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Moralia Blog

La nuova sfida dell'eros

Amoris laetitia (AL) ha messo in evidenza quella che probabilmente potrebbe rivelarsi una nuova sfida educativa per il mondo cristiano, connessa alla valorizzazione della “passione erotica”, nelle sue diverse forme espressive letterarie, come risorsa inalienabile e positiva dell’esistenza umana. La parola eros è presente in Amoris laetitia: in totale sono 8 le ricorrenze delle varianti lessicali del campo semantico derivate dal concetto di “eros”.

Amoris laetitia (AL) ha messo in evidenza quella che probabilmente potrebbe rivelarsi una nuova sfida educativa per il mondo cristiano connessa alla valorizzazione della “passione erotica”, nelle sue diverse forme espressive letterarie, come risorsa inalienabile e positiva dell’esistenza umana.

La parola “eros” è presente in Amoris laetitia in AL 147 due volte, l’aggettivo “erotica” tre volte in AL 120, 150 e 152, il sostantivo “erotismo” tre volte, due volte in AL 151 e una volta in AL 157: in totale sono 8 le ricorrenze delle varianti lessicali del campo semantico derivate dal concetto di “eros”.

Di seguito si riporta l’analisi di queste 8 varianti lessicali seguendo la progressione espositiva di Amoris laetitia.

Le prime ricorrenze: l’eros integrato

La prima ricorrenza si trova in AL 120 in forma aggettivale, in appendice al commento dell’inno paolino alla carità di 1Cor 13,4-7, dove, seguendo Tommaso d’Aquino, viene definita così la “carità coniugale”: «È "un’unione affettiva", spirituale e oblativa, che però raccoglie in sé la tenerezza dell’amicizia e la passione erotica, benché sia in grado di sussistere anche quando i sentimenti e la passione si indebolissero». Quindi nell’amore sponsale entra a pieno titolo, assieme e oltre all’affettività, alla spiritualità, all’oblatività e alla tenerezza, la “passione erotica”, che così non viene più ritenuta demoniaca, ma una componente essenziale della unione coniugale.

La seconda  e la terza ricorrenza, nella forma verbale “eros”, si trovano in AL 147, dove viene riportata e fatta propria da papa Francesco la riflessione di Benedetto XVI di Deus caritas est (DCE) ai nn. 3 e 4b. Qui Francesco riprende la riflessione di Benedetto XVI che già nel 2005 riscopriva quanto l’amore (agape, caritas) necessitasse di essere integrato dall’eros e con l’eros, rifiutando così le precedenti distinzioni.

La dimensione erotica dell’amore

La quarta ricorrenza è in AL 150: «Tutto questo ci porta a parlare della vita sessuale dei coniugi. Dio stesso ha creato la sessualità, che è un regalo meraviglioso per le sue creature. Quando la si coltiva e si evita che manchi di controllo, è per impedire che si verifichi "l’impoverimento di un valore autentico". San Giovanni Paolo II ha respinto l’idea che l’insegnamento della Chiesa porti a "una negazione del valore del sesso umano" o che semplicemente lo tolleri "per la necessità stessa della procreazione". Il bisogno sessuale degli sposi non è oggetto di disprezzo e "non si tratta in alcun modo di mettere in questione quel bisogno"». Qui, seguendo Giovanni Paolo II, Francesco conferma che la passione erotica non può essere messa in discussione, arrivando ad indicarla come “bisogno”!

La quinta e la sesta ricorrenza sono in AL 151: «L’erotismo appare come manifestazione specificamente umana della sessualità. In esso si può ritrovare "il significato sponsale del corpo e l’autentica dignità del dono"». Per Francesco quindi l’erotismo è una “manifestazione specificatamente umana della sessualità” e a sostegno di questo porta le tesi di Giovanni Paolo II espresse nelle sue Catechesi sulla “teologia del corpo” del 16 gennaio e 12 novembre del 1980.

La logica conclusione del percorso sull’eros

La settima ricorrenza è in AL 152: «Pertanto, in nessun modo possiamo intendere la dimensione erotica dell’amore come un male permesso o come un peso da sopportare per il bene della famiglia, bensì come dono di Dio che abbellisce l’incontro tra gli sposi». L’ottava ed ultima ricorrenza in AL 157 è una sorta di apologia finale dell’erotismo, dove carezze, abbracci, baci e rapporti sessuali sono doni da accogliere con gratitudine.

Appare evidente che una nuova sfida educativa intraecclesiale è stata avviata dal recente magistero pontificio e che anche problematiche gravi, come quelle della denatalità, non possono essere affrontate con la repressione della sessualità, ma con la sua corretta valutazione, anche nei suoi intrinseci aspetti erotici, consapevoli che sesso, sensualità, erotismo e procreatività appartengono all'essere umano, che è composto di corpo e anima.

Commenti

  • 09/12/2016 avolpe1@virgilio.it

    Dopo secoli di criminalizzazione e messa all'indice del sesso, oggi più che di un fine raggiunto, a me pare che si debba parlare di un inizio. Troppe discriminazioni sono state attuate e continuano ad essere applicate in nome della colpevolizzazione del sesso, che continuano ad avere conseguenze troppo spesso persino tragiche. Per questo, purtroppo, non sono sufficienti richiami qua e là inseriti in pagine magisteriali, ma è necessario un nuovo processo educativo dottrinario e pastorale, oltre che una nuova sensibilità ecclesiastica ed ecclesiale.

    Andrea Volpe (autore dell'articolo)

  • 07/12/2016 lena.nocentini@alice.it

    Una sola parola: finalmente la Chiesa cattolica riconosce questo dono del Creatore che ha come fine null'altro che la continuazione della creazione stessa!

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