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Moralia Dialoghi

Etica nel cyberspazio (con alcuni assaggi)

Cyberspazio: un'espressione risalente all'immaginifico scrittore cyberpunk William Gibson, che ne ha fatto ampio uso a partire dalla metà degli anni '80 (il racconto La notte che bruciammo Chrome risale al 1982). Egli scriveva da pioniere, ancora su una macchina da scrivere, in un'epoca remota per le dinamiche della tecnologia: da poco nata Internet (ancora soprattutto per la comunità scientifica - oltre al mondo militare, da cui proveniva); ancora da venire il World Wide Web. Parecchie sue opere (Neuromante, Mona Lisa Cyberpunk, Giù nel cyberspazio....) sono ormai diventate oggetti di culto, non tra gli appassionati di fantascienza... ma sono state anche nel frattempo per molti aspetti largamente superate dal procedere della tecnica e del costume.

Oggi ad abitare quella che diciamo Rete non sono più solo pochi tecno-esperti cow-boys o neuromanti (espressioni di Gibson): è una semplice dimensione quotidiana per un numero crescente di uomini e donne. Anzi, come pesci nell'acqua, ci siamo ormai così immersi in essa che forse neppure ci rendiamo conto di quanto abbia cambiato radicalmente, in pochi decenni la vita personale e professionale di tanti uomini e donne.

Vale la pena in tal senso di tornare talvolta a riflettere criticamente - anche da un punto di vista teologico - su un tessuto connettivo sempre più pervasivo. In questo contesto andrebbe posta anche la sfida che sta al centro di questo Dialoghi: che significa parlare di Dio nella Rete? Come risuona tale parola nel cyberspazio? L’interrogativo andrebbe posto in due direzioni…

- Quali rischi si corrono? Come evitare, ad esempio, di dissolverne il denso contenuto in una comunicazione che sempre più si vuole veloce e d'impatto? Ma anche, più radicalmente: una fede radicata nella Parola eterna - incarnata, scritta e predicata - può abitare lo spazio di parole plurali e transeunti che è la Rete? La Bibbia – libro di libri, Libro per antonomasia – può mantenere la propria maiuscola in forma di e-book (modificabile, portabile, magari esposto ai rischi di Google-translator o dei suoi equivalenti)?

- E, d'altra parte, quali guadagni concettuali possono emergerne? Quali modelli di relazione e di comunicazione si possono esplorare teologicamente? La stessa idea di Rete – assunta ovviamente con le dovute cautele – non può ispirare significative forme ecclesiali di relazione, meno gerarchiche? E non è possibile narrare significativamente in Rete qualcosa dell'esperienza cristiana, della vita buona che in essa germina, del discernimento che essa ispira? Farlo senza cedere al fascino dell'im-mediato, che lascia indietro la complessità?

Moralia: storia di un blog

Sono questioni non banali, sui cui si sono interrogati diversi osservatori (in Italia Spadaro, Benanti, Mocellin...); interessante ragionarne anche in questa sede, ma il mio compito - più delimitato, più specifico - è quello di ripensare l'esperienza di Moralia, il blog di etica gestito dall’ATISM sul sito de Il Regno. Lo farò per punti:

In primo luogo, una minima cronologia:

  • Un'inizio, tre anni fa il 25 marzo 2015; occorre ringraziare Il Regno e il suo direttore Gianfranco Brunelli per un invito lungimirante ed importante - ancor più per un‘ATISM, che da poco era "orfana" della "Rivista di Teologia morale", per tanti anni condotta con maestria da Luigi Lorenzetti, tornato al Padre pochi giorni fa. Un grazie da estendere alla redazione per il prezioso supporto in questi anni. Di qui ha preso le mosse una prima fase ricca ed intensa: abbiamo atteso e accolto la Laudato Si', vissuto il Convegno Ecclesiale di Firenze ed intanto messo a punto uno stile di lavoro; un grazie in tal senso a Gaia De Vecchi, insostituibile coordinatrice operativa... e non solo; a Paolo Benanti, prezioso suggeritore tecnologico.
  • Una pausa (nel momento più delicato della vita de Il Regno)... mentre molti ci chiedevano cosa stesse succedendo, perché avessimo sospeso ... siamo stati come sotto la neve, per tornare a germinare.
  • Una ripresa, a marzo 2016, forse più consapevole, certo meno frenetica; con la consapevolezza che non eravamo fatti per i tempi veloci della comunicazione in tempo reale e con l'orientamento ad una meditazione più distesa dei temi emergenti… una nuova fase

* Due forme: Blog e Dialoghi: se il primo serve per seguire il tempo, con interventi flash (max 4000 battute.... ed è anche troppo), il secondo offre approfondimenti tematici più sostanziosi. Il sogno (per ora solo tale) è di organizzare il materiale elaborato in un'ipertesto più strutturato, da far crescere via via fino a diventare una sorta di Etico-pedia (o almeno una micro-eticopedia) in Rete.

* La fatica della continuità – inizialmente 3-4 post, ora 2-3 a settimana – per una redazione ristretta: certo si può attingere alle risorse di un'associazione, ma non in tutti i membri essa si è dimostrata disponibile alla comunicazione breve. La nostalgia del trattato, del grande testo è forte... eppure l'etica va detta anche in parole leggere, sostenibili. Per fortuna ci sono amici - entro l'ATISM ed al di fuori di essa - contenti di intervenire.

* La sfida, davvero inedita, è quella di accostare la Rete alla prospettiva etica – non solo o non tanto proponendo un'etica della Rete (benché anche di questo si sia trattato) quanto soprattutto nel fare etica nel contesto della Rete, attingendo alle grandi tradizioni di riflessione morale, per riproporle in uno spazio inedito. Quali codici linguistici e comunicativi utilizzare? come entrare in risonanza con i trend del cyberspazio per interagire con essi criticamente? come esprimere efficacemente quella ricerca di ciò che è giusto che costituisce il nocciolo dell'etica? come leggere moralmente fatti e tendenze del nostro vivere civile? Tante domande, cui Moralia - pur tra difficoltà - prova a far fronte con creatività, leggerezza e rigore, per cucinare un blog appetibile.

Redazione di un theo-bolg: ingredienti di successo

In un linguaggio da Masterchef, ecco allora qualche battuta sulla nostra cucina:

A) Ingredienti:

    a) Una sensibilità per il tempo: un radicamento nella vita e nella ricerca dell'ATISM, ma assieme l'ascolto de "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce" di questo tempo - ma anche delle bufale e delle verità parziali, per scoprire i noccioli etici che vi si celano e operare un discernimento sub luce evangelii et experientiae humanae, per riprendere di nuovo Gaudium et Spes.

   b) Due accorgimenti operativi: un po' di coraggio nel respingere testi non da Internet o nel chiederne la ristesura... con effetti spesso positivamente sorprendenti per gli stessi autori; la piccola fatica di una pagina FB come punto d'accesso ulteriore ai testi, che ne favorisce la condivisione (anche se non diventiamo certo virali)

B) Assaggi dei nostri menù, così poco strutturati da essere meglio fruibili in ordine alfabetico (solo assaggi… i link riportati sono a uno degli interventi sul tema … non necessariamente l’unico):

 C) Tra i piatti speciali due tipologie di affondi

 D) La mission che ci siamo dati, lo stile culinario che ci guida: scoprire la densità etica di parole ed eventi mgari a prima vista banali; l'appello che in essi si cela; i volti che spesso restano nascosti nei brandelli di una quotidianità frammentata. Farlo nel legame con temi e parole di etica fondamentale .... bene comune, coscienza, croce, solidarietà, discernimento, bilanciamento morale.

Una nota personale: sono stati tre anni di esperienza stimolante per crescere in ampiezza di orizzonti e in capacità di interazione e comunicazione; per vedere crescere una rete di contatti e di riferimenti. La speranza è quella di dare futuro all'esperienza ed espanderla, per continuare a cercare cosa è giusto, in quello spazio che si apre tra il civile e l'ecclesiale, tra vangelo e esperienza umana, tra il virtuale della Rete e la concretezza dei volti.

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