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Moralia Blog

Trivellazioni, oltre l’economia fossile

Gaia De Vecchi, intervenendo sul blog «Moralia» il 3 marzo, ha evidenziato nitidamente alcuni importanti nodi di etica della convivenza civile relativi al referendum del prossimo 17 aprile. Ve ne sono, però, anche altri, più legati a questioni specificamente etico-ambientali, che meritano pure considerazione.

Certo, nel farlo va anche notato che l’unico quesito sottoposto a consultazione non ha un impatto immediato sulle trivellazioni attualmente in atto, ma si limita a porre limiti relativi al futuro delle relative concessioni. È chiaro, però, anche che il risultato avrà pure una valenza simbolica importante, nel dare espressione degli orientamenti degli elettori circa il futuro energetico del paese. In gioco è, dunque, un tema che – come già più volte accennato anche su «Moralia» – ha uno spessore morale considerevole, su cui vale la pena di proporre qualche riflessione.

L’ambiguità di un’economia fossile

Come sottolinea Arturo Lorenzoni nel suo bell’intervento su Il Mulino, la scelta di procedere ad oltranza con le trivellazioni nel Mare Adriatico appare, in primo luogo, decisamente in controtendenza rispetto alle opzioni moralmente impegnative assunte dal governo italiano alla COP 21 dello scorso dicembre. Nella Conferenza di Parigi, infatti, ci si è impegnati con gli altri partner della comunità internazionale in una vera e propria alleanza per il clima. Essa domanda di mettere in opera comportamenti di riduzione delle emissioni che modificano il clima e, come è noto, esse si devono in buona parte a un’economia centrata su fonti fossili.

Non abbiamo qui – va sottolineato – una mera opzione tattica, ma una scelta moralmente significativa: un’assunzione di responsabilità nei confronti dello stato del pianeta e delle generazioni future, che del degrado climatico si troveranno a sopportare le conseguenze più gravi.

Ma le scelte fatte a Parigi esprimono un’opzione lungimirante anche da un punto di vista economico, tesa cioè a valorizzare quell’efficienza energetica e quelle fonti rinnovabili, su cui si basa la possibilità di un futuro equo e sostenibile per il pianeta. Perché, allora, perseverare nell’estrazione di combustibili fossili, restando all’interno di una logica vecchia, impegnata a sfruttare una forma energetica ormai superata e pesantemente inquinante sia a livello locale che globale?

Valori in conflitto?

Va anche sottolineato che il referendum non ci pone dinanzi a una riedizione del preteso conflitto tra economia e ambiente (ormai ampiamente studiato anche dal punto di vista morale). Qui non si tratta di penalizzare la prima a favore del secondo, né di sacrificare posti di lavoro per la tutela di realtà ecologicamente significative: quella che si esprime è piuttosto una scelta tra diversi modelli di sviluppo, tra diversi orientamenti della vita economica.

Non sono certo casuali le perplessità espresse anche da numerose diocesi e realtà del mondo cattolico nei confronti delle trivellazioni oggetto del quesito referendario. In esse, infatti, l’economia fossile trova una realizzazione caratterizzata da tecniche potenzialmente pesanti negli impatti su un’economia dei territori che genera occupazione e che ha nella qualità il proprio punto di forza.

È un dato sottolineato anche da molti economisti: quelle componenti dell’economia italiana che più “tirano” sono anche quelle che sanno associare una reale qualità dei propri prodotti con un’immagine di bellezza, di cultura, di naturalità. Perché mettere, allora, a rischio tali realtà con opzioni di politica energetica di modesta portata quanto ai risultati attesi, ma decisamente problematiche quanto ai rischi di deterioramento? Non è forse più morale, più saggio, più lungimirante custodire la fragile bellezza degli ecosistemi, sapendo che il loro grande valore ha – tra le molte dimensioni che lo caratterizzano – anche quella economica?

Tante questioni, in cui si intrecciano livelli di analisi e di riflessioni differenti, quasi a testimoniare come il referendum del 17 aprile – pur nella complessità di un quesito abbastanza tecnico – metta in gioco questioni morali rilevanti, che come tali meritano attenzione. 

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