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Documenti, 7/2002

La Chiesa e Internet

Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali
Lo sguardo della Chiesa verso Internet nel solco di tutto il recente magistero sugli strumenti della comunicazione sociale, dove si incrociano interesse, benevolenza e atteggiamento prudenziale: così si potrebbe riassumere Chiesa e Internet, il documento del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali diffuso il 28 febbraio scorso in parallelo a Etica in Internet (cf. Regno-att. 6,2002,152 e in questo numero a p. 199). Da sottolineare il capitolo delle raccomandazioni: «ai responsabili ecclesiali» perché si curi un’adeguata «formazione mass-mediale», provvedendo anche a individuare le forme per una «certificazione volontaria a livello locale e nazionale con la supervisione di rappresentanti del magistero» dei siti «cattolici» (n. 11); «agli operatori pastorali» per uno studio di Internet al fine di utilizzarlo quale strumento del proprio ministero; «agli educatori e ai catechisti... ai genitori... ai bambini e ai giovani», perché valorizzino le potenzialità pedagogiche di Internet e insieme vigilino sulle possibili fughe diseducative; «a tutte le persone di buona volontà», infine, perché si rendano consapevoli delle minacciose conseguenze del digital divide e coltivino la virtù della solidarietà globale e concreta. Opuscolo, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 2002.

«Internet: un nuovo forum per proclamare il Vangelo»

Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II: �Internet: un nuovo forum per proclamare il Vangelo� Giovanni Paolo II: "Internet: un nuovo forum per proclamare il Vangelo" Il 22 gennaio scorso è stato pubblicato il Messaggio di Giovanni Paolo II per la XXXVI giornata mondiale della comunicazioni sociali, in calendario per il 12 maggio 2002. Lo proponiamo integralmente, perché incentrato anch'esso...

Etica in Internet

Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali
Internet ha contribuito a trasformare la Terra in un villaggio globale, ma «le persone sono più felici e migliori?». Sullo sfondo di questo approccio eudaimonistico, si sviluppa il recente documento del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali Etica in Internet, diffuso il 28 febbraio scorso in parallelo a Chiesa e Internet (cf. Regno-att. 6,2002,152 e in questo numero a p. 193). Due i principi etici fondamentali per una valutazione: la persona umana e la comunità umana come fine e misura dell’uso dei mezzi di comunicazione sociale (cf. Etica nelle comunicazioni sciali, n. 21); l'orientamento al bene comune, sostenuto da una solidarietà collocata in una dimensione internazionale chiara e forte. Letta nel contesto delle ambivalenze del processo di globalizzazione, e giudicata forte abbastanza da modellare una cultura, Internet presenta alcuni «motivi di preoccupazione». Tra questi: «la sua configurazione decentralizzata», congeniale a un pensiero di impianto libertario radicale; il rischio che esso incoraggi quella particolare forma di discriminazione chiamata digital-divide, esaltando ulteriormente la divisione fra ricchi e poveri e funzionando da veicolo di «imperialismo culturale»; il rischio che le autorità pubbliche, non solo nei regimi autoritari, si servano del nuovo strumento per «manipolare l'opinione pubblica…». Opuscolo, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 2002.

Tolleranza zero

La Chiesa negli Stati Uniti e le violenze sui minori
La celebrazione del processo contro un ex sacerdote della diocesi di Boston, accusato di pedofilia nello scorso gennaio, ha riacceso i riflettori sul tema della violenza sessuale sui minori all'interno della Chiesa cattolica negli Stati Uniti (cf. Regno-att. 4,2002,92; e in questo numero a p. 212ss). In particolare la decisione della diocesi di Boston di mettere a disposizione dell'autorità giudiziaria i dati inerenti i sacerdoti accusati di violenze contro minori ha innescato una reazione a catena in tutto il New England: infatti le diocesi di Worcester, Springfield, Fall River, Manchester, Portland hanno espresso una conferma della prassi di massima collaborazione con la giustizia e di trasparenza rispetto all'opinione pubblica. È quindi intervenuto con un comunicato ufficiale il presidente della Conferenza episcopale, mons. W. Gregory e in seguito molti altri presuli e una nutrita serie di cardinali come A. Bevilacqua (Philadelphia), E. Egan (New York), F. George, (Chicago), W. Keeler (Baltimora), A. Maida (Detroit), R. Mahony (Los Angeles), T. McCarrick (Washington) hanno ribadito la linea comune basata sulle direttive che la Conferenza episcopale stessa si era data - e per le quali ha ricevuto l'approvazione della Santa Sede - a partire dal 1994. Riportiamo i testi del card. Law del 26.1, di mons. Gregory del 19.2 (cf. riquadro a p. 206 che annuncia che l'Assemblea generale dei vescovi del giugno prossimo si terrà su questo problema), e dei cardd. Mahony, Bevilacqua e George. A p. 208 un riquadro riporta il passaggio della Lettera ai sacerdoti per il giovedì santo a firma del papa in cui si parla del tema e la risposta del prefetto della Congregazione per il clero, card. Castrillón Hoyos, alla conferenza stampa di presentazione della lettera stessa il 21 marzo scorso. Originali: stampe (22.3.2002) da siti Internet: www.rcab.org; www.nccbuscc.org; www.la-archdiocese.org; archdiocese-phl.org; www.catholicnewworld.com; nostra traduzione dall'inglese.

Lettera del card. Law

Card. Bernard Law
La celebrazione del processo contro un ex sacerdote della diocesi di Boston, accusato di pedofilia nello scorso gennaio, ha riacceso i riflettori sul tema della violenza sessuale sui minori all'interno della Chiesa cattolica negli Stati Uniti (cf. Regno-att. 4,2002,92; e in questo numero a p. 212ss). In particolare la decisione della diocesi di Boston di mettere a disposizione dell'autorità giudiziaria i dati inerenti i sacerdoti accusati di violenze contro minori ha innescato una reazione a catena in tutto il New England: infatti le diocesi di Worcester, Springfield, Fall River, Manchester, Portland hanno espresso una conferma della prassi di massima collaborazione con la giustizia e di trasparenza rispetto all'opinione pubblica. È quindi intervenuto con un comunicato ufficiale il presidente della Conferenza episcopale, mons. W. Gregory e in seguito molti altri presuli e una nutrita serie di cardinali come A. Bevilacqua (Philadelphia), E. Egan (New York), F. George, (Chicago), W. Keeler (Baltimora), A. Maida (Detroit), R. Mahony (Los Angeles), T. McCarrick (Washington) hanno ribadito la linea comune basata sulle direttive che la Conferenza episcopale stessa si era data - e per le quali ha ricevuto l'approvazione della Santa Sede - a partire dal 1994. Riportiamo i testi del card. Law del 26.1, di mons. Gregory del 19.2 (cf. riquadro a p. 206 che annuncia che l'Assemblea generale dei vescovi del giugno prossimo si terrà su questo problema), e dei cardd. Mahony, Bevilacqua e George. A p. 208 un riquadro riporta il passaggio della Lettera ai sacerdoti per il giovedì santo a firma del papa in cui si parla del tema e la risposta del prefetto della Congregazione per il clero, card. Castrillón Hoyos, alla conferenza stampa di presentazione della lettera stessa il 21 marzo scorso. Originali: stampe (22.3.2002) da siti Internet: www.rcab.org; www.nccbuscc.org; www.la-archdiocese.org; archdiocese-phl.org; www.catholicnewworld.com; nostra traduzione dall'inglese.

Dichiarazione di mons. Gregory

Wilton D. Gregory
La celebrazione del processo contro un ex sacerdote della diocesi di Boston, accusato di pedofilia nello scorso gennaio, ha riacceso i riflettori sul tema della violenza sessuale sui minori all'interno della Chiesa cattolica negli Stati Uniti (cf. Regno-att. 4,2002,92; e in questo numero a p. 212ss). In particolare la decisione della diocesi di Boston di mettere a disposizione dell'autorità giudiziaria i dati inerenti i sacerdoti accusati di violenze contro minori ha innescato una reazione a catena in tutto il New England: infatti le diocesi di Worcester, Springfield, Fall River, Manchester, Portland hanno espresso una conferma della prassi di massima collaborazione con la giustizia e di trasparenza rispetto all'opinione pubblica. È quindi intervenuto con un comunicato ufficiale il presidente della Conferenza episcopale, mons. W. Gregory e in seguito molti altri presuli e una nutrita serie di cardinali come A. Bevilacqua (Philadelphia), E. Egan (New York), F. George, (Chicago), W. Keeler (Baltimora), A. Maida (Detroit), R. Mahony (Los Angeles), T. McCarrick (Washington) hanno ribadito la linea comune basata sulle direttive che la Conferenza episcopale stessa si era data - e per le quali ha ricevuto l'approvazione della Santa Sede - a partire dal 1994. Riportiamo i testi del card. Law del 26.1, di mons. Gregory del 19.2 (cf. riquadro a p. 206 che annuncia che l'Assemblea generale dei vescovi del giugno prossimo si terrà su questo problema), e dei cardd. Mahony, Bevilacqua e George. A p. 208 un riquadro riporta il passaggio della Lettera ai sacerdoti per il giovedì santo a firma del papa in cui si parla del tema e la risposta del prefetto della Congregazione per il clero, card. Castrillón Hoyos, alla conferenza stampa di presentazione della lettera stessa il 21 marzo scorso. Originali: stampe (22.3.2002) da siti Internet: www.rcab.org; www.nccbuscc.org; www.la-archdiocese.org; archdiocese-phl.org; www.catholicnewworld.com; nostra traduzione dall'inglese.

Cinque principi tuttora validi

Comitato amministrativo della Conferenza dei vescovi cattolici USA
Cinque principi tuttora validi Cinque principi tuttora validi Il 14 marzo scorso, con questo comunicato, il Comitato amministrativo della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha reso nota la decisione di porre il problema delle violenze sessuali sui minori da parte di sacerdoti all'ordine del giorno della prossima Assemblea generale, che si terrà nel giugno prossimo...

Dichiarazione pastorale del card. Mahony

Card. Roger Mahony
La celebrazione del processo contro un ex sacerdote della diocesi di Boston, accusato di pedofilia nello scorso gennaio, ha riacceso i riflettori sul tema della violenza sessuale sui minori all'interno della Chiesa cattolica negli Stati Uniti (cf. Regno-att. 4,2002,92; e in questo numero a p. 212ss). In particolare la decisione della diocesi di Boston di mettere a disposizione dell'autorità giudiziaria i dati inerenti i sacerdoti accusati di violenze contro minori ha innescato una reazione a catena in tutto il New England: infatti le diocesi di Worcester, Springfield, Fall River, Manchester, Portland hanno espresso una conferma della prassi di massima collaborazione con la giustizia e di trasparenza rispetto all'opinione pubblica. È quindi intervenuto con un comunicato ufficiale il presidente della Conferenza episcopale, mons. W. Gregory e in seguito molti altri presuli e una nutrita serie di cardinali come A. Bevilacqua (Philadelphia), E. Egan (New York), F. George, (Chicago), W. Keeler (Baltimora), A. Maida (Detroit), R. Mahony (Los Angeles), T. McCarrick (Washington) hanno ribadito la linea comune basata sulle direttive che la Conferenza episcopale stessa si era data - e per le quali ha ricevuto l'approvazione della Santa Sede - a partire dal 1994. Riportiamo i testi del card. Law del 26.1, di mons. Gregory del 19.2 (cf. riquadro a p. 206 che annuncia che l'Assemblea generale dei vescovi del giugno prossimo si terrà su questo problema), e dei cardd. Mahony, Bevilacqua e George. A p. 208 un riquadro riporta il passaggio della Lettera ai sacerdoti per il giovedì santo a firma del papa in cui si parla del tema e la risposta del prefetto della Congregazione per il clero, card. Castrillón Hoyos, alla conferenza stampa di presentazione della lettera stessa il 21 marzo scorso. Originali: stampe (22.3.2002) da siti Internet: www.rcab.org; www.nccbuscc.org; www.la-archdiocese.org; archdiocese-phl.org; www.catholicnewworld.com; nostra traduzione dall'inglese.

L'intervento del papa e l'atteggiamento della Santa Sede

L'intervento del papa e l'atteggiamento della Santa Sede L'intervento del papa e l'atteggiamento della Santa Sede Giovanni Paolo II ha colto l'occasione dell'annuale Lettera ai sacerdoti per il giovedì santo, resa pubblica lo scorso 21 marzo, per intervenire personalmente in merito ai numerosi casi, descritti negli ultimi mesi dai mezzi d'informazione in vari paesi, di violenze...

Dichiarazione del card. Bevilacqua

Card. Anthony Bevilacqua
La celebrazione del processo contro un ex sacerdote della diocesi di Boston, accusato di pedofilia nello scorso gennaio, ha riacceso i riflettori sul tema della violenza sessuale sui minori all'interno della Chiesa cattolica negli Stati Uniti (cf. Regno-att. 4,2002,92; e in questo numero a p. 212ss). In particolare la decisione della diocesi di Boston di mettere a disposizione dell'autorità giudiziaria i dati inerenti i sacerdoti accusati di violenze contro minori ha innescato una reazione a catena in tutto il New England: infatti le diocesi di Worcester, Springfield, Fall River, Manchester, Portland hanno espresso una conferma della prassi di massima collaborazione con la giustizia e di trasparenza rispetto all'opinione pubblica. È quindi intervenuto con un comunicato ufficiale il presidente della Conferenza episcopale, mons. W. Gregory e in seguito molti altri presuli e una nutrita serie di cardinali come A. Bevilacqua (Philadelphia), E. Egan (New York), F. George, (Chicago), W. Keeler (Baltimora), A. Maida (Detroit), R. Mahony (Los Angeles), T. McCarrick (Washington) hanno ribadito la linea comune basata sulle direttive che la Conferenza episcopale stessa si era data - e per le quali ha ricevuto l'approvazione della Santa Sede - a partire dal 1994. Riportiamo i testi del card. Law del 26.1, di mons. Gregory del 19.2 (cf. riquadro a p. 206 che annuncia che l'Assemblea generale dei vescovi del giugno prossimo si terrà su questo problema), e dei cardd. Mahony, Bevilacqua e George. A p. 208 un riquadro riporta il passaggio della Lettera ai sacerdoti per il giovedì santo a firma del papa in cui si parla del tema e la risposta del prefetto della Congregazione per il clero, card. Castrillón Hoyos, alla conferenza stampa di presentazione della lettera stessa il 21 marzo scorso. Originali: stampe (22.3.2002) da siti Internet: www.rcab.org; www.nccbuscc.org; www.la-archdiocese.org; archdiocese-phl.org; www.catholicnewworld.com; nostra traduzione dall'inglese.

Editoriale del card. George

Card. Francis George
La celebrazione del processo contro un ex sacerdote della diocesi di Boston, accusato di pedofilia nello scorso gennaio, ha riacceso i riflettori sul tema della violenza sessuale sui minori all'interno della Chiesa cattolica negli Stati Uniti (cf. Regno-att. 4,2002,92; e in questo numero a p. 212ss). In particolare la decisione della diocesi di Boston di mettere a disposizione dell'autorità giudiziaria i dati inerenti i sacerdoti accusati di violenze contro minori ha innescato una reazione a catena in tutto il New England: infatti le diocesi di Worcester, Springfield, Fall River, Manchester, Portland hanno espresso una conferma della prassi di massima collaborazione con la giustizia e di trasparenza rispetto all'opinione pubblica. È quindi intervenuto con un comunicato ufficiale il presidente della Conferenza episcopale, mons. W. Gregory e in seguito molti altri presuli e una nutrita serie di cardinali come A. Bevilacqua (Philadelphia), E. Egan (New York), F. George, (Chicago), W. Keeler (Baltimora), A. Maida (Detroit), R. Mahony (Los Angeles), T. McCarrick (Washington) hanno ribadito la linea comune basata sulle direttive che la Conferenza episcopale stessa si era data - e per le quali ha ricevuto l'approvazione della Santa Sede - a partire dal 1994. Riportiamo i testi del card. Law del 26.1, di mons. Gregory del 19.2 (cf. riquadro a p. 206 che annuncia che l'Assemblea generale dei vescovi del giugno prossimo si terrà su questo problema), e dei cardd. Mahony, Bevilacqua e George. A p. 208 un riquadro riporta il passaggio della Lettera ai sacerdoti per il giovedì santo a firma del papa in cui si parla del tema e la risposta del prefetto della Congregazione per il clero, card. Castrillón Hoyos, alla conferenza stampa di presentazione della lettera stessa il 21 marzo scorso. Originali: stampe (22.3.2002) da siti Internet: www.rcab.org; www.nccbuscc.org; www.la-archdiocese.org; archdiocese-phl.org; www.catholicnewworld.com; nostra traduzione dall'inglese.

Le violenze sui minori e sugli adulti

«Rapporto Nolan» della Chiesa cattolica in Inghilterra
«La tutela dei minori è un punto essenziale dell'insegnamento di Cristo ed è perciò una delle responsabilità primarie di tutti i membri della Chiesa». Nell'esercizio di questa responsabilità l'arcivescovo di Westminster card. Murphy-O'Connor, in qualità di presidente della Conferenza episcopale d'Inghilterra e Galles, ha incaricato nell'estate del 2000 una commissione ad hoc, presieduta da lord Nolan, di redigere una serie di suggerimenti per la revisione delle Linee guida pastorali e procedurali della Chiesa in Inghilterra e Galles in caso di violenza contro minori (1994). La commissione ha steso un Rapporto finale¸ consegnato ai vescovi e discusso nella plenaria della Conferenza episcopale, diviso in quattro capitoli con 83 raccomandazioni (cf. Regno-att. 18,2001,599s). I soggetti vittime di violenze vengono individuati non solo nei minori ma anche in quegli adulti che si trovano in situazioni di vulnerabilità e, per questo, si rivolgono – sia a livello spirituale sia a quello di aiuto socio-psicologico – al personale che opera all'interno delle istituzioni della Chiesa in Inghilterra e Galles (laici, ministri ordinati e religiosi). Il Rapporto accentua fortemente la necessità di un'opera di prevenzione, sul piano della scelta e della formazione iniziale del personale, ma anche di supervisione costante; sottolineando l'importanza della vigilanza da parte di tutti i membri della comunità cristiana al fine di percepire e denunciare con rapidità situazioni in cui minori e persone vulnerabili sono vittime di violenza all'interno della Chiesa. A Programme for Action. Final Report of the Independent Review on Child Protection in the Catholic Church in England and Wales, Catholic Bishops' Conference of England and Wales, London 2001. Nostra traduzione dall'inglese.

Dire la verità nella carità

Dialogo cattolici-metodisti
I lavori della Commissione congiunta fra Chiesa cattolica e Consiglio metodista mondiale, nel quinquennio 1997-2001, sono stati dedicati al ministero dell'insegnamento all'interno della Chiesa e alle rispettive comprensioni delle sue forme d'esercizio. Il documento Dire la verità nella carità: l'autorità d'insegnare tra cattolici e metodisti (cf. Regno-att. 16,2001,523), approdo finale di questo confronto collegiale a livello teologico ed ecclesiale, viene ora consegnato alle rispettive Chiese affinché venga valutato e giudicato in merito al consenso ecumenico che esprime rispetto a un tema centrale come quello dell'autorità d'insegnare. Da sottolineare la convergenza nel riconoscere il forte ancoramento cristologico del ministero d'insegnare della Chiesa e la sottolineatura pneumatologica del suo esercizio. Cattolici e metodisti riconoscono sia la necessità di una mediazione sacramentale sia quella di una figura di supervisione (episkope) che presieda all'autorità d'insegnare nella Chiesa; permangono, però, su questi due elementi forti differenziazioni ecclesiologiche nella loro comprensione e attuazione, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei laici nel processo di decisione autorevole nella Chiesa e il significato accordato alla figura della collegialità nel ministero dell'autorità. Come consuetudine, rispetto ai rapporti dei dialoghi ecumenici bilaterali, il Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani ne ha accompagnato la pubblicazione con un commento teologico a cura di R. Del Colle, docente alla Marquette University, in cui vengono valutate criticamente sia le reciproche visioni dell'autorità d'insegnare sia la qualità del consenso affermato. Originali: stampa da supporto magnetico in nostro possesso. Nostre traduzioni dall'inglese.

Rapporto della Commissione mista

I lavori della Commissione congiunta fra Chiesa cattolica e Consiglio metodista mondiale, nel quinquennio 1997-2001, sono stati dedicati al ministero dell'insegnamento all'interno della Chiesa e alle rispettive comprensioni delle sue forme d'esercizio. Il documento Dire la verità nella carità: l'autorità d'insegnare tra cattolici e metodisti (cf. Regno-att. 16,2001,523), approdo finale di questo confronto collegiale a livello teologico ed ecclesiale, viene ora consegnato alle rispettive Chiese affinché venga valutato e giudicato in merito al consenso ecumenico che esprime rispetto a un tema centrale come quello dell'autorità d'insegnare. Da sottolineare la convergenza nel riconoscere il forte ancoramento cristologico del ministero d'insegnare della Chiesa e la sottolineatura pneumatologica del suo esercizio. Cattolici e metodisti riconoscono sia la necessità di una mediazione sacramentale sia quella di una figura di supervisione (episkope) che presieda all'autorità d'insegnare nella Chiesa; permangono, però, su questi due elementi forti differenziazioni ecclesiologiche nella loro comprensione e attuazione, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei laici nel processo di decisione autorevole nella Chiesa e il significato accordato alla figura della collegialità nel ministero dell'autorità. Come consuetudine, rispetto ai rapporti dei dialoghi ecumenici bilaterali, il Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani ne ha accompagnato la pubblicazione con un commento teologico a cura di R. Del Colle, docente alla Marquette University, in cui vengono valutate criticamente sia le reciproche visioni dell'autorità d'insegnare sia la qualità del consenso affermato. Originali: stampa da supporto magnetico in nostro possesso. Nostre traduzioni dall'inglese.

Intercomunione tra la Chiesa caldea e la Chiesa assira dell'Oriente

Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani
Intercomunione tra la Chiesa caldea e la Chiesa assira dell'Oriente Intercomunione tra la Chiesa caldea e la Chiesa assira dell'Oriente L'11 novembre 1994 papa Giovanni Paolo II e il patriarca assiro Mar Dinkha IV firmarono una Dichiarazione cristologica comune considerata "un passo fondamentale del cammino verso la piena comunione che dovrà essere ristabilita" tra la...

Commento di R. Del Colle

I lavori della Commissione congiunta fra Chiesa cattolica e Consiglio metodista mondiale, nel quinquennio 1997-2001, sono stati dedicati al ministero dell'insegnamento all'interno della Chiesa e alle rispettive comprensioni delle sue forme d'esercizio. Il documento Dire la verità nella carità: l'autorità d'insegnare tra cattolici e metodisti (cf. Regno-att. 16,2001,523), approdo finale di questo confronto collegiale a livello teologico ed ecclesiale, viene ora consegnato alle rispettive Chiese affinché venga valutato e giudicato in merito al consenso ecumenico che esprime rispetto a un tema centrale come quello dell'autorità d'insegnare. Da sottolineare la convergenza nel riconoscere il forte ancoramento cristologico del ministero d'insegnare della Chiesa e la sottolineatura pneumatologica del suo esercizio. Cattolici e metodisti riconoscono sia la necessità di una mediazione sacramentale sia quella di una figura di supervisione (episkope) che presieda all'autorità d'insegnare nella Chiesa; permangono, però, su questi due elementi forti differenziazioni ecclesiologiche nella loro comprensione e attuazione, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei laici nel processo di decisione autorevole nella Chiesa e il significato accordato alla figura della collegialità nel ministero dell'autorità. Come consuetudine, rispetto ai rapporti dei dialoghi ecumenici bilaterali, il Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani ne ha accompagnato la pubblicazione con un commento teologico a cura di R. Del Colle, docente alla Marquette University, in cui vengono valutate criticamente sia le reciproche visioni dell'autorità d'insegnare sia la qualità del consenso affermato. Originali: stampa da supporto magnetico in nostro possesso. Nostre traduzioni dall'inglese

Superare le rigide contrapposizioni

Teologi evangelici e ricerca sull'embrione
In occasione del dibattito parlamentare in Germania sull’importazione di cellule staminali per la ricerca scientifica (cf. Regno-att. 4,2002,90s), un gruppo di docenti universitari evangelici tedeschi, svizzeri e austriaci (teologia sistematica ed etica) hanno preso posizione in merito con il documento Superare le rigide contrapposizioni. Tenendo conto delle diverse posizioni in merito e a partire dalla concezione evangelica del momento etico nel processo di decisione, il contributo si propone di offrire alcuni criteri di orientamento per il dibattito pubblico e la legislazione sulle biotecnologie e la ricerca scientifica sull’embrione e le cellule staminali. Il testo critica il vizio naturalistico di un fondamento dell’istanza etica sul dato biologico, che finisce col ridurre l’elemento che identifica la specificità e particolarità dell’uomo nel suo patrimonio genetico. L’invito è ad ampliare la visione teologica della dignità dell’uomo non solo per riferimento alla somiglianza con Dio, includendovi anche la sua capacità di un agire libero e responsabile creatore di cultura; riferendosi a questa più complessa visione teologica della dignità dell’umano per valutare processi e richieste dell’attuale ricerca scientifica: «La determinazione dell’uomo a partire da elementi normativi e da indicatori empirici è sempre un compito ermeneutico sociale», che impegna il discernimento della fede dentro, e non a priori, delle sempre mutevoli condizioni storiche e degli orizzonti in cui si attua il processo legislativo in una società democratica. Originale: stampa da supporto magnetico in nostro possesso. Nostra traduzione dal tedesco