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Moralia Blog

Vocazione alla santità, dinamica morale nel quotidiano

Nella lettera apostolica Novo millennio ineunte Giovanni Paolo II parla di santità come dono dato a ciascun battezzato (santità oggettiva) e di santità come compito chiesto non solo a pochi, ma a tutti (30): «Questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione» (1Ts 4,3). «Il dono si traduce in un compito» (ibidem) ovvero il dono chiede di essere accolto perché il credente porti «frutti di carità per la vita del mondo» (Optatam totius 16).

 

Accogliere il dono della santità nella vita quotidiana

 

L’accoglimento del dono se pur si misura anche con dei veri e propri kairos, pur tuttavia deve distendersi nell’eccomi nell’ordinarietà dei doveri e degli impegni quotidiani del proprio stato di vita. Si tratta di una paziente e ordinaria costruzione di una personalità virtuosa che va formandosi entro determinate coordinate storico-geografiche, entro puntuali accadimenti che costituiscono la trama ordinaria di una biografia.

Portare il peso del quotidiano e farlo lievitare alla «misura alta della vita cristiana ordinaria» (Novo millennio inenunte 31) è la distanza tra il dono e il compito, ed è anche il luogo dell’incontro sempre nuovo e misterioso dell’azione della grazia e della libertà umana. 

In questo intreccio di cielo e di terra giocano un ruolo determinante i cosiddetti mezzi ordinari di santificazione: una comunità entro cui spezzare la Parola, il Pane, il Perdono e la vita fraterna.

 

Temporalità e obbedienza: “stare” al mondo come cittadini del cielo

 

La libertà non è liberata in un colpo (cf. Veritatis splendor 86), la dinamica della cristificazione prende il passo della temporalità, e più precisamente dell’obbedienza ai doveri quotidiani che si offrono come il luogo dove si fa presente in maniera puntuale la chiamata a portare frutti di carità per la vita del mondo.

Fare bene il proprio dovere, dunque, sembra essere la cifra non tanto del grigio, mediocre, borghese, quanto del libero cittadino del cielo che, in questo stare, spinge ogni volta la propria libertà oltre la forza centrifuga del peccato che tende a disarcionare dal proprio dovere.

La grazia sacramentale e la vita ecclesiale permettono da un lato di intendere questo stare come libero servizio, dall’altro sostanziano il vivere con gioia la quotidianità senza fughe verso il per-me.

 

Chiamata alla santità, una sfida rivolta a tutti

 

La santità, in ultimo, consiste nella ferma determinazione a vivere con amore e per amore ogni attimo della propria vita facendone un servizio a favore dell’altro: i doveri quotidiani sostenuti e ri-significati dalla logica della grazia, si presentano come materiale grezzo che attende di essere plasmato e orientato a partire dalla libera interpretazione del soggetto che li vive.

I doveri del proprio stato si offrono alla libertà del credente come i segnali indicatori di una direzione, di una chiamata da accogliere la quale è alla portata di tutti nello stato in cui ciascuno si trova.

Rispondere a questa chiamata riconoscendovi e facendo lievitare e fruttificare i semi di bene che in ogni dovere, in ogni avvenimento si trovano: consiste in questo la sfida della conversione quotidiana. In ultimo la risposta unica e irripetibile di ciascuno alla universale chiamata alla santità.

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