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Documenti, 15/2011

Speranza che nasce dalla fede. Viaggio apostolico a Madrid in occasione della XXVI GMG (18-21.8.11)

Benedetto XVI
«Un evento ecclesiale emozionante», l’ha definito il papa nel bilancio pronunciato a Castelgandolfo il 24 agosto, appena rientrato: «circa due milioni di giovani da tutti i Continenti hanno vissuto, con gioia, una formidabile esperienza di fraternità, di incontro con il Signore, di condivisione e di crescita nella fede: una vera cascata di luce. (…) Sono certo che sono tornati alle loro case e ritornano con il fermo proposito di essere lievito nella massa, portando la speranza che nasce dalla fede». Il computo ufficiale dice che questa di Madrid (16-21 agosto) è stata la XXVI Giornata mondiale della gioventù (GMG), ma la percezione diffusa ricorda come tali soprattutto quelle celebrate con la convocazione intorno al papa di una moltitudine di giovani, co me accadde nel 1985 a Roma per l’An no internazionale della gioventù e come dopo di allora, per decisione di Giovanni Paolo II, è accaduto con ritmo bienna le/triennale per altre 11 volte, toccando paesi sempre diversi, salvo che per l’Ita lia (dopo l’anteprima del 1985 la GMG è tornata a Roma nell’anno giubilare) e appunto per la Spagna, dove la GMG era già stata nel 1989, a Santiago de Compostela.

Speranza che nasce dalla fede. Discorso alla festa di accoglienza dei giovani

Benedetto XVI
«Un evento ecclesiale emozionante», l’ha definito il papa nel bilancio pronunciato a Castelgandolfo il 24 agosto, appena rientrato: «circa due milioni di giovani da tutti i Continenti hanno vissuto, con gioia, una formidabile esperienza di fraternità, di incontro con il Signore, di condivisione e di crescita nella fede: una vera cascata di luce. (…) Sono certo che sono tornati alle loro case e ritornano con il fermo proposito di essere lievito nella massa, portando la speranza che nasce dalla fede». Il computo ufficiale dice che questa di Madrid (16-21 agosto) è stata la XXVI Giornata mondiale della gioventù (GMG), ma la percezione diffusa ricorda come tali soprattutto quelle celebrate con la convocazione intorno al papa di una moltitudine di giovani, co me accadde nel 1985 a Roma per l’An no internazionale della gioventù e come dopo di allora, per decisione di Giovanni Paolo II, è accaduto con ritmo bienna le/triennale per altre 11 volte, toccando paesi sempre diversi, salvo che per l’Ita lia (dopo l’anteprima del 1985 la GMG è tornata a Roma nell’anno giubilare) e appunto per la Spagna, dove la GMG era già stata nel 1989, a Santiago de Compostela.

Il bilancio di Madrid

Benedetto XVI
Cari fratelli e sorelle, oggi vorrei riandare brevemente con il pensiero e con il cuore agli straordinari giorni trascorsi a Madrid per la XXVI Giornata mondiale della gioventù. È stato, e lo sapete, un evento ecclesiale emozionante; circa due milioni di giovani da tutti i continenti hanno vissuto, con gioia, una formidabile esperienza di fraternità, di incontro con il Signore, di condivisione e di crescita nella fede: una vera cascata di luce.

Speranza che nasce dalla fede. Omelia alla celebrazione eucaristica conclusiva

Benedetto XVI
«Un evento ecclesiale emozionante», l’ha definito il papa nel bilancio pronunciato a Castelgandolfo il 24 agosto, appena rientrato: «circa due milioni di giovani da tutti i Continenti hanno vissuto, con gioia, una formidabile esperienza di fraternità, di incontro con il Signore, di condivisione e di crescita nella fede: una vera cascata di luce. (…) Sono certo che sono tornati alle loro case e ritornano con il fermo proposito di essere lievito nella massa, portando la speranza che nasce dalla fede». Il computo ufficiale dice che questa di Madrid (16-21 agosto) è stata la XXVI Giornata mondiale della gioventù (GMG), ma la percezione diffusa ricorda come tali soprattutto quelle celebrate con la convocazione intorno al papa di una moltitudine di giovani, co me accadde nel 1985 a Roma per l’An no internazionale della gioventù e come dopo di allora, per decisione di Giovanni Paolo II, è accaduto con ritmo bienna le/triennale per altre 11 volte, toccando paesi sempre diversi, salvo che per l’Ita lia (dopo l’anteprima del 1985 la GMG è tornata a Roma nell’anno giubilare) e appunto per la Spagna, dove la GMG era già stata nel 1989, a Santiago de Compostela.

Cosa è veramente teologia. Conferimento del premio Ratzinger

Benedetto XVI
«La teologia è scienza della fede, ci dice la tradizione». Ma «scienza non è forse il contrario di fede? Non cessa la fede di essere fede, quando diventa scienza? E non cessa la scienza di essere scienza quando è ordinata o addirittura subordinata alla fede?». Il 30 giugno scorso Benedetto XVI ha colto l’occasione della consegna del «Premio Joseph Ratzinger» a Manlio Simonetti (italiano, laico, studioso di letteratura cristiana antica e patrologia), Olegario González de Cardedal (sacerdote spagnolo, docente di teologia sistematica) e Maximilian Heim (cistercense, tedesco, abate del monastero di Heiligenkreuz in Austria e docente di teologia fondamentale e dogmatica) per riflettere su domande che «con il moderno concetto di scienza» sono diventate «impellenti, a prima vista addirittura senza soluzione». Il premio è stato istituito dalla «Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI», nata nel 2010 per promuovere la conoscenza e lo studio della teologia e forte di una «dotazione iniziale derivante dai diritti d’autore sui testi delle opere del professore Joseph Ratzinger nella misura e nell’ammontare da lui stesso determinato» (dal sito web www.fondazioneratzinger.va).

Appello alla disobbedienza. Austria: l'«Iniziativa dei parroci» e la reazione dei vescovi

Parroci austriaci, E. Kapelari, C. card. Schoenborn
«Il rifiuto da parte di Roma di una riforma della Chiesa da tempo necessaria e l’inerzia dei nostri vescovi» sono all’origine di un manifesto, intitolato Appello alla disobbedienza e pubblicato il 19 giugno, in cui circa 300 parroci austriaci radunati sotto la sigla «Iniziativa dei parroci» dichiarano che d’ora in avanti agiranno «secondo coscienza» e in maniera autonoma rispetto alla di sciplina ecclesiastica circa punti qualificanti l’identità della Chie sa cattolica, tra cui la comunione ai divorziati risposati e l’ordinazione sacer dotale delle donne e degli uomini sposati. All’iniziativa hanno risposto, criticando la rinuncia unilaterale agli im pegni presi e l’attacco portato all’unità della Chiesa universale, il presidente della Conferenza episcopale austriaca card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, nell’articolo intitolato «Appello all’unità» (7 luglio), e il vicepresidente mons. Egon Kapellari, vescovo di Graz, in un comunicato del 28 giugno.

Appello alla disobbedienza. Iniziativa dei parroci

300 parroci austriaci
«Il rifiuto da parte di Roma di una riforma della Chiesa da tempo necessaria e l’inerzia dei nostri vescovi» sono all’origine di un manifesto, intitolato Appello alla disobbedienza e pubblicato il 19 giugno, in cui circa 300 parroci austriaci radunati sotto la sigla «Iniziativa dei parroci» dichiarano che d’ora in avanti agiranno «secondo coscienza» e in maniera autonoma rispetto alla di sciplina ecclesiastica circa punti qualificanti l’identità della Chie sa cattolica, tra cui la comunione ai divorziati risposati e l’ordinazione sacer dotale delle donne e degli uomini sposati. All’iniziativa hanno risposto, criticando la rinuncia unilaterale agli im pegni presi e l’attacco portato all’unità della Chiesa universale, il presidente della Conferenza episcopale austriaca card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, nell’articolo intitolato «Appello all’unità» (7 luglio), e il vicepresidente mons. Egon Kapellari, vescovo di Graz, in un comunicato del 28 giugno.

Appello alla disobbedienza. Con la Chiesa universale

E. Kapellari
«Il rifiuto da parte di Roma di una riforma della Chiesa da tempo necessaria e l’inerzia dei nostri vescovi» sono all’origine di un manifesto, intitolato Appello alla disobbedienza e pubblicato il 19 giugno, in cui circa 300 parroci austriaci radunati sotto la sigla «Iniziativa dei parroci» dichiarano che d’ora in avanti agiranno «secondo coscienza» e in maniera autonoma rispetto alla di sciplina ecclesiastica circa punti qualificanti l’identità della Chie sa cattolica, tra cui la comunione ai divorziati risposati e l’ordinazione sacer dotale delle donne e degli uomini sposati. All’iniziativa hanno risposto, criticando la rinuncia unilaterale agli im pegni presi e l’attacco portato all’unità della Chiesa universale, il presidente della Conferenza episcopale austriaca card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, nell’articolo intitolato «Appello all’unità» (7 luglio), e il vicepresidente mons. Egon Kapellari, vescovo di Graz, in un comunicato del 28 giugno.

Appello alla disobbedienza. Appello all'unità

C. card. Schoenborn
«Il rifiuto da parte di Roma di una riforma della Chiesa da tempo necessaria e l’inerzia dei nostri vescovi» sono all’origine di un manifesto, intitolato Appello alla disobbedienza e pubblicato il 19 giugno, in cui circa 300 parroci austriaci radunati sotto la sigla «Iniziativa dei parroci» dichiarano che d’ora in avanti agiranno «secondo coscienza» e in maniera autonoma rispetto alla di sciplina ecclesiastica circa punti qualificanti l’identità della Chie sa cattolica, tra cui la comunione ai divorziati risposati e l’ordinazione sacer dotale delle donne e degli uomini sposati. All’iniziativa hanno risposto, criticando la rinuncia unilaterale agli im pegni presi e l’attacco portato all’unità della Chiesa universale, il presidente della Conferenza episcopale austriaca card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, nell’articolo intitolato «Appello all’unità» (7 luglio), e il vicepresidente mons. Egon Kapellari, vescovo di Graz, in un comunicato del 28 giugno.

Crescere nella crisi. Commissione famiglia e società della Conferenza dei vescovi di Francia

J.-C. Descubes, Commissione famiglia e società Conferenza dei vescovi di Francia
Tutte le analisi sull’attuale crisi economica indicano la necessità di «cambiare i nostri comportamenti e i nostri stili di vita. Tuttavia, sembra che a una simile lucidità non si accompagni una reale disponibilità al cambiamento. Anche quando pareva che vi fosse un consenso sulla necessità di un cambiamento di rotta, come nel caso della riforma del sistema pensionistico, sui termini delle modifiche da operare vi era poi un disaccordo tale che la sua realizzazione appariva frutto di una costrizione imposta piuttosto che un compromesso accettato in vista di un bene comune». Sembrano parole indirizzate al contesto italiano quel le a firma della Commissione famiglia e società dell’episcopato francese rese note lo scorso febbraio nel documento Crescere nella crisi. Esso, infatti, si rivolge a quel «malessere più generale » costituito dalla mancanza di «fiducia negli altri e nella collettività nazionale », che, assieme alla lucidità rispetto a un futuro incerto, generano «una grande angoscia, della quale la prossima generazione rischia di essere la prima vittima». Sullo stesso tema e con tonalità simili sono anche intervenuti i vescovi irlandesi (cf. in questo numero a p. 474).

Dalla crisi alla speranza. Consiglio giustizia e pace della Conferenza vescovi cattolici irlandesi

Consiglio per la giustizia e la pace - Conferenza vescovi cattolici irlandesi
«Solidale con tutti coloro che soffro no a causa della crisi economica», il Consiglio per la giustizia e la pace della Conferenza episcopale irlandese ha pre sentato il 21 febbraio scorso una di chiarazione aggiungen do «la sua voce a tutte quelle che si levano per domandare un cambiamento positivo nella nostra società». L’attuale momento «di notevole inquietudine politico- finanziaria» vie ne analizzato – alla luce dell’en ci clica Caritas in veritate – con un’attenzione particolare ai «costi umani» di una crisi i cui effetti «sorprendenti e spaventosi» sono disoccupazione, insicurezza, «crollo del - la fiducia nelle istituzioni» e disperazione. Di fronte al fallimento di un modello economico e culturale, consapevoli che non si uscirà dalla crisi senza promuovere una «cultura della speranza», i membri del Consiglio offrono un’alternativa ispirata ai valori evangelici e alla dottrina sociale cristiana nella quale, tenendo conto «delle variabili presenti in ogni equazione politica: efficienza economica, libertà individuale, tutela dell’ambiente e giustizia sociale», an che «il principio di gratuità e la logica del dono» trovano spazio tra i criteri che possono e devono regolare l’attività economica.

Ecco, io faccio nuove tutte le cose. Mons. Lahham, arcivescovo di Tunisi

M. Lahham
«Dalla rivoluzione tunisina noi impariamo che i piccoli sono all’origine del rinnovamento (…). Questo è sen za dubbio una “prima volta” nel mondo arabo musulmano». Non si contano ormai le interpretazioni che sono state messe in campo su quella «primavera» che sta attraversando buona parte del mondo di lingua e cultura araba (cf. anche Regno-att. 14,2011,438). Tuttavia la riflessione di mons. Maroun Lahham, arcivescovo di Tunisi – a partire dal luogo da cui gli eventi hanno avuto inizio –, è la prima (in data del 24 luglio) di un certo respiro a firma di un pastore. Innanzitutto vi è un sentimento d’«umiltà» per la costatazione che «questi semi del Regno sono maturati soprattutto fuori dalle frontiere visibili della Chiesa». Poi quello della meraviglia per le persone che «bussano alla nostra porta (…) alla ricerca di un nuovo orientamento da dare alla loro vita o al loro credo religioso». Infine, poiché il gesto dell’«immolazione nel fuoco di un giovane» richiama inevitabilmente il «mistero pasquale», si ripropone il tema teologico del rapporto con l’islam e «del posto dell’islam nel piano di Dio».

«Voi dunque pregate così» / 2. Gruppo di Dombes

Gruppo ecumenico di Dombes
Il secondo capitolo della riflessione del Gruppo ecumenico di Dombes sul Padre nostro – contenuta nel volume «Voi dunque pregate così» (Mt 6,9). Il Padre nostro, itinerario per la conversione delle Chiese – si volge al passato per una «diagnosi storica»: valutare se e quanto la pratica e la comprensione di questa preghiera centrale per la fede cristiana siano state coerenti con la prospettiva della comunione della Chiesa-una. L’analisi condotta lo rivela «un pilastro capace di ben collocare la fede di ciascuno e un cammino per esistere insieme come Chiesa. La recita comune di questa preghiera non ha ancora prodotto tutti i suoi frutti, ma ci apre la porta per andare ancora più lontano e prepararci a ricevere l’unità che speriamo».

Il Regno Documenti 15 2011 - La rivista completa - Il Regno d'estate

Redazione
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