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Documenti, 1/2018

Migranti e rifugiati in cerca di pace

Messaggio per la celebrazione della 51° Giornata della pace

Francesco

«Tutti gli elementi di cui dispone la comunità internazionale indicano che le migrazioni globali continueranno a segnare il nostro futuro. Alcuni le considerano una minaccia. Io, invece, vi invito a guardarle con uno sguardo carico di fiducia». È dedicato al tema dei migranti e dei rifugiati il messaggio del papa, pubblicato il 24 novembre, per la 51a Giornata mondiale della pace, che come da tradizione si celebra il 1° gennaio di ogni anno. Intitolato Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace, dopo aver ricostruito le cause delle grandi migrazioni di massa che caratterizzano i nostri giorni, e che proseguiranno ancora a lungo, il pontefice rivolge uno «sguardo contemplativo» verso queste persone che fuggono dalla fame e dalla guerra, e che non giungono a mani vuote, ma «portano un carico di coraggio, capacità, energie e aspirazioni, oltre ai tesori delle loro culture native, e in questo modo arricchiscono la vita delle nazioni che li accolgono». Francesco, infine, richiama alcune proposte concrete formulate nell’ultimo anno dal magistero della Chiesa in ordine all’accoglienza dei rifugiati: le quattro azioni elencate nell’ultimo Messaggio per la giornata del migrante e del rifugiato (cf. Regno-doc. 15,2017,449-452) e i 20 punti d’azione politica e pastorale elaborati, in due distinti documenti, dal Dicastero per lo sviluppo umano integrale (cf. Regno-doc. 21,2017,643-651).

Una curia a servizio delle Chiese

Discorso alla curia romana per la presentazione degli auguri natalizi

Francesco

Dopo aver affrontato il «catalogo delle malattie curiali» nell’incontro con la curia romana per lo scambio degli auguri natalizi nel 2014 e quello delle «virtù necessarie» nel 2015, papa Francesco aveva dedicato l’appuntamento del 2016 al tema della riforma della curia romana che è in itinere, illustrandone i passi compiuti e le prospettive di sviluppo futuro. Anche l’incontro del 21 dicembre 2017 ha insistito su quest’ultimo tema, soprattutto in riferimento alla «realtà della curia ad extra, ossia il rapporto della curia con le nazioni, con le Chiese particolari, con le Chiese orientali, con il dialogo ecumenico, con l’ebraismo, con l’islam e le altre religioni, cioè con il mondo esterno». Accennando alle difficoltà che la riforma sta incontrando e assumendo a tratti toni severi, come laddove rimarca il comportamento dei «traditori di fiducia o degli approfittatori della maternità della Chiesa», Francesco ha richiamato l’istituzione al suo profilo diaconale, cioè al suo essere al servizio del papa e delle Chiese locali: «Cogliere le istanze… le grida, le gioie e le lacrime delle Chiese e del mondo in modo da trasmetterle al vescovo di Roma al fine di permettergli di svolgere più efficacemente il suo compito… Con tale recettività, che è più importante dell’aspetto precettivo, i dicasteri della curia romana entrano generosamente in quel processo d’ascolto e di sinodalità di cui ho già parlato».

Segreteria di stato: la terza sezione

Francesco

Con una Lettera pontificia datata 18 ottobre e indirizzata al card. Pietro Parolin, segretario di stato, papa Francesco ha creato una Terza sezione nella Segreteria di stato vaticana per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede. Essa dipenderà dal segretario di stato, sarà presieduta dal delegato per le rappresentanze pontificie (attualmente mons. Jan Romeo Pawlowski)e avrà la finalità di dimostrare l’attenzione e la vicinanza del papa e dei superiori della Segreteria di stato al personale di ruolo diplomatico. La Terza sezione si occuperà esclusivamente delle questioni attinenti alle persone che lavorano nel servizio diplomatico della Santa Sede o che vi si preparano – quali ad esempio la selezione, la formazione iniziale e permanente, le condizioni di vita e di servizio, gli avanzamenti, i permessi, ecc. Pubblichiamo la Lettera pontificia (www.lastampa.it).

Disponibile per tutti

Nel cuore dell’Asia

Daniela Sala
Il lungo viaggio, che ha portato il papa in Myanmar e Bangladesh dalla partenza la sera del 26 novembre al 2 dicembre, sia nella scelta della destinazione sia nelle parole pronunciate e negli atteggiamenti assunti è sinora uno dei più espressivi e significativi circa i temi centrali del pontificato e sull’idea che ha Francesco di Chiesa cattolica nel XXI secolo. Era il terzo viaggio...

Piccola Chiesa missionaria

Viaggio apostolico in Myanmar e Bangladesh (26.11 – 2.12.2017)

Francesco

Il 21° viaggio internazionale di papa Francesco, il terzo in Asia, si è svolto dal 26 novembre al 2 dicembre in due paesi con una piccola minoranza cristiana all’interno di una maggioranza buddhista in Myanmar (27-30 novembre) e musulmana in Bangladesh (30 novembre - 2 dicembre). Tra i temi principali degli incontri vi sono stati lo sviluppo di una società unita, armoniosa e democratica, il ruolo delle religioni nel promuovere una cultura del dialogo e della riconciliazione nella giustizia e nella pace, l’attenzione pastorale per i giovani e per i più poveri. E tra i momenti più significativi va segnalato l’incontro in Bangladesh con una rappresentanza dei rifugiati musulmani rohingya nel paese: «A nome di tutti, di quelli che vi perseguitano, di quelli che hanno fatto del male, soprattutto per l’indifferenza del mondo, vi chiedo perdono. Perdono. Tanti di voi mi avete detto del cuore grande del Bangladesh che vi ha accolto. Adesso io mi appello al vostro cuore grande perché sia capace di darci il perdono che chiediamo».

Summa familiae cura

Motu proprio che istituisce il Pontificio istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia

Francesco

«La centralità della famiglia nei percorsi di “conversione pastorale” delle nostre comunità e di “trasformazione missionaria della Chiesa” esige che – anche a livello di formazione accademica – nella riflessione sul matrimonio e sulla famiglia non vengano mai meno la prospettiva pastorale e l’attenzione alle ferite dell’umanità». Il percorso di riflessione sulla vocazione e la realtà della famiglia, sviluppato dai vescovi nei due Sinodi del 2014 e 2015, prosegue con la decisione di papa Francesco di ricostituire il Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia in «Pontificio istituto teo-
logico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia», con la lettera apostolica motu proprio Summa familiae cura, pubblicata il 19 settembre. L’intento, che si pone in continuità con l’intuizione di Giovanni Paolo II che aveva fondato l’Istituto nel 1981, anche mantenendone in carica le autorità accademiche, è di preparare i preti e gli operatori pastorali ad affrontare le sfide attuali della famiglia; la nuova istituzione dovrà infatti offrire «un approccio analitico e diversificato», non essendo più possibile «limitarci a pratiche della pastorale e della missione che riflettono forme e modelli del passato».

Agenda documenti

Agenda documenti   Novembre 2017. Rapporto del dialogo cattolico-luterano in Finlandia. È dedicato al tema che sarà al centro della prossima fase di dialogo cattolico-luterano, cioè Chiesa, eucaristia e ministero, il nuovo documento della Commissione di dialogo cattolico-luterano finlandese, la quale già in passato ha precorso i temi poi affrontati dal Pontificio...

Educare all'umanesimo solidale

Orientamenti

Congregazione per l'educazione cattolica

Tra il 2015 e il 2017 si sono celebrati i 50 anni dalla pubblicazione di due documenti fondamentali del magistero: la dichiarazione conciliare Gravissimum educationis sull’educazione cattolica e l’enciclica di Paolo VI Populorum progressio sullo sviluppo integrale dei popoli. Queste ricorrenze hanno suscitato un’ampia riflessione intorno al concetto di umanesimo plenario proposto dal pontefice negli anni Sessanta, e indotto la Congregazione per l’educazione cattolica a elaborare un documento orientativo focalizzato sul messaggio di Paolo VI, ma riletto attraverso la lente dell’educazione, considerato lo strumento privilegiato per la diffusione di tali contenuti. Sono stati così pubblicati il 22 settembre gli orientamenti Educare all’umanesimo solidale. Per costruire una civiltà dell’amore a 50 anni dalla Populorum progressio, che contengono le linee principali di questo progetto. Articolato in un’introduzione e sette brevi paragrafi, il testo è finalizzato a sostenere il lavoro dei formatori dinanzi alle sfide di oggi e di domani, in particolare quelle portate dalla nozione di identità e dalla cultura relativistica, la sfida del dialogo in un contesto multireligioso e multiculturale, la sfida delle disuguaglianze economiche e occupazionali, delle emergenze umanitarie e delle marginalità, e infine della questione ecologica e ambientale.

Lievito di fraternità

Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana

«Nel ripensare i capisaldi della proposta formativa nell’esercizio del ministero quotidiano, che si vuole all’insegna della piena disponibilità al popolo di Dio, ne abbiamo evidenziato alcuni elementi fondamentali: dimensione comunitaria, diocesanità e carità pastorale, fraternità presbiterale, cura della vita interiore, sequela, responsabilità amministrative ed economiche, gioia evangelizzatrice, prima formazione»: è questo il nucleo della rinnovata proposta formativa per i sacerdoti che esercitano quotidianamente il proprio ministero, nelle comunità pastorali o negli uffici e servizi loro affidati, e contenuta in un sussidio a cura della Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana, intitolato Lievito di fraternità. Sussidio sul rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente. Frutto di un lavoro collegiale dell’episcopato italiano iniziato nel 2014 e concluso nell’Assemblea generale della CEI del 2016 (cf. Regno-att. 8,2016,201), è stato pubblicato contestualmente all’Assemblea del maggio 2017. Il documento struttura da un lato la vita e la formazione del presbitero, dall’altro affronta questioni pratiche, di stampo propriamente amministrativo, che sono diventate ormai imprescindibili per la corretta gestione ed edificazione della comunità cristiana. L’obiettivo è la creazione di percorsi che favoriscano la comunione e la ministerialità, il cammino spirituale dei presbiteri e il rinvigorimento della loro attività missionaria, insieme a una migliore e più snella gestione delle questioni concrete.  

Per un’arte del buon vicinato

Discorso alla città per la vigilia di Sant’Ambrogio

Mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano

«Voglio fare l’elogio delle istituzioni che oggi… si fanno carico della promozione del bene comune, della pace sociale e della promozione di una convivenza civile serena... Voglio fare l’elogio degli onesti e dei competenti, dei generosi e dei coraggiosi. Voglio fare il loro elogio anche per incoraggiare altri, anche per svegliare i giovani, per scuotere i pensionati in piena efficienza: fatevi avanti! Prendetevi qualche responsabilità! Dedicate tempo! Le istituzioni hanno bisogno di voi! La città, il paese, hanno bisogno di voi!». È un elogio della politica il Discorso alla città pronunciato da mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, nella tradizionale occasione della vigilia di Sant’Ambrogio, il 6 dicembre. S’intitola Per un’arte del buon vicinato. «Se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?» (Mt 5,47), ed è il primo del nuovo vescovo, entrato ufficialmente nell’arcidiocesi ambrosiana il 24 settembre 2017. Il discorso, che propone un’alleanza «di cittadini e istituzioni, di fedeli e pastori della comunità cristiana e delle altre religioni», delinea il programma pastorale di una «Chiesa dalle genti», che sarà affrontato da un Sinodo minore che si aprirà il 18 gennaio 2014.

I sacramenti per chi richiede il suicidio assistito

Vescovi di Alberta e territori nord-occidentali del Canada

Dopo che nel 2016 il Canada ha legalizzato il suicidio assistito (cf. Regno-att. 12,2016,344), nel settembre dello stesso anno i vescovi cattolici delle province canadesi dell’Alberta e dei Territori nord-occidentali hanno pubblicato delle Linee guida per la celebrazione dei sacramenti per persone che prendono in considerazione o optano per il suicidio assistito. Destinato a preti e parrocchie, il documento offre dei criteri per discernere i casi nei quali sia possibile ricevere alcuni sacramenti, nello specifico la riconciliazione e l’unzione degli infermi, o un funerale cattolico. «Oggigiorno può succedere a un sacerdote di incontrare un penitente che ha fatto richiesta formale di suicidio medicalmente assistito o di eutanasia», e non tutti i cattolici sono consapevoli che il suicidio è un peccato grave. Tuttavia «se il penitente, reso consapevole della gravità della situazione, è aperto ad apprendere l’insegnamento della Chiesa su questi argomenti ed è aperto a riconsiderare la decisione, il sacerdote può impartire l’assoluzione». Anche per le esequie ci possono essere casi nei quali le circostanze consentono di celebrarle.

Francesco: accompagnare la fine della vita

Francesco

In un Messaggio al Presidente della Pontificia accademia per la vita, mons. Vincenzo Paglia, in occasione del meeting regionale europeo della World Medical Association sulle questioni del «fine vita» (16-17.11.2017), organizzato in Vaticano insieme alla Pontificia accademia stessa, papa Francesco è intervenuto sul tema dell’accompagnamento dei malati nelle fasi finali della vita. Il testo ha avuto in Italia molta risonanza per la concomitante discussione in Parlamento sul disegno di legge S. 2801 Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, approvato in via definitiva dal Senato della Repubblica in data 14 dicembre 2017.