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Moralia Blog

Abitare diversamente | Il soggiorno

Dopo aver «visitato», durante queste settimane, alcuni luoghi della casa (porta, bagno, cucina, studio e camera da letto), oggi ci incontriamo proprio in quel luogo in cui abitualmente ospitiamo e siamo ospitati: il soggiorno. Stanza che si apre agli altri, ma prima ancora è lo spazio privilegiato dello stare della famiglia riunita.

Il soggiorno (in cui si «soggiorna», si «sta») è uno spazio multifunzionale che addensa una serie di stanze tendenzialmente non più presenti, nelle case di oggi: sala da pranzo, salotto, salone, tinello… Nel soggiorno compiamo molte azioni: ci riuniamo e ospitiamo, come già detto, ma mangiamo anche, guardiamo la TV, ci rilassiamo sul divano (magari cadendo anche in un sonno «a sasso» postprandiale), chiacchieriamo, leggiamo… Infatti chiamiamo questa stanza anche living room. Stanza del vivere, si potrebbe dire.

E non a caso, nel nostro ormai settimanale percorso di «abitare diversamente», il «soggiorno» capita proprio nella settimana dell’anniversario di Laudato si’.

La stanza della (logica di) famiglia

Soggiorno. La stanza per eccellenza, quindi, dello stare della famiglia, dell’ospitalità. E di quelle logiche che ci consentono di accedere alla vita. E ciascuno di noi è chiamato a interiorizzare queste dinamiche anche laddove il legame di sangue non è possibile (io, ad esempio, non sarò mai «padre» in senso fisico-biologico).

La logica della madre: è la logica delle radici. La logica del grembo, primo spazio vitale. È la logica di chi sa creare spazi abitabili. È la logica dell’attesa attenta, paziente e trepidante.

La logica del padre: è la logica che spezza il dualismo madre-figlio, creando un varco verso il mondo. È la logica del nome, dell’identità. È la logica delle regole che sono, nel contempo, limite e libertà. È la logica dell’eredità. Di un’eredità che non può auto-riprodursi passivamente, ma deve rigenerarsi creativamente, vero il futuro.

La logica del figlio: è la logica del dono. È la logica dell’essere accolti come primissima esperienza (morale). È la logica dei diritti-doveri vissuti in relazione, prima ancora che giuridicamente. È la logica del cammino e della crescita insieme ad altri, aiutati da altri.

La logica del fratello (della sorella): è la logica della prossimità. È la logica della cura di una fragilità riconosciuta come «propria». La logica che supera la non-scelta (non siamo noi a scegliere se/quali avere fratelli, sorelle) con il riconoscimento della presenza.

Dalla stanza comune alla casa comune

«Tutto è connesso», «tutto è collegato», «tutto è in relazione»: espressioni che attraversano e scandiscono la Laudato si’. Espressioni indispensabili per comprendere quel paradigma dell’«ecologia integrale» che papa Francesco ci ha affidato 5 anni fa e che in questi anni è stato oggetto di svariate riflessioni. Un paradigma che richiama proprio la relazione.

E se la prima pietra per costruire questa «ecologia integrale» fosse proprio quella di mettere in relazione, ciascuno nel suo sguardo etico, proprio quelle quattro logiche familiari indicate sopra? Io sono solo figlia e sorella, né madre, né, tantomeno, padre: ma questo non mi esonera dall’introiettare anche la logica materna e paterna. Ricordando che oikos in greco è proprio la casa, ma anche la famiglia. Che sia questa la prima conversione eco-logica cui siamo invitati?

Invertire-convertire la domanda

C’è un passaggio durissimo del Vangelo, che riporto nella versione di Marco (3,32-34): «Una folla gli stava seduta intorno, quando gli fu detto: “Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle là fuori che ti cercano”. Egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli!”».

Allora, ribaltando la domanda come nella parabola del buon Samaritano (cf. Lc 10,25-37), il «soggiorno» e la Laudato si’ forse ci chiedono proprio di interrogarci non su chi siano mia madre, mio padre, mio fratello e mio figlio, ma «chi, posando il suo sguardo su di me, mi riconosce contemporaneamente padre-madre-figlio-fratello?» nella cura della casa-famiglia comune, nel nostro living… world?

 

Gaia De Vecchi è insegnante di religione presso l’Istituto Leone XIII e docente presso l’Università cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto superiore di scienze religiose a Milano. Fa parte dell’ATISM e del gruppo di redazione di Moralia. Ha scritto Il peccato è originale?, Cittadella, Assisi 2018.

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