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Moralia Dialoghi

Futuro 2: i temi della Teologia morale

«…Datemi una barca, disse l’uomo
E voi, a che scopo volete una barca, si può sapere, domandò il re.
Per andare alla ricerca dell’isola sconosciuta, rispose l’uomo.
Sciocchezze, isole sconosciute non ce ne sono più. Sono tutte sulle carte.
Sulle carte geografiche ci sono solo le isole conosciute.
E qual è quest’isola sconosciuta di cui volete andare in cerca
Se ve lo potessi dire allora non sarebbe sconosciuta…
».

José SaramagoIl racconto dell’isola sconosciuta

 

Guardando all’orizzonte, cioè alle possibilità dell’attività intuitiva, scientifica, pratica dell’individuo e della società o a quanto concerne le prospettive dei singoli settori della Teologia morale, sembra possibile individuare alcune aree che appaiono particolarmente sfidanti per una disciplina che voglia offrirsi come scienza del senso. In particolare le specifiche aree di sfida si presentano come luoghi in cui sembrerebbe che una ermeneutica morale tradizionale fatichi a trovare indicazioni di valore o non abbia un’immediata e univoca applicazione seguendo le modalità tradizionali.

Ma quale geografia appare da questo guardare all’orizzonte?

Guardare al futuro: cinque territori da esplorare

Continuando nella metafora della navigazione, possiamo individuare cinque continenti da esplorare ricalcando le aree evidenziate durante il Congresso dell’ATISM da Giovanni del Missier.

In primo luogo l’identità sessuata della persona e il suo orientamento affettivo offrono coordinate particolarmente complesse mediate dalla categoria del gender: la persona vive una sessualità che è contemporaneamente data e affidata. Data nelle sue strutture biologiche fondamentali ma affidata per essere luogo vissuto nell’amore e per l’amore. Nel convegno dell’ATISM alcuni interessanti elementi sono stati evidenziati dalla relazione di Savino Leone dal titolo La famiglia oggi: nuove forme, questioni e sfide.

In secondo luogo alcune indagini neuroscientifiche riportano in auge, con nuove evidenze, il dibattito su meccanicismo e libertà: la mente, la razionalità e la libertà, categorie che da sempre caratterizzano un modo di dire l’unicità dell’uomo. Sembra che le nuove capacità di analizzare i processi cerebrali possano mettere in dubbio o l’esistenza stessa di queste caratteristiche o una certa loro idealistica comprensione che ora deve fare i conti con il fosco universo dei processi biologici.

Una terza area che si profila di grande interesse è il continente digitale: la comparsa della rivoluzione informatica e la estrema pervasività dell’informazione nelle nostre esistenze sta cambiando aree tradizionali del nostro vivere: la produzione di beni, la comunicazione interpersonale, la ricerca scientifica e il valore dell’economia mondiale (il 75% del PIL dei paesi appartenenti al G8 si fonda su beni informazionali).

L’avvento della medicina dell’enhancement, la frontiera della fusione tra uomo e macchina e le frontiere neurotecnologiche sembrano chiedere un supplemento di riflessione alla bioetica. Qualcuno osserva che una nuova sezione della disciplina sembra profilarsi all’orizzonte, un’area del sapere che sembrerebbe richiedere una nuova comprensione della medicina: non più concentrata sulla cura delle patologie ma orientata al soddisfacimento del desiderio di miglioramento dell’uomo.

Infine la pervasività della crisi economica, l’apparire di nuovi paesi egemoni nello sviluppo industriale, le questioni ecologiche sempre più pressanti e la crescente scarsità di risorse chiedono una rinnovata riflessione etica negli ambiti della politica e dell’economia. Il panorama sempre meno eurocentrico dello sviluppo chiede un’etica che sappia analogamente globalizzarsi. Un’interessante analisi della situazione è stata offerta durante i lavori assembleari dall’intervento di Leonardo Salutati (Misericordia, giustizia e bene comune) e dalle prospettive internazionali offerte da Catherine Fino (La teologia morale francese oggi: sfide e prospettive), Vimal Tirimanna (La teologia morale asiatica: una lettura dei documenti dei vescovi) e Antonio Gerardo Fidalgo (Teologia morale e Teologia della liberazione in America latina).

Tecnologia e condizione tecno-umana: frontiere per una rinnovata riflessione disciplinare

Di fronte a questi territori da esplorare dobbiamo però registrare sensibilità diverse tra i teologi moralisti nell’abbozzare tentativi di riflessioni in questi ambiti. Alcuni provano ad applicare modalità di analisi e riflessione tradizionale a questi ambiti considerando queste specificità semplici nuovi luoghi di una morale speciale. Altri teologi sollevano l’idea di una re-impostazione, se non proprio di una rifondazione, dell’etica speciale a partire da queste questioni.

L’idea di chi scrive non coincide con nessuna di queste due posizioni. Ci sembra che non si possa dire che le novità che si profilano siano semplicemente di contenuto né che si tratti di rifondare la teologia morale. Quello che appare è che i cinque ambiti tratteggiati siano tutti riconducibili a un ambito generale che caratterizza l’esistenza umana: la tecnologia. La questione del gender nasce dalle riflessioni di Donna Haraway su naturale e artificiale e sul cyborg. Le neuroscienze sono un ambito disciplinare sorto e strutturatosi a partire dalle capacità euristiche date dalle neurotecnologie. Il mondo dell’informatica e del digitale è un ambito essenzialmente tecnologico. L’enhancement e le nuove dimensione della tecno-medicina sono questioni biotecnologiche. Infine l’economia e la politica sono attraversate profondamente dalla questione della governance dello sviluppo tecnologico.

Quello che si profila all’orizzonte allora non è una rivoluzione disciplinare e neppure una prosecuzione di un cammino che non vede soluzione di continuità ma una rinnovata riflessione disciplinare che dovrà in primo luogo rendere senso ed esplicitare valori e problematiche insite nella condizione umana che diviene oggi irreversibilmente una condizione tecno-umana

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