Marmolada: lutti e responsabilità
Non è ancora definitivo il bilancio delle vittime della tragedia della Marmolada, ma il dolore per tante vite perdute è certo la prima parola da pronunciare; la sensazione che prende dinanzi a tante storie bruscamente interrotte, durante una giornata che era voluta come immersione in una splendida natura, è davvero scioccante.
L’evento è stato dirompente, ma non certo unico, né imprevedibile: già nel 2020 il CAI (Club Alpino Italiano) pubblicava un documento su Cambiamenti climatici, neve, industria dello sci, evidenziando come il riscaldamento globale stesse impattando pesantemente sulla regione alpina, con un incremento delle temperature nell’ultimo secolo di circa 2° (circa il doppio rispetto alla media planetaria).
Non a caso adesso si sta valutando come limitare l’accesso al ghiacciaio della Marmolada, per motivi di sicurezza: un altro lutto da elaborare per gli amanti della natura – e ancor più per l’industria turistica dell’area –. Né va dimenticato che lo scioglimento dei ghiacciai alpini è uno dei fattori che esacerbano la mancanza d’acqua, determinata dal cambiamento dei regimi di precipitazioni.
Antropocene
Né tali fenomeni sono legati ad aree specifiche: nel 2021 una frana determinata dallo scioglimento di un ghiacciaio sul Nanda Devi – seconda cima indiana, che paradossalmente porta il nome di una divinità benefica – distruggeva quasi integralmente un villaggio sottostante. E sono ogni anno più preoccupanti i dati sullo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia.
Il mutamento climatico, insomma, mette a rischio tante realtà naturali e le rende fragili: la natura perde la sua stabilità e da realtà splendida diviene fattore di minaccia. Certo, neppure questo è un fatto nuovo: l’Antropocene è il tempo di una presenza umana ormai divenuta principale fattore determinante per le dinamiche ecologiche e geologiche del pianeta. Innegabile, però, che tale tendenza ha iniziato a manifestarsi in forme accelerate a partire dalla metà del secolo scorso, per raggiungere negli ultimi anni ritmi incalzanti. E le scienze ambientali ci dicono che si tratta solo di avvisaglie, anticipatrici di fenomeni che via via assumeranno scala più ampia.
Responsabilità
In realtà questo è il vero grande lutto da elaborare: separarci da un’immagine rassicurante del mondo come scenario stabile, per capirne la natura dinamica – ed etica. Eventi come quello della Marmolada ci impongono cioè di capire che il mondo – l’ecosistema planetario, la sua stabilità, la sua abitabilità per gli umani – è ormai nelle nostre mani.
La parola chiave diviene allora responsabilità: che mondo vogliamo lasciare alle prossime generazioni? Quando la comunità politica saprà assumere la cura della casa comune come fine primario, assumendo scelte coerenti con esso? Quando la costruzione della guerra lascerà il passo a quella della sostenibilità?
Simone Morandini è vicepreside dell’Istituto di studi ecumenici San Bernardino e membro del Comitato esecutivo del Segretariato attività ecumeniche (SAE). Ha scritto Cambiare rotta. Il futuro nell’antropocene, EDB, Bologna 2020.