ss) ha ricevuto «modifiche e integrazioni» con il Decreto del 25 gennaio 2012, n. CLIX, convertito in legge il 24 aprile 2012 e finalmente pubblicato dal Governatorato SCV. Anche a uno sguardo non tecnico appare evidente che si tratta di una complessiva riscrittura. In particolare risultano del tutto diversi l’intero capo I, che si arricchisce di un capo I bis «Autorità competenti», e il capo II «Disposizioni penali in materia di riciclaggio». Anche i capi V «Obblighi di adeguata verifica», VI «Obblighi di registrazione e conservazione» e XI «Sanzioni amministrative», così come alcuni articoli dei capi dal VII all’XI risultano decisamente ampliati. La legge, così modificata, è – insieme alle altre misure di fine 2010 – tuttora all’esame degli organismi internazionali dal cui giudizio dipende l’ingresso dello Stato della Città del Vaticano e della Santa Sede nella cosiddetta white list dei paesi virtuosi in questo ambito.

Contro le attività illegali in campo finanziario / 2. Legge n. CLXVI. Modifiche e integrazioni

G. card. Bertello, G. Sciacca, Pontif. Commis. Stato della Città del Vaticano
Perno dell’azione intrapresa dalla Santa Sede e dallo Stato della Città del Vaticano (SCV) per allinearsi agli standard richiesti in ambito internazionale in materia di contrasto delle attività finanziarie illegali, la Legge del 30 dicembre 2010, n. CXXVII (Regno-doc. 3,2011,78ss; Regno-att. 4,2011,73ss) ha ricevuto «modifiche e integrazioni» con il Decreto del 25 gennaio 2012, n. CLIX, convertito in legge il 24 aprile 2012 e finalmente pubblicato dal Governatorato SCV. Anche a uno sguardo non tecnico appare evidente che si tratta di una complessiva riscrittura. In particolare risultano del tutto diversi l’intero capo I, che si arricchisce di un capo I bis «Autorità competenti», e il capo II «Disposizioni penali in materia di riciclaggio». Anche i capi V «Obblighi di adeguata verifica», VI «Obblighi di registrazione e conservazione» e XI «Sanzioni amministrative», così come alcuni articoli dei capi dal VII all’XI risultano decisamente ampliati. La legge, così modificata, è – insieme alle altre misure di fine 2010 – tuttora all’esame degli organismi internazionali dal cui giudizio dipende l’ingresso dello Stato della Città del Vaticano e della Santa Sede nella cosiddetta white list dei paesi virtuosi in questo ambito.

Contro le attività illegali in campo finanziario / 2. Allegato. Decreto n. CLIX

G. card. Bertello, G. Sciacca, Pontif. Commis. Stato della Città del Vaticano
Perno dell’azione intrapresa dalla Santa Sede e dallo Stato della Città del Vaticano (SCV) per allinearsi agli standard richiesti in ambito internazionale in materia di contrasto delle attività finanziarie illegali, la Legge del 30 dicembre 2010, n. CXXVII (Regno-doc. 3,2011,78ss; Regno-att. 4,2011,73ss) ha ricevuto «modifiche e integrazioni» con il Decreto del 25 gennaio 2012, n. CLIX, convertito in legge il 24 aprile 2012 e finalmente pubblicato dal Governatorato SCV. Anche a uno sguardo non tecnico appare evidente che si tratta di una complessiva riscrittura. In particolare risultano del tutto diversi l’intero capo I, che si arricchisce di un capo I bis «Autorità competenti», e il capo II «Disposizioni penali in materia di riciclaggio». Anche i capi V «Obblighi di adeguata verifica», VI «Obblighi di registrazione e conservazione» e XI «Sanzioni amministrative», così come alcuni articoli dei capi dal VII all’XI risultano decisamente ampliati. La legge, così modificata, è – insieme alle altre misure di fine 2010 – tuttora all’esame degli organismi internazionali dal cui giudizio dipende l’ingresso dello Stato della Città del Vaticano e della Santa Sede nella cosiddetta white list dei paesi virtuosi in questo ambito.

IOR: sfiducia al presidente

C. Anderson
La Legge del 30.12.2010, n. CXXVII e le successive modifiche riportate in queste pagine non lo citano mai esplicitamente, ma l’Istituto per le opere di religione (IOR) riveste con tutta evidenza un ruolo centrale nel contrasto delle attività illegali in campo finanziario su cui la Santa Sede si è particolarmente impegnata in questi anni (cf. il Comunicato della Segreteria di stato del 30.12.2010, n. 5; Regno-doc. 3,2011,77). Anche la nomina di Ettore Gotti Tedeschi alla presidenza dello IOR, nel settembre 2009, era stata presentata e interpretata sotto questo segno. Ha destato pertanto clamore la notizia, annunciata dalla Sala stampa della Santa Sede il 24 maggio con una dichiarazione (www.vatican.va), che Gotti Tedeschi era stato oggetto di una «mozione di sfiducia» da parte del Consiglio di sovrintendenza dell’IOR, seguita poche ore dopo dalla pubblicazione, sul Corriere della sera, della «notifica e promemoria del voto alla risoluzione e di sfiducia», indirizzata dal medesimo Consiglio al presidente uscente (traduzione dall’inglese dal blog di S. Magister «Settimo cielo»: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/). Per un’analisi della vicenda, anche in relazione alle ripetute fughe di documenti avvenute nella Santa Sede in questi mesi, cf. ampiamente Regno-att. 10,2012,304.

Il processo decisionale nella Chiesa. J.I. Arrieta segretario Pontificio consiglio testi legislativi

J.I. Arrieta
Spesso non conoscere il modo nel quale all’interno delle istituzioni ecclesiastiche vengono prese le decisioni suscita incomprensioni e diffidenza, a volte anche vere e proprie crisi di comunicazione. Ma in questi processi decisionali c’è una peculiarità «legata alla natura stessa dell’isti tuzione ecclesiastica e al tipo di vin coli spirituali sui quali fonda i propri rapporti, dando ragione del caratteristico contenuto delle decisioni, delle loro mo tivazioni, ma anche della forza cogente che c’è dietro a esse: l’autorità ecclesiastica e la giurisdizione della Chiesa». Inoltre «alla condotta delle istituzioni ecclesiastiche, alle relative decisioni di governo, viene anche chiesta un’esemplare coerenza con gli insegnamenti che la Chiesa stessa proclama». In una relazio ne su «La comunicazione all’interno del le istituzioni ecclesiastiche: prendere le decisioni, spiegare le proprie ragio ni», nel cor so dell’VIII Seminario professionale sugli uffici di comunicazione della Chiesa organizzato dalla Pontificia università della Santa Croce (Roma, 16-18.4. 2012), il segretario del Pontificio consiglio per i testi legislativi mons. Juan Ignacio Arrieta ha delineato le caratteri sti che specifiche di tale processo, proponendo poi alcuni criteri d’orientamen to per comunicare le decisioni prese.

Chierici e minori: linee guida. Episcopato italiano

Episcopato italianano
Rese note il 22 maggio, in apertura dell’Assemblea generale della CEI (Regno-att. 10,2012,296) e presentate ai giornalisti con una conferenza stampa, le Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici di cui la Conferenza episcopale italiana si è dotata costituiscono una «traduzione» – così dice il sito web ufficiale www.chiesacattolica.it – delle indicazioni date dalla Congregazione per la dottrina della fede nel maggio 2011 (Regno-doc. 11,2011,333) affinché tutte le conferenze episcopali e le conferenze di religiosi elaborassero entro un anno uno strumento normativo in materia il più possibile uniforme (cf. anche Regno-att. 4,2012,75). Il testo è frutto di una bozza elaborata da parte della Presidenza della CEI, poi discussa nei Consigli permanenti di settembre 2011 e gennaio 2012; è diventato definitivo, dopo che ha ricevuto una sorta di pre-parere positivo da parte della Santa Sede, con il voto in assemblea. Al centro vi è la figura del vescovo: le Linee guida indicano, da un lato, il corretto percorso canonico che egli deve seguire, e dall’altro il fatto che egli oggi non possa più esimersi dall’intervenire.

Per una maturità umana e credente. Comunicato finale della LXIV Assemblea generale della CEI

Episcopato italiano
«A una crisi epocale si deve rispondere con un cambiamento altrettanto epocale». Con questo invito del cardinale presidente, Angelo Bagnasco, si è aperta l’Assemblea generale della CEI, celebrata dal 21 al 25 maggio scorsi nell’Aula del Sinodo della Città del Vaticano. Durante i lavori, i vescovi si sono concentrati sull’urgenza di «formare persone adulte nella fede». Muovendo dalla «consapevolezza di come oggi la maturità umana e credente sia tutt’altro che scontata o acquisita una volta per tutte», ci si è interrogati su «come favorire la formazione», tanto a livello di atteggiamenti («il servizio, la comunione, la coerenza tra fede e vita»), che di contenuti (per «superare il diffuso analfabetismo dottrinale»), che di scelte. Nel corso dei lavori sono state presentate le Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici (cf. in questo numero a p. 362) sollecitate dalla Congregazione per la dottrina della fede. Con l’approvazione dei «testi propri dell’edizione italiana», è giunto a conclusione anche l’iter per l’approvazione definitiva da parte della CEI della «terza edizione italiana del Messale Romano»; tutto il materiale «può essere ora presentato alla Santa Sede per la necessaria recognitio, i cui esiti saranno vincolanti».

Abbiamo tanta strada da fare. Lettera del presidente della Fraternità di Comunione e liberazione

J. Carron
Se CL «è continuamente identificato con l’attrattiva del potere… qualche pretesto dobbiamo aver dato». Tanto è franca nei contenuti, quanto è diretta nella forma – una lettera a uno dei più diffusi quotidiani italiani, La Repubblica – la parola che il presidente della Fraternità di Comunione e liberazione (CL), don J. Carrón, ha ritenuto di pronunciare in pubblico lo scorso 1° maggio. Alla sua origine, le inchieste giu diziarie sulla sanità nella Regione Lombardia che stanno coinvolgendo, direttamente o indirettamente, politici e amministratori notoriamente legati al movimento fondato da don Giussani, tra cui lo stesso presidente della Regione Roberto Formigoni. Ed è proprio la preoccupazione di salvaguardare la memoria e il carisma di don Luigi Giussani – ciò che Claudia Vites, moglie di uno degli arrestati, aveva definito in una precedente lettera al Corriere della sera il 19 aprile «un sussulto di gelosia per la propria identità, per quello che Giussani pensava al momento della fondazione» –, a emergere con forza da questa lettera, anche in considerazione del fatto che il 22 febbraio scorso CL e la curia di Milano avevano annunciato l’avvio dell’iter della causa di beatificazione.

Una parola all'ANC, oggi. Riflessioni teologiche ed etiche del gruppo Kairos Sudafrica

Gruppo Kairos Sudafrica
Un gruppo di teologi cristiani del Sudafrica rivolge all’Africa National Congress (ANC), storico movimento antiapartheid e oggi partito di governo, in occasione del suo centenario, una provocazione e un invito alla riflessione. «Lo facciamo con stima e gratitudine, ma anche esprimendo, come amici, alcune preoccupazioni ». Nel testo, che si colloca nella tradizione del Documento Kairos del 1985 (cf. Regno-doc. 1,1986,47ss) ed è sottoscritto da molti dei firmatari di allora, si passa in rassegna il ruolo delle Chiese nella nascita e nello sviluppo dell’ANC e si esprimono – insieme a una sincera confessione delle responsabilità dei cristiani – alcune critiche agli sviluppi della politica dell’ANC e alle relazioni tra il partito e le Chiese dopo la fine dell’apartheid. La consapevolezza è quella di un momento critico, nel quale alcune Chiese «si sono spinte fino a chiedere ai loro membri di non votare per l’ANC, mentre altre hanno esortato i loro membri in senso opposto. Noi chiediamo una comunicazione più diretta fra i leader ecclesiali e il governo ANC per risolvere ogni possibile tensione e sviluppare una comprensione comune della relazione fra Chiese e stato».

Abbiamo un sogno di pace, giustizia e libertà. Messaggio vescovi cattolici e anglicani del Sud Sudan

I vescovi cattolici e anglicani del Sud Sudan
«Noi sogniamo due stati democratici e liberi, che…vivano fianco a fianco in solidarietà e reciproco rispetto, celebrino la loro storia comune e perdonino i torti che possono essersi fatti a vicenda. Sogniamo che le persone non siano più traumatizzate, che i bambini possano andare a scuola, …che la malnutrizione e la povertà finiscano, e che cristiani e musulmani possano recarsi in chiesa o alla moschea liberamente e senza paura. Ora basta. Mai più guerra tra Sudan e Sud Sudan!». Per scongiurare la minaccia di una nuova guerra tra i due stati, l’11 maggio i vescovi cattolici e anglicani del Sud Sudan hanno diffuso un messaggio di pace intitolato «Abbiamo un sogno di pace, giustizia e libertà. “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9)». I vescovi invocano dalla comunità internazionale una rinnovata attenzione ai problemi dell’area e una posizione «più equilibrata». E da parte loro rinnovano l’impegno ecumenico, perché «durante la guerra civile, la forza del ruolo delle Chiese sul posto e nell’azione di convincimento a livello internazionale è dipesa dalla loro unità e dal loro spirito ecumenico».

Il Regno Documenti 11 2012. Il numero integrale in un unico file

Redazione
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