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Moralia Blog

Laudato si’ e lo specifico della morale cristiana

Il quinto anniversario della pubblicazione dell'enciclica di papa Francesco Laudato si ' , che lui stesso ha esortato ad approfondire in occasione di questa ricorrenza, pone diverse questioni fondamentali della riflessione teologico-morale.

Lo specifico della morale cristiana

Gli ultimi numeri del secondo capitolo (cfr.  Laudato si ', nn. 96-100) ripropongono in particolare la questione affrontata negli anni Settanta, relativa all'individuazione di uno specifico della morale cristiana.

Papa Francesco non è entrato nel merito di suddetta questione, se non indirettamente. In apertura del capitolo sente infatti l'esigenza di legittimare la presenza di una sezione di natura specifica biblica rivolta specificatamente ai credenti, a fronte di un testo che si intende rivolgersi a tutti gli uomini sensibili ai temi ecologici e disposti a impegnarsi per la tutela dell ' ambiente (n. 62).

L'argomento portato dal papa a sostegno di questa sua scelta apre a diverse strade di ricerca e approfondimento. Dalla lettura integrale del capitolo emerge innanzitutto che la fede in Cristo offre alle «motivazioni alte» (n. 64) all'impegno morale, nello specifico ecologico : «Voglio mostrare fin dall'inizio come le convinzioni di fede offrono ai cristiani, e in particolare anche ad altri credenti, motivazioni alte per prendersi cura della natura e dei fratelli e sorelle più fragili ».

È solo motivazionale o anche contenutistico il contributo specifico che il credente in Cristo può trovare nella sua esperienza di discepolato? Non potevamo certo aspettarci dalla natura di questo documento una risposta sistematica una questione di racconto, che risulta invece nuovamente urgente rispetto ai molti temi in cui è impegnata l'attuale riflessione teologico-morale. Tanto più se si considera che nell'intenzione ultima di Francesco c'è il desiderio di sviluppare una feconda collaborazione tra scienza e religione : «La scienza e la religione, che approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe »(n. 79).

Tornare alla fonte: la Scrittura

Una questione sollecitata anche dall’auspicato dialogo interreligioso racchiuso nell’enciclica in vista di un impegno comune a favore della tutela dell’ambiente. Nella misura in cui infatti lo svolgimento di tale dialogo suppone che nessuno rinunci alla propria identità, ma proprio a partire da essa ciascuno accolga nella reciprocità il contributo della tradizione religiosa dell’altro, è necessario approfondire e talora recuperare il proprio specifico: «Molte volte i limiti culturali di diverse epoche hanno condizionato la consapevolezza del proprio patrimonio etico e spirituale, ma è precisamente il ritorno alle loro rispettive fonti che permette alle religioni di rispondere meglio alle necessità attuali» (n. 200). E tra queste fonti vi è certamente quella scritturistica.

Proprio a questo riguardo si aprono almeno due ulteriori questioni. Una più tematica, che risulta centrale rispetto alla riflessione teologico-morale in ambito ecologico, quella dell’antropocentrismo biblico; e un’altra specificatamente metodologica circa il nutrimento che la teologia morale è chiamata a trarre dalla sacra Scrittura (Optatam totius, n. 16).

Il testo pontificio è impegnato a non sminuire la centralità dell’uomo all’interno del creato, ma prende le distanze da un antropocentrismo che trascuri il valore delle altre creature: «La Bibbia non dà adito – scrive Francesco – a un antropocentrismo dispotico che non si interessi delle altre creature» (n. 68).

Un’affermazione di rilievo, che tuttavia non viene argomentata biblicamente. Per farlo occorrerebbe allargare le fonti bibliche di riferimento oltre i primi capitoli della Genesi. Il patrimonio sapienziale racchiuso nei salmi, ad esempio, sostiene ampiamente che tutto il creato, animali e persino le realtà inanimate, partecipano alla liturgia che celebra le lodi di Dio. Ritorna così alla ribalta la questione di una considerazione integrale del testo biblico, evitandone un approccio selettivo precostituito e indagando invece anche quei testi che finora sono stati meno frequentati dalla teologia morale.

 

Paolo Mirabella è docente di Fondamenti etici, filosofici e teologici all'Istituto universitario salesiano di Torino - Università pontificia salesiana e di Bioetica all'Università cattolica Sezione «Cottolengo» - Torino e Moncrivello (VC). Ha scritto, tra l'altro, Legami di libertà. Coppia e famiglia, promessa di comunione , Cittadella, Assisi 2020.

 

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