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Documenti, 15/2010

Delicta graviora. Nuove norme della Congregazione per la dottrina della fede

Congregazione per la dottrina della fede
A distanza di nove anni dalla Sacramentorum sanctitatis tutela, il motu proprio con cui Giovanni Paolo II aveva promulgato le Normae de gravioribus delictis riservati alla Congregazione per la dottrina della fede (Regno-doc. 3,2002,90), tale dicastero ne realizza una parziale riforma, «al fine di migliorarne l’ope ra tività concreta». Allora come oggi, tra questi «delitti più gravi» spicca quello della violenza sessuale perpetrata da un sacerdote ai danni di un minore, che è al centro della presente, grave crisi ecclesiale. Ma il documento si riferisce anche ad altri delitti: contro la fede e contro i sacramenti dell’eucaristia, della penitenza e dell’ordine. Per far comprendere all’opinione pubblica il ruolo di queste Norme emendate nel contesto di tale crisi, e insieme la loro collocazione nell’ordinamento canonico vigente, la Santa Sede ne ha accompagnato la pubblicazione con un’«Introduzione storica» e una «Breve relazione circa le modifiche introdotte», oltre che con una nota della Sala stampa: cf. riquadro a p. 459 e ampiamente Regno-att 14,2010,436, cf. anche in questo numero alle pp. 470-483.

Delicta graviora: Dal 1922 a oggi. Introduzione storica

Congregazione per la dottrina della fede
A distanza di nove anni dalla Sacramentorum sanctitatis tutela, il motu proprio con cui Giovanni Paolo II aveva promulgato le Normae de gravioribus delictis riservati alla Congregazione per la dottrina della fede (Regno-doc. 3,2002,90), tale dicastero ne realizza una parziale riforma, «al fine di migliorarne l’ope ra tività concreta». Allora come oggi, tra questi «delitti più gravi» spicca quello della violenza sessuale perpetrata da un sacerdote ai danni di un minore, che è al centro della presente, grave crisi ecclesiale. Ma il documento si riferisce anche ad altri delitti: contro la fede e contro i sacramenti dell’eucaristia, della penitenza e dell’ordine. Per far comprendere all’opinione pubblica il ruolo di queste Norme emendate nel contesto di tale crisi, e insieme la loro collocazione nell’ordinamento canonico vigente, la Santa Sede ne ha accompagnato la pubblicazione con un’«Introduzione storica» e una «Breve relazione circa le modifiche introdotte», oltre che con una nota della Sala stampa: cf. riquadro a p. 459 e ampiamente Regno-att 14,2010,436, cf. anche in questo numero alle pp. 470-483.

Ufficiali, aggiornate, valide

F. Lombardi
Per facilitare a «un pubblico non specialistico» la lettura e la comprensione delle Normae de gravioribus delictis aggiornate, la Santa Sede ne ha accompagnato la pubblicazione, il 15 luglio scorso, con un’«Introduzione storica», una «Breve relazione circa le modifiche introdotte» e una «Nota» di p. Lombardi, direttore della Sala stampa, diffusa sia in sintesi sia integralmente. Riproduciamo a seguire quest’ultima (www.vatican.va).

Delicta graviora: Riforma necessaria. Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica

Congregazione per la dottrina della fede
A distanza di nove anni dalla Sacramentorum sanctitatis tutela, il motu proprio con cui Giovanni Paolo II aveva promulgato le Normae de gravioribus delictis riservati alla Congregazione per la dottrina della fede (Regno-doc. 3,2002,90), tale dicastero ne realizza una parziale riforma, «al fine di migliorarne l’ope ra tività concreta». Allora come oggi, tra questi «delitti più gravi» spicca quello della violenza sessuale perpetrata da un sacerdote ai danni di un minore, che è al centro della presente, grave crisi ecclesiale. Ma il documento si riferisce anche ad altri delitti: contro la fede e contro i sacramenti dell’eucaristia, della penitenza e dell’ordine. Per far comprendere all’opinione pubblica il ruolo di queste Norme emendate nel contesto di tale crisi, e insieme la loro collocazione nell’ordinamento canonico vigente, la Santa Sede ne ha accompagnato la pubblicazione con un’«Introduzione storica» e una «Breve relazione circa le modifiche introdotte», oltre che con una nota della Sala stampa: cf. riquadro a p. 459 e ampiamente Regno-att 14,2010,436, cf. anche in questo numero alle pp. 470-483.

Delicta graviora: Normae de gravioribus delictis riservati alla Congregazione dottrina della fede

Congregazione per la dottrina della fede
A distanza di nove anni dalla Sacramentorum sanctitatis tutela, il motu proprio con cui Giovanni Paolo II aveva promulgato le Normae de gravioribus delictis riservati alla Congregazione per la dottrina della fede (Regno-doc. 3,2002,90), tale dicastero ne realizza una parziale riforma, «al fine di migliorarne l’ope ra tività concreta». Allora come oggi, tra questi «delitti più gravi» spicca quello della violenza sessuale perpetrata da un sacerdote ai danni di un minore, che è al centro della presente, grave crisi ecclesiale. Ma il documento si riferisce anche ad altri delitti: contro la fede e contro i sacramenti dell’eucaristia, della penitenza e dell’ordine. Per far comprendere all’opinione pubblica il ruolo di queste Norme emendate nel contesto di tale crisi, e insieme la loro collocazione nell’ordinamento canonico vigente, la Santa Sede ne ha accompagnato la pubblicazione con un’«Introduzione storica» e una «Breve relazione circa le modifiche introdotte», oltre che con una nota della Sala stampa: cf. riquadro a p. 459 e ampiamente Regno-att 14,2010,436, cf. anche in questo numero alle pp. 470-483.

Delicta graviora: Vari emendamenti. Breve relazione circa le modifiche introdotte

Congregazione per la dottrina della fede
A distanza di nove anni dalla Sacramentorum sanctitatis tutela, il motu proprio con cui Giovanni Paolo II aveva promulgato le Normae de gravioribus delictis riservati alla Congregazione per la dottrina della fede (Regno-doc. 3,2002,90), tale dicastero ne realizza una parziale riforma, «al fine di migliorarne l’ope ra tività concreta». Allora come oggi, tra questi «delitti più gravi» spicca quello della violenza sessuale perpetrata da un sacerdote ai danni di un minore, che è al centro della presente, grave crisi ecclesiale. Ma il documento si riferisce anche ad altri delitti: contro la fede e contro i sacramenti dell’eucaristia, della penitenza e dell’ordine. Per far comprendere all’opinione pubblica il ruolo di queste Norme emendate nel contesto di tale crisi, e insieme la loro collocazione nell’ordinamento canonico vigente, la Santa Sede ne ha accompagnato la pubblicazione con un’«Introduzione storica» e una «Breve relazione circa le modifiche introdotte», oltre che con una nota della Sala stampa: cf. riquadro a p. 459 e ampiamente Regno-att 14,2010,436, cf. anche in questo numero alle pp. 470-483.

Legionari: un cammino di rinnovamento. Nomina di mons. De Paolis come delegato pontificio e decreto

Benedetto XVI, T. card. Bertone
Dopo il comunicato della Santa Sede sulla visita apostolica fra i legionari di Cristo (1.5.2010), in cui emergevano alcune esigenze – la necessità di ridefinire il carisma della Congregazione, di rivedere l’esercizio dell’autorità… – per la condotta del fondatore che «ha causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da chiedere un cammino di profonda revisione» (Regno-att. 10,2010,295), Benedetto XVI ha ritenuto opportuno «seguire da vicino, sostenere e orientare» il cammino del carisma della Congregazione dei legionari di Cristo nominando un suo personale delegato «che testimoni – così scrive – concretamente la mia vicinanza e agisca in mio nome presso quella famiglia religiosa». Si tratta di mons. Velasio De Paolis cs, arcivescovo titolare di Telepte (Tunisia), che il 21 luglio ha presentato al Consiglio generale della congregazione il decreto della Santa Sede che specifica le mansioni del delegato pontificio, collocando gli attuali superiori sotto l’autorità del delegato e sottolineando che il compito principale «è quello di avviare, accompagnare e realizzare la revisione delle costituzioni», a cui «devono collaborare tutti i membri dell’istituto».

Legionari: un cammino di rinnovamento: Nomina a delegato pontificio. Lettera di Benedetto XVI

Benedetto XVI
Dopo il comunicato della Santa Sede sulla visita apostolica fra i legionari di Cristo (1.5.2010), in cui emergevano alcune esigenze – la necessità di ridefinire il carisma della Congregazione, di rivedere l’esercizio dell’autorità… – per la condotta del fondatore che «ha causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da chiedere un cammino di profonda revisione» (Regno-att. 10,2010,295), Benedetto XVI ha ritenuto opportuno «seguire da vicino, sostenere e orientare» il cammino del carisma della Congregazione dei legionari di Cristo nominando un suo personale delegato «che testimoni – così scrive – concretamente la mia vicinanza e agisca in mio nome presso quella famiglia religiosa». Si tratta di mons. Velasio De Paolis cs, arcivescovo titolare di Telepte (Tunisia), che il 21 luglio ha presentato al Consiglio generale della congregazione il decreto della Santa Sede che specifica le mansioni del delegato pontificio, collocando gli attuali superiori sotto l’autorità del delegato e sottolineando che il compito principale «è quello di avviare, accompagnare e realizzare la revisione delle costituzioni», a cui «devono collaborare tutti i membri dell’istituto».

Legionari: un cammino di rinnovamento: I poteri del delegato. Decreto della Segreteria di stato

T. card. Bertone
Dopo il comunicato della Santa Sede sulla visita apostolica fra i legionari di Cristo (1.5.2010), in cui emergevano alcune esigenze – la necessità di ridefinire il carisma della Congregazione, di rivedere l’esercizio dell’autorità… – per la condotta del fondatore che «ha causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da chiedere un cammino di profonda revisione» (Regno-att. 10,2010,295), Benedetto XVI ha ritenuto opportuno «seguire da vicino, sostenere e orientare» il cammino del carisma della Congregazione dei legionari di Cristo nominando un suo personale delegato «che testimoni – così scrive – concretamente la mia vicinanza e agisca in mio nome presso quella famiglia religiosa». Si tratta di mons. Velasio De Paolis cs, arcivescovo titolare di Telepte (Tunisia), che il 21 luglio ha presentato al Consiglio generale della congregazione il decreto della Santa Sede che specifica le mansioni del delegato pontificio, collocando gli attuali superiori sotto l’autorità del delegato e sottolineando che il compito principale «è quello di avviare, accompagnare e realizzare la revisione delle costituzioni», a cui «devono collaborare tutti i membri dell’istituto».

Le violenze di preti su minori nel diritto canonico. N. Lüdecke, docente di diritto canonico

N. Lüdecke
La crisi di credibilità che ha colpito la Chiesa cattolica, in seguito alle diverse ondate di scandali sulle violenze sessuali compiute da preti e religiosi su bambini e adolescenti, è stata causata soprattutto dall’incapacità dei vescovi di affrontarla, e dalla loro impreparazione o sottovalutazione delle responsabilità loro proprie in base al diritto canonico (sulle ultime norme della Santa Sede in riferimento a tali delitti cf. in questo numero a p. 457). È quanto emerge dal saggio su «Violenze sessuali su bambini e adolescenti da parte di preti: esposizione dal punto di vista del diritto canonico», versione ampliata dell’intervento del prof. Norbert Lüdecke, ordinario di diritto canonico presso la Facoltà di teologia cattolica dell’Università di Bonn, al convegno «Violenze sessuali su bambini all’interno di istituzioni pedagogiche. Informazioni dalla scienza», organizzato il 7 maggio 2010 dal Zentrum für Religion und Gesellschaft (ZERG) dell’Università di Bonn. Una chiara conoscenza della responsabilità canonica del vescovo e della sua applicazione concreta si può tradurre nell’evidenza del fatto che il suo ministero è un servizio.

La cura spirituale del morente. Conferenza vescovi cattolici Inghilterra e Galles, Gruppo di lavoro

Conferenza dei vescovi cattolici d'Inghilterra e Galles
La ricchezza principale della prospettiva cattolica del morire è data dal fatto che essa considera la morte «un processo complesso» che «coinvolge tutto l’essere, specialmente le nostre relazioni e non solo il nostro corpo». Riconoscere che la realtà del morente è più della sua malattia significa prendersi cura di lui in una prospettiva non riduzionista. Perciò, presentando il 25 giugno questa guida pratica La cura spirituale del morente stesa da un gruppo di lavoro da essi incaricato, i vescovi cattolici d’Inghilterra e Galles hanno affermato che essa «non è rivolta esclusivamente a pazienti e operatori sanitari cattolici. Il suo scopo è semplicemente quello di mettere a disposizione» di tutti, con toni pacati e chiarezza di dettagli, «le risorse di questa prospettiva ... per la cura delle persone», rispettando «l’esistenza di molte diverse modalità e tradizioni, religiose e non religiose, nelle quali questi aspetti trovano espressione nella vita e nella cura di una persona».

Il dolore che dà senso. F. D'Agostino alla IV Assemblea generale di Scienza & vita - 22.5.2010

F. D'Agostino
La principale insufficienza del pensiero moderno si rivela di fronte alla sofferenza (cf. anche Regno-att. 14,2010,459ss e in questo numero a p. 484), afferma il filosofo e presidente onorario del Comitato nazionale per la bioetica F. D’Agostino nella lectio magistralis «La sofferenza come problema relazionale», tenuta alla IV Assemblea generale dell’associazione Scienza & vita il 22 maggio scorso. Nella critica al dolorismo, che si è sviluppata con il progredire della medicina, sembrano infatti percorribili solo due vie tra loro prossime: o la negazione – il «pensare il male» equivale a «pensare male» – o l’elusione del dolore. L’illusione dell’immortalità portata dalle sempre nuove possibilità della tecnica, una volta rivelatasi per quello che è, riduce il percorso verso la morte a mere procedure, e talora l’affretta: «la burocratizzazione del morire giunge in questo modo al suo pieno compimento, in un mondo he, avendo perso l’illusione di poter sconfiggere il dolore, si compiace della sua abilità a eluderlo».

La teologia e le scienze della cultura. Documento di confronto di un gruppo di teologi cattolici

Aa. Vv.
La teologia accademica si trova oggi davanti alla sfida di ripensare e rideterminare la propria auto-comprensione. Per uno sviluppo ulteriore della teologia nel contesto della contemporaneità assume un significato decisivo il confronto con le scienze della cultura. Il gruppo di progetto «Determinazione della collocazione: teologia e scienze della cultura», che opera all’interno del Collegio di ricerca teologica presso l’Università di Erfurt, il 10 giugno ha pubblicato su questo tema un breve documento, intitolato Scienza e cultura. Una proposta di confronto da parte di teologi cattolici, volto ad aprire un confronto e un dialogo critico sulla collocazione della teologia nel concerto dei saperi scientifici universitari. L’intenzione è quella di sondare il rilievo reciproco che possono avere scienze della cultura e teologia, e come si possa elaborare una referenza mutuale tra queste discipline accademiche rispetto alla situazione concreta del mondo contemporaneo.

La Bibbia a scuola

MIUR - Associazione Biblia
Promuovere la conoscenza della Bibbia nella scuola italiana in un’ottica laica è lo scopo essenziale del protocollo d’intesa firmato il 29 marzo scorso dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e dall’associazione laica di cultura biblica Biblia dopo molti anni di preparazione e attesa (cf. Regno-att. 12,2010,380). Il testo non prevede l’istituzione di una materia specifica ma la diffusione della conoscenza della Bibbia all’interno delle diverse materie in chiave interdisciplinare, da promuovere «nell’ambito della flessibilità organizzativa e gestionale derivante dall’autonomia scolastica» (www.istruzione.it).

Milano porta dell'Oriente. Conferenza del card. Dionigi Tettamanzi a Beirut

D. card. Tettamanzi
Una rilettura della ricca storia delle relazioni tra la Chiesa di Milano e il mondo orientale – dai tanti aspetti della vita liturgica, al mantenimento del legame con l’Oriente malgrado le rotture consumatesi nel Medio Evo, fino all’impegno della Biblioteca Ambrosiana verso le culture mediorientali – diventa la premessa per porre tale Chiesa «in ascolto della parola, della testimonianza di fede, dei problemi e delle speranze delle Chiese d’Oriente», anche nella prospettiva della prossima Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi, che sarà dedicata appunto al Medio Oriente e che si svolgerà a Roma dal 10 al 24 ottobre 2010. È quanto ha fatto l’arcivescovo di Milano, card. Tettamanzi, con la conferenza «Milano e l’Oriente» che ha tenuto il 21 luglio scorso in Libano. L’attenzione del card. Tettamanzi si sofferma in particolare sui nn. 118-120 dell’Instrumentum laboris («Quale avvenire per i cristiani del Medio Oriente?»; Regno-doc. 13,2010,411): dobbiamo «ritrovarci tutti quanti fratelli e sorelle nella preoccupazione per le difficoltà del momento presente».

Spiritualità dell'ecologia. Mons. Arizmendi (Chiapas) a un Simposio del CELAM

F. Arizmendi Esquivel
Il cuore delle popolazioni indigene «si trova in intima e profonda relazione con il cosmo. Lodano Dio e pregano rivolgendosi ai quattro punti cardinali, alle quattro direzioni dell’universo. Vivono la loro relazione con il trascendente a partire dal loro profondo radicamento immanente nella “Madre terra”». È questo lo spirito dell’intervento di mons. Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo di San Cristóbal de Las Casas (Chiapas), «L’ecologia e i popoli nativi», pronunciato durante il Simposio del Dipartimento di giustizia e solidarietà del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM): «Spiritualità dell’ecologia: ambienti, economie e popoli» svoltosi dal 21 al 24 agosto a Buenos Aires. Dopo un’introduzione che sottolinea luci e ombre della spiritualità ecologica indigena, mons. Arizmendi lascia la parola a sette testimoni (sacerdoti indigeni e operatori pastorali) che da anni prestano servizio in diverse regioni dell’America Latina. Proponiamo la sua riflessione anche come contributo all’annuale giornata della Chiesa italiana per la salvaguardia del creato (cf. riquadro a p. 518).

Custodire il creato, per coltivare la pace

CEI: Commissioni problemi sociali, lavoro, giustizia, pace; ecumenismo e dialogo
In occasione della V Giornata per la salvaguardia del creato, che si è celebrata in Italia il 1° settembre 2010, la Conferenza episcopal italiana (Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo) ha pubblicato il seguente messaggio (www.chiesacattolica.it).

Il Regno Documenti 15 2010 - La rivista completa

Redazione
A disposizione di tutti i visitatori del sito web, nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre, la possibilità di scaricare il numero completo in un unico file pdf. Buona lettura!