Epidemie nate dagli animali: dove stiamo sbagliando?
«Zoonosi» è il termine che in biologia indica la trasmissione di una malattia infettiva dagli animali all’uomo e viceversa. L’infezione avviene attraverso microrganismi o virus trasmessi direttamente tramite contatto con pelle, sangue o secrezioni, oppure indirettamente tramite acqua o cibi contaminati. Questa trasmissione fra individui di differenti specie biologiche avviene frequentemente, ma è rischiosa laddove il sistema immunitario della specie biologica dell’individuo infettato non abbia sviluppato resistenze o anticorpi.
La malattia del COVID-19, provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, rappresenta una classica forma di zoonosi. I pipistrelli sono stati i primi organismi animali a fungere da ospiti, con una resistenza tale da non sviluppare sintomi o subire danni da tale infezione.
Secondo le attuali conoscenze virologiche, la superficie del virus non è adatta a legarsi ai recettori presenti sulle cellule umane, ragion per cui si tende a pensare che il passaggio zoonotico dal pipistrello all’uomo sia avvenuto tramite un animale intermedio, subendo nella transizione una mutazione genetica. Attualmente gli scienziati ritengono che questo animale possa essere il pangolino.
Come tutte le epidemie degli ultimi decenni
Tutte le grandi epidemie e pandemie degli ultimi decenni (Ebola, HIV, Hendra, influenza aviaria H5N1, Nipah, la malattia di Creutzfeldt-Jakob, MERS, SARS e ultimamente COVID-19) sono malattie di tipo zoonotico, alla cui origine è spesso constatabile una diffusione virale generata da relazioni quanto meno eticamente discutibili tra uomo e animale.
Paradigmatica è una delle forme del morbo di Creutzfeldt-Jakob, detto della «mucca pazza», che si contrae tramite il consumo di carne bovina contaminata. Si ritiene che gli agenti patogeni siano stati trasmessi da farine provenienti da cadaveri di pecore infette, usate come alimento per i bovini.
Altre malattie soprammenzionate sono il risultato del contatto con animali che non hanno mai avuto vicinanza diretta con l’uomo nel corso dell’evoluzione. I motivi per cui ora questo contatto è divenuto possibile possono essere vari. Un esempio è rappresentato dal consumo alimentare di animali esotici. Oggi si ritiene ad esempio che i virus HIV dell’immunodeficienza siano stati trasmessi all’uomo attraverso il consumo di carne contaminata di scimpanzé.
Anche nel caso del COVID-19 sembra che la trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2 sia avvenuta tramite l’introduzione di determinate specie animali, alcune delle quali in via di estinzione, nella catena alimentare umana.
Nei mercati cinesi del periodo antecedente alla pandemia era più che diffusa la vendita di animali esotici rinchiusi in spazi ristretti e gabbie anguste, macellati in modo cruento all’atto dell’acquisto. A Wuhan, città cinese dove ebbe inizio la pandemia, le bancarelle esponevano non di rado anche pipistrelli e pangolini, animali che nei loro ecosistemi originari normalmente non sono mai entrati in contatto tra loro. Ciò è avvenuto tuttavia nel momento in cui sono stati riclassificati come merce commestibile e rinchiusi in una gabbia in prossimità l’uno dell’altro. Attualmente si ritiene che i pipistrelli abbiano infettato i pangolini, il cui consumo alimentare ha trasmesso il virus all’uomo.
Altre occasioni di contatto atipico tra uomo e fauna selvatica sembrano essere la crescente deforestazione dettata dalla ricerca smodata di un sempre maggiore spazio agrario o abitativo e la completa distruzione di aree ecologiche naturali, che da sempre fungevano da habitat per alcune specie animali, costrette di conseguenza a una forzata vicinanza con l’uomo.
La cura è medica ed ecologica
Alcuni scienziati ritengono che in futuro, a causa di questo andamento globale, aumenteranno i contatti con animali selvatici, potenziali veicoli di virus finora sconosciuti, e che – di conseguenza – sarà anche più elevato il rischio di nuove pandemie come quella in cui ci troviamo.[1]
Il confronto con le questioni etiche pertinenti al COVID-19 non interessa solo le problematiche di carattere etico-medico, ma deve ruotare anche intorno alle origini di questa e di altre malattie in quanto possibile conseguenza di una degradazione del rapporto uomo-ambiente e di un’interazione umana distorta con animali.
Martin M. Lintner, membro dell’ordine dei Servi di Maria, è docente di etica teologica presso lo Studio filosofico-teologico accademico di Bressanone. In italiano ha pubblicato, fra l’altro: La riscoperta dell’eros, EDB, Bologna 2015; Cinquant’anni di Humanæ vitæ, Queriniana, Brescia 2018; ed Etica animale. Una prospettiva cristiana (BTC 201), Queriniana 2020.
[1] Si veda per esempio S. Newey, «Coronavirus. How bats evolved to become the perfect disease host», 6.2.2020, in www.telegraph.co.uk/global-health/science-and-disease/coronavirus-bats-evolved-become-perfect-disease-host/.