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Etica del vivere, arte di amare

Nel corso della storia l’uomo ha sempre cercato di conoscere se stesso, la sua identità più profonda, si è sempre interrogato sul senso della sua vita, sul perché vivere e come vivere. Ma vivere non è sempre facile.

Molte persone sono arrabbiate verso la vita e fanno fatica a vivere, forse anche perché si vive in una società complessa che genera spaesamento e disperde quel patrimonio di convinzioni condivise e di valori profondamente umani e cristiani che sono la spina dorsale della società occidentale.

Si vive in una società dell’incertezza che propone valori incerti, ove tutto è in divenire e l’incertezza è diventata una nuova condizione umana e una costante del vivere quotidiano. Come afferma Romano Guardini, «L’esistenza ha ora uno spazio libero dove muoversi, ma non ha più una sua dimora». 

Vivere è un’arte

Frédéric Lenoir afferma:«Esistere è un fatto, vivere è un’arte. Non abbiamo scelto di vivere, ma dobbiamo imparare a farlo, così come si impara a suonare il pianoforte, a cucinare, a scolpire il legno o la pietra. È questo il ruolo dell’educazione. Peccato che l’educazione, concentrata sul saper fare, si preoccupi sempre meno del saper essere; mira a permetterci di affrontare le sfide esteriori della vita, più che quelle interiori: come si fa a essere in pace con sé stessi e con gli altri? Come si deve reagire di fronte alla sofferenza? Come riuscire a conoscere sé stessi e risolvere le nostre contraddizioni? Come acquistare un’autentica libertà interiore? Come si fa ad amare? Come si può, infine, conseguire una felicità vera e duratura che, senza dubbio, dipende più dalla qualità del rapporto con sé stessi e con gli altri che non dalla riuscita sociale e dall’accumulo di beni materiali?».

Porsi questi interrogativi è di fondamentale importanza perché costituiscono il proprium dell’humanum. Infatti l’uomo è chiamato a interrogarsi sul perché vivere e come vivere per imparare a volare alto. «Perché – come afferma don Tonino Bello – vivere non è “trascinare la vita”, non è “strappare la vita”, non è “rosicchiare la vita”. Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all’ebbrezza del vento. Vivere è assaporare l’avventura della libertà».

Etica del vivere come arte di amare

L’etica è la modalità specificamente e pienamente umana di essere e di vivere dell’uomo. In sintonia con la visione personalista, l’etica definisce ciò che è costitutivo dell’uomo e orienta la sua vita in modo veramente umano; esprime humanitas, umanità vera, vale a dire una qualità del vivere insieme, uno stare gli uni accanto agli altri, gli uni con gli altri nel vincolo della solidarietà, della comunione, della fraternità, dell’amore. Compito supremo dell’etica è la realizzazione dei valori e del progetto di sé verso la pienezza dell’umano. L’etica è una «tensione-verso» un «non-ancora» che attende di essere compiuto e comporta un compito verso un compimento di umanità. L’etica è la libertà di esprimersi come persone umane.

L’etica del vivere si deve prendere a cuore il valore della vita, una vita che deve esser rispettata, difesa, amata, custodita, servita, annunciata e celebrata; è un’etica biofila motivata da un assoluto amore per la vita che è un bene da promuovere, far crescere, espandere.

L’etica del vivere si presenta come arte di vivere, come arte di amare, come arte di amare la vita e come modalità di realizzare la pienezza dell’umano in tutte le relazioni e nei diversi ambiti dell’esistenza. L’etica del vivere implica la capacità di esprimere compiutamente se stessi.

Vivere è amare, amare è vivere

Dio ha creato l’uomo per amore e lo chiama all’amore. La fondamentale vocazione di ogni uomo è quella di amare. La vita umana viene percepita come valore e come realtà ricca di senso quando si ama e si è amati. È l’amore che dà significato alla vita.

«L’uomo – afferma Giovanni Paolo II – non può vivere senza l’amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente». E papa Francesco aggiunge: «Per imparare a vivere si deve imparare ad amare». 

Vivere significa amare e amare significa vivere. L’uomo ritrova il gusto e il senso vero della sua vita, esistendo per gli altri e donandosi a Dio e ai fratelli, sull’esempio di Cristo.

Per restituire bellezza e gioia alla vita è indispensabile vivere il comandamento nuovo dell’amore: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34), lasciandosi coinvolgere nel dinamismo di amore e di donazione che eleva la qualità della vita.

 

 

Salvatore Cipressa è docente di Teologia morale presso l’Istituto teologico calabro e l’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano di Lecce. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Affettività fragile. Diagnosi e terapia, Cittadella, Assisi 2023; Etica del vivere, Cittadella, Assisi 2023; insieme a G. Pani, Piangere , Cittadella, Assisi 2019.

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