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Moralia Blog

Il dovere di aiutare

Il Presidente dell'ATISM (Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale), Pierdavide Guenzi, a nome dell'intera Presidenza esprime profonda preoccupazione per alcune dinamiche manifestatesi in relazione alla vicenda della  nave Sea Watch e del suo comandante Carola Rackete. La complessità dei fatti - cui peraltro hanno messo un punto fermo la mancata convalida dell'arresto da parte della comandante da parte del Gip di Agrigento, Alessandra Vella, e la liberazione della stessa comandante - non oscura, infatti, le molte drammatiche contraddizioni presenti nei comportamenti e nelle parole di alcuni soggetti, anche istituzionali.

Preoccupa soprattutto il tentativo insistito di presentare come reato l'impegno per il soccorso nei confronti di chi si trova in situazioni di pericolo grave e potenzialmente letale. Tale tendenza, sostenuta in modo anche violento da parecchi soggetti, è infatti profondamente distante dalla grande tradizione morale dell'Occidente, che ha  un riferimento primario nella “Regola d'Oro”: ciò che vorresti fosse fatto a te, tu fallo ad altri. La stessa parabola evangelica del Samaritano illustra efficacemente una prospettiva in cui l'amore del prossimo e la pratica della cura per chi è nel bisogno sono doveri primari per ogni soggetto responsabile. Delegittimare la solidarietà e chi la pratica significherebbe invece abbandonare un riferimento fondante per un paese che già nell'articolo 2 della sua Costituzione chiama all'"adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale".  

Desideriamo in tal senso esprimere profonda soddisfazione per le motivazioni della decisione del già citato Gip di Agrigento, che sottolineano come  persino la resistenza a pubblico ufficiale da parte della comandante Rackete debba essere valutata alla luce del suo sforzo di adempiere il dovere di salvare vite umane in mare. In tale nitida affermazione trova espressione giuridica un dato di profondo valore morale: la prevalenza degli obblighi di soccorso e di cura del debole rispetto ad altre esigenze, anche di grande rilievo. Vorremmo che tale principio fosse chiaramente assunto come riferimento chiave per questo dibattito, così come per l'intera vita civile e politica del paese.

Pier Davide Guenzi,
presidente

Paolo Benanti, Salvatore Cipressa, Pietro Cognato, Gaia De Vecchi, Salvino Leone, Michele Mazzeo, Simone Morandini
Consiglio di presidenza

Commenti

  • 12/07/2019 maoppes@gmail.com

    Approvo e condivido pienamente la posizione assunta dalla presidenza ATISM. Mario Oppes, socio ATISM

  • 05/07/2019 Andrea Volpe

    Credo che questo comunicato fosse necessario da parte dell'ATISM. Risulta increscioso l’orientamento di taluni che, presi da smanie di orientamento politico, mettono a tacere etica e sentimenti. Donne, uomini e bambini prima in mare e poi su un'imbarcazione, sono sorelle e fratelli che un autentico spirito cristiano non può ignorare, per rispondere alle “opere di misericordia” che lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica insegna.

    E non ci sono destra o sinistra politiche che tengano, quando bisogna soccorrere essere umani in situazioni di rischio o comunque gravose per la sopravvivenza, anche a costo di mettere in gioco, per salvarli, le nostre tranquillità, le nostre illusorie sicurezze e le nostre propugnate comodità. Semplicemente perché “questo” è fare Chiesa e ”questa” è l'eredità morale lasciateci da Gesù. Se anche noi cristiani perdiamo la serenità nel dialogo e nell'azione, è la fine. Non è la piena impetuosa che scolpisce le rocce, ma è la dolcezza delle acque che scorrono che le conferiscono forme armoniose. Il cristianesimo è religione di pace e questo non dovremmo dimenticarlo mai, soprattutto in questi tempi drammatici. Per questo, io socio ATISM, condivido e sottoscrivo il comunicato di don Pierdavide Guenzi e ringrazio dell'iniziativa tutta l'Associazione e tutte e tutti i suoi membri.

    Andrea Volpe, socio ATISM

  • 05/07/2019 Exalibur

    Condivido la parabola del Samaritano, il principio di solidarietà e il senso del dovere che deve muovere sempre l'animo umano di fronte a queste e a tante altre situazioni drammatiche. Purtuttavia, le confesso che mi rimane il dubbio circa il fine dell'azione del capitano Carola: il dovere di soccorrere. Mi sono chiesto: Una volta prese a bordo le persone naufragate... l'azione di soccorso può essere completata, facendo sbarcare le stesse nei posti che possono accoglierle, senza aspettare 17 giorni per ultimare tale azione. C'era questa possibilità? Ciò premesso, mi sorge un dubbio: sicuro che il comportamento del capitano Carola sia stato dettato puramente dal dovere di soccorrere le persone, oppure, sia stato dettato da un'azione premeditata e protetta per il perseguimento di un fine politico, di contrasto a quello del governo italiano? Grazie. Saluti.

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