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Moralia Blog

Scommettiamo? Un calcio al buon senso

Italia-Spagna: una sfida classica, un must per un amante del calcio quale sono. Ma giovedì 6 ottobre molte TV sono rimaste spente: come molti amici, non ho guardato la partita, convinto che un'agenzia di scommesse come neo-sponsor della nazionale azzurra sia un calcio all'etica e al buon senso... 

Cerchiamo di capire perché, in tre passi.

a) Rischio

Una ragionevole disponibilità al rischio è un atteggiamento morale assolutamente positivo: solo chi azzarda può scoprire o creare novità. Assumersi un rischio significa qui esprimere fiducia in potenzialità positive e mettersi in gioco per realizzarle.

Non è di questo però che parliamo quando ci riferiamo al gioco d'azzardo. Il calcolo delle probabilità mostra che chi gioca assiduamente "perde sempre", né d'altra parte vi sono altre positività create in tale pratica. Piuttosto tale fenomeno si installa in una varietà sempre più estesa di ambiti, parassitandoli e trasformandoli in fonti di profitto per pochi.

Una società colonizzata dall'azzardo, poi, non esprime affatto una creativa disponibilità alla novità, ma al contrario dice della sfiducia in possibilità di cambiamento che non siano quelle legate al mero colpo di fortuna. Se, dunque, la disponibilità al rischio è una positiva risorsa morale, l'azzardo si vale di essa distorcendola ad altri fini, con effetti che in alcuni casi si sono rivelati drammatici per persone, famiglie, comunità: la ludopatia è ormai una vera piaga sociale.

b) Sport

Anche lo sport è un'attività altamente morale; è positiva assunzione di rischio; è mettersi in gioco nella competizione, per eccellere (e prima ancora per crescere come persone). Lo sport è quindi anche spazio di formazione, che insegna a coltivare tenacia, coraggio, rispetto dell'altro, capacità di collaborazione.

Gli effetti distorsivi dell'azzardo in quest'ambito sono drammatici e investono il senso stesso dell'attività, aumentando il rischio di dinamiche corruttive. Così, però, se esiste il fondato sospetto che le regole del gioco non siano eguali per tutti, lo sport non è più ambito morale, ma spazio di ingiustizia. Se viene meno la certezza dell'equità, ciò cui si viene formati non è più il coraggio di osare, ma l'inganno per vincere o per ottenere altre forme di guadagno. Devastante, specie per un'attività che coinvolge un così gran numero di giovani.

c) Il fatto

Per questo è così criticabile l'idea di associare alla Nazionale di calcio – che sia esplicitamente visibile sulle maglie o semplicemente indicato come sponsor – un soggetto che opera nel settore delle scommesse. Non è solo una scelta economica: significa mettere un soggetto così problematico dinanzi agli occhi dell'intera nazione, quasi fosse una figura positiva, da additare.

A maggior ragione ciò è vero se la sponsorizzazione interessa anche la nazionali giovanili: si vengono a proporre figure etiche decisamente inaccettabili come riferimenti per ambiti così delicati. Gli effetti sulla valenza sociale del gioco del calcio, sulla sua efficacia formativa, sulla sua sostenibilità sono diffusi.

Un calcio all'etica, insomma, ma anche al buon senso, inaccettabile per chi ama lo sport come competizione, per chi ama la Nazionale e desidera goderne serenamente. Forse qualcosa andrebbe cambiato.

 

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