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Moralia Blog

La storia e la coscienza: ad occhi aperti

Nelle sue Lettere dal lago di Como, Romano Guardini afferma come sia necessario dire di «sì» al proprio tempo.  «Il problema non sarà risolto con un tornare indietro, né con un capovolgimento o con un differimento; e neppure con un semplice cambiamento o miglioramento. Si avrà la soluzione soltanto andandola a cercare molto in profondità».  La riflessione si svolge al cospetto delle grandi trasformazioni indotte dalla rivoluzione tecnico-scientifica, allora solo agli inizi, ma già prefigurabili come globali ed essenziali.

«Deve essere possibile – argomentava – risolvere il problema del dominio sulla natura nella misura che si è mostrata; ma, nello stesso tempo, dare all'anima una nuova sfera di libertà, restituire alla vita un'inesauribile sicurezza in se stessa e acquistare un atteggiamento, una mentalità, un nuovo ordine per valutare in maniera vivente il sublime e l'abbietto, il lecito e l'illecito, la responsabilità, i limiti, ecc...».

Il tema di allora è il tema di oggi, il tema di sempre, come ci insegna papa Francesco. Il tema del rapporto tra coscienza e libertà. La vera libertà è la libertà morale. Essa fa sì che l'uomo viva in armonia con la sua più profonda essenza: la coscienza. Essa fa sì che la coscienza, e quindi Dio, dirigano ogni nostra azione. Essa permette che l'uomo diventi una persona.

Questa linea di riflessione, assunta qui emblematicamente, indica come il futuro delle civiltà dipenda dalla nascita e formazione di un nuovo atteggiamento umano, che il cristianesimo riconduce  all'idea stessa della trascendenza dell'essere umano in quanto persona.

Per questo appare tanto più urgente, oggi che quei mutamente hanno raggiunto un livello di pervasività e di radicalità sconosciuti ad altre età della storia, suscitare e mettere a disposizione una nuova e sistematica attenzione a queste trasformazioni, sia in termini di analisi sia in termini di dibattito pubblico. In particolare negli ultimi tempi come informatori religiosi abbiamo verificato nell'opinione pubblica, non solo italiana e non solo cattolica, un nuovo elevato interesse sui temi etici in generale, e in particolare sulla riflessione della teologia morale stessa, anche da parte di un pubblico giovane.

Di qui l'impegno della nostra rivista, condiviso con i membri dell’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (ATISM), cui va la nostra gratitudine, di dare vita all'interno del nostro sito web (www.ilregno.it) a un particolare spazio di approfondimento e di informazione sui temi etici. Nasce così Moralia, luogo di comunicazione trasversale e pluralistica, come luogo di discernimento e di identità dagli occhi aperti. Sulla storia e sulla coscienza.

Commenti

  • 25/03/2015 morandinis@yahoo.it
    Avviare un nuovo spazio di riflessione in Rete su ciò che è giusto nelle società complesse
    Risponde l'autore
    TTT
  • 27/03/2015 marra.b@gesuiti.it
    Congratulazioni per la interessante ed efficace iniziativa che ci dà modo di essere presenti con la nostra riflessione di etica teologica nel momento attuale così ricco di speranza. La riflessione di Brunelli mi sembra quanto mai significativa e credo possa essere il Leit Motiv cui ispirare la nostra ricerca. La sintesi di Petrà conferisce alle nostre ipotesi un quadro di riferimento essenziale e pertinente. Per le linee generali suggerisco il pensiero di Ulrich Beck. «La modernità – asseriva il sociologo tedesco, prendendo le distanze da Bauman – è un progetto suicida. È necessario tornare indietro e ripensare il nostro futuro». Gli effetti negativi di una modernità inattuale e minacciosa comprendono soprattutto l’esasperazione del cosmopolitismo (frutto di una scelta volontaria che appartiene a una minoranza privilegiata), tradotto nella più temibile e liberticida «cosmopolitizzazione», perché subìta dalla maggioranza delle persone, capace di modificare il loro modo di vivere e di pensare. La «cosmopolitizzazione» è il volto negativo della mondializzazione, dove le differenze culturali impediscono le relazioni fra ricchi e poveri, gli individui finiscono per non interagire, vivendo secondo proprie linee di condotta, ignorando gli altri. Radicalizza le differenze sociali all’interno di uno stesso Paese, tanto che le distanze vengono a perdere d’importanza e le disuguaglianze si acuiscono nello stesso eterno presente che ha un’estensione mondiale. «Brutale ironia – è l’amaro commento di Ulrich Beck, espresso in Disuguaglianza senza confini (Laterza, 2011) – la disuguaglianza tra poveri e ricchi nella società mondiale assume la forma di una coppa di champagne». Questa apertura di “Moralia” evoca (misticamente per me) il battesimo di Gesù sulla riva del Giordano in quanto inizio del suo ministero pubblico (Lc 4,18). Il battesimo, difatti, evidenzia nell’incontro di Gesù con gli altri uomini che lo stesso Dio dal quale egli sa di essere inviato è all’opera anche nella coscienza di coloro ai quali è inviato (Eb 2,11) . Auguri di ogni successo «al soffio dello Spirito». P. Bruno Marra S.I.
  • 07/04/2015 granesedonenzo@tiscali.it
    L'intervento di p. Bruno s.j. sul blog Moralia l'ho trovato interessante. Aiuta ha fare una riflessione su ciò che potrà essere nel futuro il punto focale della morale... dove c'è una coscienza lì vi è un essere pensante che si pone domande sul suo essere nel mondo in rapporto con il suo simile, con la natura ma, soprattutto, con Dio. Sac. Enzo Granese Castelfranci (Av), Arcidiocesi di Sant'Angelo-conza- Nusco- Bisaccia
  • 15/04/2015 morandinis@yahoo.it
    Negli interventi di Marra e Granese vi sono due elementi importanti: il riferimento alla singolarità della coscienza personale e quello al vasto orizzonte della famiglia umana (ed al suo complesso e contraddittorio vissuto nel tempo della globalizzazione). Nella arco che si distende tra questi due elementi si dipana il lavoro di discernimento dell'etica, su cui intende lavorare Moralia.

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